Francoforte, 26 novembre 2025 – I mercati finanziari europei sono oggi a un bivio, con un rischio concreto di “incidente nelle valutazioni”. A lanciare l’allarme è stato il vicepresidente della Banca Centrale Europea, Luis de Guindos, durante la presentazione del Rapporto di stabilità finanziaria a Francoforte. Secondo lui, i prezzi su Borse e mercati obbligazionari restano alti se paragonati alle medie storiche, mentre i premi di rischio sono compressi e le aspettative sull’economia sono “molto positive”. Un mix delicato, che potrebbe esplodere se qualcosa dovesse cambiare all’improvviso.
Prezzi alle stelle e premi bassi: la fotografia dei mercati
De Guindos ha spiegato chiaramente che “le valutazioni degli asset finanziari sono ai livelli più alti degli ultimi anni”. Non succedeva da tempo. “I premi di rischio sono bassissimi, quasi ai minimi storici – ha detto – e questo riflette una fiducia molto forte sul futuro dell’economia”. Ma poi ha avvertito: “Serve poco perché questa fiducia si sgretoli: basta un dato macroeconomico negativo, una crisi geopolitica o un cambio di rotta delle banche centrali”. In quel caso, il rischio è una correzione veloce e disordinata.
Il rapporto presentato oggi mette in guardia: la combinazione di prezzi elevati e aspettative troppo ottimistiche sulle economie avanzate rende i mercati vulnerabili a shock improvvisi. “Non siamo di fronte a una bolla come quella dot-com del 2000”, ha precisato de Guindos, “perché i fondamentali delle aziende sono diversi e l’economia è più solida”. Però, proprio il divario tra prezzi e fondamentali resta un campanello d’allarme.
Le ‘Magnificent Seven’ nel mirino: rischi per il sistema
Un passaggio importante è stato dedicato alle ‘Magnificent Seven’, i sette colossi tecnologici statunitensi che hanno spinto le Borse mondiali negli ultimi anni. “Se questi titoli dovessero perdere valore in modo significativo – ha spiegato de Guindos – l’impatto sui portafogli degli investitori istituzionali sarebbe immediato”. Il rischio maggiore riguarda le istituzioni finanziarie non bancarie, come fondi pensione e compagnie assicurative, che potrebbero scatenare vendite forzate o ribilanciamenti automatici, amplificando così le turbolenze.
“Il sistema finanziario europeo è più solido rispetto al passato”, ha detto ancora de Guindos, “ma non è immune da effetti a catena che partono dai mercati globali”. Secondo il rapporto, la concentrazione degli investimenti su pochi grandi titoli aumenta la vulnerabilità. Se uno di questi dovesse crollare, l’effetto domino potrebbe travolgere non solo il settore tech.
Non è il 2000, ma gli shock restano un pericolo
Il vicepresidente della BCE ha voluto chiarire che la situazione attuale non si può paragonare allo scoppio della bolla dot-com. Allora la sopravvalutazione era diffusa e molte aziende avevano fondamentali fragili. “Oggi i grandi giganti tecnologici hanno bilanci solidi e fanno utili stabili”, ha ricordato. Però, ha sottolineato, “i mercati reagiscono molto in fretta alle notizie negative, e questo è un rischio”. “Le condizioni finanziarie sono cambiate rapidamente negli ultimi mesi – ha ammesso – e questo rende difficile prevedere come si muoveranno gli investitori di fronte a uno shock”.
Gli analisti della BCE mettono in guardia soprattutto sul fatto che una correzione potrebbe essere amplificata da vendite automatiche o da movimenti simultanei di grandi operatori. “Le istituzioni non bancarie sono cresciute molto negli ultimi anni”, si legge nel rapporto, “e la loro reazione agli shock può essere meno prevedibile rispetto a quella delle banche tradizionali”.
La BCE chiama alla prudenza per i mesi a venire
Guardando avanti, la BCE invita a non abbassare la guardia. “Seguiamo con attenzione come si muovono i mercati”, ha concluso de Guindos, “e siamo pronti a intervenire se serve per mantenere la stabilità finanziaria”. L’avvertimento è chiaro: l’attuale ottimismo potrebbe vacillare di fronte a eventi imprevisti. Solo allora si vedrà davvero quanto è solido il sistema costruito negli ultimi anni.
