Roma, 26 novembre 2025 – L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha deciso di allargare l’indagine già in corso su Meta Platforms Inc., Meta Platforms Ireland Limited, WhatsApp Ireland Limited e Facebook Italy S.r.l. – tutte controllate da Meta – riguardo alle nuove regole dei WhatsApp Business Solution Terms. Dal 15 ottobre scorso, queste condizioni escludono dalla piattaforma WhatsApp le aziende concorrenti di Meta AI nel campo degli AI Chatbot. Per l’Antitrust, questa mossa rischia di sbilanciare il mercato e di penalizzare i consumatori.
Antitrust spinge sull’acceleratore: istruttoria ampliata e possibili misure urgenti
In una nota diffusa questa mattina, l’Autorità ha spiegato che, insieme all’allargamento dell’indagine, è stato aperto anche un procedimento per valutare l’adozione di misure cautelari ai sensi dell’articolo 14-bis della legge n. 287/1990. L’attenzione è puntata sia sulle nuove condizioni contrattuali entrate in vigore il 15 ottobre sia sull’introduzione di nuove funzioni di Meta AI all’interno di WhatsApp.
Secondo l’Antitrust, queste modifiche “possono limitare la produzione, il mercato o lo sviluppo tecnico dei servizi di AI Chatbot, danneggiando i consumatori”. Un passaggio cruciale che richiama l’articolo 102 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) contro l’abuso di posizione dominante.
Mercato a rischio: concorrenza e consumatori sotto pressione
L’Autorità mette in guardia sulle conseguenze possibili di questa scelta di Meta, che rischia di compromettere la contendibilità del mercato. Il problema principale è che gli utenti tendono a restare fedeli alle piattaforme che conoscono, rendendo difficile il passaggio a servizi concorrenti. “Questa violazione delle regole sulla concorrenza può danneggiare in modo grave e irreversibile la possibilità di competere nel mercato”, si legge nella nota.
In pratica, l’Antitrust teme che le nuove norme di Meta rafforzino ancora di più la sua posizione dominante nel settore degli AI Chatbot, mettendo fuori gioco i concorrenti e riducendo le scelte per le imprese e i clienti finali.
WhatsApp Business Solution Terms: cosa cambia davvero
Le novità nei WhatsApp Business Solution Terms sono partite il 15 ottobre. Da allora, le aziende che offrono servizi simili a quelli di Meta AI non possono più usare WhatsApp per integrare i propri chatbot o altre soluzioni di intelligenza artificiale. Una mossa che ha subito attirato l’attenzione delle autorità europee e italiane.
Fonti vicine all’Antitrust spiegano che “l’arrivo di nuovi strumenti e funzioni proprietarie di Meta AI rischia di chiudere ancora di più il mercato, impedendo a nuovi operatori di entrare o rimanere”. Una questione che riguarda da vicino anche le piccole e medie imprese italiane nel settore digitale.
Reazioni e cosa succederà ora
Per ora, Meta non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali. Ma, secondo fonti del settore, la mossa dell’Antitrust è vista come un segnale chiaro per difendere la concorrenza nei servizi digitali avanzati. “Garantire un accesso equo alle piattaforme è fondamentale”, dice un imprenditore romano che lavora nel campo dell’intelligenza artificiale.
Nei prossimi giorni, l’Autorità deciderà se prendere misure urgenti per bloccare temporaneamente gli effetti delle nuove regole. Solo allora si capirà se Meta dovrà cambiare strategia o se la questione finirà in tribunale.
Un mercato che corre veloce
Il settore degli AI Chatbot sta crescendo a ritmo serrato e si trasforma continuamente. In Italia, secondo l’Osservatorio Politecnico di Milano, il valore legato all’intelligenza artificiale ha superato i 500 milioni di euro nel 2024, con un balzo del 30% rispetto all’anno precedente. In questo scenario, le mosse dei grandi come Meta pesano molto sulle prospettive delle aziende più piccole e sulla varietà di scelte per i consumatori.
L’indagine dell’Antitrust diventa così un test importante per la regolazione dei mercati digitali in Italia e in Europa. Tutti gli occhi sono puntati sui prossimi sviluppi, seguiti con attenzione da operatori e istituzioni comunitarie.
