Aprire un’impresa in Spagna: opportunità strategiche e consigli per navigare i rischi

Aprire un'impresa in Spagna: opportunità strategiche e consigli per navigare i rischi

Aprire un'impresa in Spagna: opportunità strategiche e consigli per navigare i rischi

Matteo Rigamonti

Novembre 26, 2025

Milano, 26 novembre 2025 – Le imprese italiane hanno chiuso il 2024 con un vero balzo in avanti in Spagna, investendo più di 987 milioni di euro direttamente nel Paese. Lo dicono i dati del Barometro Ccis-Afi, che mostrano come questa cifra sia più del triplo rispetto al 2023. Dietro a questi numeri però ci sono sfide e differenze culturali che spesso gli imprenditori italiani sottovalutano quando si avventurano oltre i Pirenei. A spiegarlo è Roberto Bosco, avvocato e fondatore di Lawants, studio legale internazionale con sedi a Barcellona e Madrid, che da vent’anni segue le aziende italiane nel mercato spagnolo.

Investimenti in crescita: cosa aspettarsi nel 2025

L’aria che si respira è di fiducia: il 71% delle aziende italiane già presenti in Spagna vuole aumentare gli investimenti nel 2025. E quasi tutte, il 95%, vedono la Spagna come un mercato chiave. Numeri che non lasciano dubbi, confermati anche da chi lavora nel settore. “Aprire una nuova sede in Spagna è un’idea molto allettante per gli imprenditori italiani”, dice Bosco, “ma spesso si parte con l’errore di pensare che quello che funziona in Italia funzioni automaticamente anche lì”.

Secondo l’avvocato, la somiglianza tra Italia e Spagna è solo apparente. “La cultura, il modo di lavorare e prendere decisioni sono profondamente diversi”, spiega. “Non basta copiare modelli o strategie: bisogna adattarsi davvero”.

Le differenze culturali che contano

Nel tempo, Lawants ha seguito centinaia di aziende italiane alle prese con l’internazionalizzazione. Bosco racconta casi emblematici: “Ho visto imprese inciampare su ostacoli inaspettati proprio perché non avevano tenuto conto delle differenze locali”. Un esempio? “La migliore pizza napoletana a Barcellona può non piacere agli spagnoli. Bisogna conoscere gusti e abitudini del posto”.

Questo adattamento tocca ogni aspetto del business. “In Spagna – racconta Bosco – è normale che un imprenditore oggi coltivi patate e domani, se le cose non vanno, chiuda e cambi attività senza drammi”. Una mentalità molto più flessibile rispetto all’Italia, che si riflette anche nel modo di gestire le aziende e nei rapporti con i professionisti.

Consulenza su misura per evitare errori

Per evitare brutte sorprese, Lawants ha un approccio diverso rispetto a molti concorrenti. “Non creiamo società ‘a scatola chiusa’ né ci limitiamo a fare solo quello che ci chiedono i clienti”, spiega Bosco. “Prima di parlare di società o sedi, valutiamo insieme il progetto e diamo tutte le informazioni per decidere con consapevolezza”.

Un metodo che punta sulla consulenza strategica e sul prevenire i problemi. “Molte aziende – aggiunge Bosco – non danno il giusto peso alla gestione, al controllo e alla consulenza fiscale di qualità. Così i professionisti locali spesso abbassano il livello, limitandosi a fare quel che gli viene chiesto”.

Un terreno per aziende solide

Lawants lavora solo con società straniere che vogliono investire in Spagna e cercano servizi professionali internazionali. “Non seguiamo clienti spagnoli né piccole imprese o ditte individuali”, chiarisce Bosco. “I nostri clienti sono aziende strutturate, che hanno bisogno di un team capace di guardare lontano, anticipare problemi e accompagnarle nella crescita”.

Il messaggio per gli imprenditori italiani è netto: la Spagna offre opportunità reali, ma serve preparazione e capacità di adattarsi. Solo così – conclude Bosco – “un’azienda può davvero crescere in un nuovo mercato senza farsi sorprendere dalle differenze”.