Roma, 26 novembre 2025 – Sono 105 gli emendamenti alla manovra finanziaria che la presidenza della commissione Bilancio del Senato ha dichiarato inammissibili, in tutto o in parte, nella giornata di ieri. Il numero arriva dopo aver esaminato i 414 emendamenti segnalati dai gruppi parlamentari. Una selezione pensata, come spiegano fonti della commissione, per snellire il percorso della legge di bilancio e concentrare il dibattito sulle proposte più importanti o con coperture certe.
Emendamenti bocciati: i motivi dietro al no
Dalla presidenza della commissione fanno sapere che 18 emendamenti sono stati respinti per motivi di materia: i gruppi potranno sostituirli con altre proposte. Gli altri 87 invece sono stati bloccati perché mancano le risorse finanziarie necessarie. Tra questi c’è l’emendamento della Lega che puntava a un aumento di 5 miliardi di euro all’anno dal 2026 al 2028 per il fondo per la riduzione delle tasse, finanziato con la vendita di quote del Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes). “Se c’è un problema lo sistemiamo”, ha commentato il senatore Claudio Borghi, uno dei principali sostenitori dell’emendamento, lasciando intendere che la proposta potrebbe tornare in una forma diversa.
Riserve d’oro: la svolta di Fratelli d’Italia
Tra gli emendamenti ammessi spicca quello firmato dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Lucio Malan. Il testo chiarisce che le riserve d’oro della Banca d’Italia “appartengono allo Stato, in nome del popolo italiano”. È un modo per ribadire la proprietà pubblica delle riserve auree, un tema che ha già acceso il dibattito negli anni scorsi e che torna a emergere in un momento di manovra più rigida.
Condoni e tassa sull’oro: cosa passa e cosa salta
Nel pacchetto degli emendamenti segnalati, ne passano quattro su cinque legati ai condoni fiscali. Via libera anche alla cosiddetta tassa sull’oro, sostenuta da Lega e Forza Italia: si tratta di una tassa sulle plusvalenze derivanti dalla vendita di oro da investimento. Bocciato invece l’emendamento della senatrice Michaela Biancofiore sulla responsabilità civile diretta dei medici, tema che aveva diviso i gruppi parlamentari.
Commissione in fermento: tensioni e trattative
La discussione in commissione Bilancio è stata intensa, tra tensioni e trattative serrate. I lavori sono partiti lunedì mattina e sono andati avanti fino a tarda sera, con i tecnici che hanno valutato la fattibilità delle proposte rispetto ai vincoli di bilancio. “Facciamo il possibile per rispettare i tempi e le regole”, ha detto un membro della presidenza. Ora i gruppi possono sostituire gli emendamenti respinti per materia, mentre per quelli senza copertura si aspetta una nuova versione.
Le reazioni politiche: la partita non è finita
Non sono mancate le reazioni. Dalla Lega assicurano che “la battaglia sulle tasse non si ferma qui”, mentre Fratelli d’Italia si prende il merito per il risultato sulle riserve auree. Più cauti i dem, che chiedono “più trasparenza sui criteri di ammissibilità” e invitano il governo a spiegare meglio come finanziare le misure approvate. Intanto, nei corridoi di Palazzo Madama si parla di nuovi emendamenti pronti per essere presentati all’ultimo momento.
Verso l’Aula: la partita decisiva
Adesso la manovra si prepara all’esame dell’Aula del Senato, previsto per la prossima settimana. Solo allora si capirà quali misure passeranno l’ultimo scoglio e quali resteranno fuori dal testo finale. Nel frattempo, in commissione si lavora ancora tra emendamenti riscritti e nuove trattative. Un cammino lungo, segnato da equilibri delicati e dall’urgenza di rispettare i vincoli imposti dai conti pubblici.
