Eni e YPF: una nuova avventura nell’offshore uruguaiano

Eni e YPF: una nuova avventura nell'offshore uruguaiano

Eni e YPF: una nuova avventura nell'offshore uruguaiano

Giada Liguori

Novembre 26, 2025

Montevideo, 26 novembre 2025 – Eni ha siglato un accordo chiave con la compagnia argentina YPF per entrare nel Blocco esplorativo OFF-5, nell’offshore uruguaiano. La società italiana acquisirà il 50% delle quote e prenderà il comando del progetto come operatore. L’intesa, annunciata oggi da YPF, diventerà ufficiale solo dopo il via libera delle autorità dell’Uruguay.

Eni punta all’offshore uruguaiano: cosa prevede l’accordo

Il Blocco OFF-5 si trova a circa 200 chilometri dalla costa dell’Uruguay e copre una superficie di oltre 17.000 chilometri quadrati. Le profondità del mare vanno dagli 800 ai 4.100 metri, un dettaglio che rende l’area particolarmente interessante dal punto di vista tecnico e geologico. YPF ha precisato che si tratta della prima fase esplorativa in questa parte del Margine Atlantico, ancora poco studiata ma con caratteristiche simili ai grandi bacini petroliferi del Presal brasiliano.

“La zona ha forti analogie geologiche con bacini noti e produttivi”, si legge nella nota di YPF. Gli esperti delle due società sottolineano che il blocco è “altamente promettente”, sia per le potenzialità di scoperta sia per rafforzare il portafoglio esplorativo di Eni in America Latina.

Nuova spinta alla collaborazione tra Eni e YPF

L’accordo di oggi è un passo avanti nella partnership tra Eni e YPF, che lo scorso ottobre avevano già firmato un’intesa tecnica per il progetto integrato Argentina LNG. Quel progetto riguarda la produzione e l’esportazione di gas naturale liquefatto dal bacino di Vaca Muerta, una delle risorse non convenzionali più importanti dell’Argentina.

Fonti vicine alle aziende spiegano che la collaborazione si sta rafforzando su più fronti, con l’obiettivo di trovare sinergie sia nell’esplorazione offshore sia nella filiera del gas. “Lavorare con Eni ci aiuta ad accelerare i tempi e a condividere competenze tecniche”, ha detto un dirigente YPF, che ha preferito restare anonimo in attesa del via libera ufficiale da parte delle autorità uruguaiane.

Cosa cambia per il settore energetico regionale

L’arrivo di Eni in Uruguay avviene in un momento in cui l’America Latina sta attirando nuovi investimenti nel settore degli idrocarburi, soprattutto nelle aree offshore ancora poco esplorate. Gli analisti locali sottolineano come la presenza di un operatore internazionale di peso possa spingere ulteriori esplorazioni e dare una spinta al settore energetico nazionale.

Il governo uruguaiano, che negli ultimi anni ha puntato molto sulle energie rinnovabili, guarda con interesse anche alle risorse offshore. “Siamo aperti a investimenti che rispettino gli standard ambientali e portino benefici al Paese”, ha detto nei giorni scorsi il ministro dell’Energia Omar Paganini, senza però entrare nel dettaglio dell’intesa tra Eni e YPF.

I tempi e i prossimi passi

L’accordo tra le società scatterà solo dopo l’ok delle autorità regolatorie uruguaiane. Si tratta di un passaggio formale, ma non scontato. Le tempistiche potrebbero allungarsi: fonti vicine al dossier stimano che potrebbe volerci qualche settimana, se non mesi. Nel frattempo, i team tecnici di Eni e YPF stanno già pianificando le prime attività esplorative, che potrebbero partire nel 2026.

Per Eni, questa operazione è un altro passo nella strategia di espansione internazionale, con un occhio di riguardo alle aree ad alto potenziale ancora poco sviluppate. “Vogliamo rafforzare la nostra presenza in America Latina e contribuire a uno sviluppo sostenibile delle risorse energetiche”, ha spiegato un portavoce dell’azienda italiana.

Ora resta da vedere quali risultati porteranno le prime esplorazioni e se il Margine Atlantico uruguaiano potrà davvero replicare il successo dei grandi giacimenti brasiliani. Per ora, l’interesse degli operatori internazionali segna una nuova fase per il settore energetico della regione.