Pe lancia l’allerta: più controlli necessari per Shein, Temu e AliExpress

Pe lancia l'allerta: più controlli necessari per Shein, Temu e AliExpress

Pe lancia l'allerta: più controlli necessari per Shein, Temu e AliExpress

Giada Liguori

Novembre 26, 2025

Bruxelles, 26 novembre 2025 – Il Parlamento europeo ha detto basta. Oggi, a Strasburgo, è passata una risoluzione che chiede misure più dure contro la vendita di prodotti illegali e pericolosi ai consumatori dell’Unione, soprattutto quelli che arrivano da piattaforme di e-commerce extra-Ue come Shein, Temu, AliExpress e Wish. La decisione arriva dopo lo scandalo scoppiato in Francia nelle ultime settimane, quando sono spuntate online bambole sessuali dall’aspetto infantile e armi facili da comprare. Un campanello d’allarme sulle falle nei controlli di queste piattaforme.

Stop ai prodotti pericolosi: il Parlamento vuole più controlli sulle piattaforme extra-Ue

Nel testo approvato, gli eurodeputati chiedono alla Commissione europea e agli Stati membri di stringere la cinghia sull’applicazione del Digital Services Act e sulle regole per la sicurezza generale dei prodotti. “Non possiamo lasciare che il mercato unico venga invaso da articoli che mettono a rischio la sicurezza dei cittadini europei”, ha detto la relatrice della risoluzione, l’eurodeputata francese Christel Schaldemose. La linea è netta: se una piattaforma viola più volte o in modo grave le norme, deve essere sospesa temporaneamente dal mercato europeo.

I dati della Commissione parlano chiaro: ogni anno milioni di pacchi arrivano dall’estero, da marketplace fuori dall’Ue. E tanti di questi prodotti non rispettano le regole europee o hanno etichette fuorvianti. “Serve un cambio netto nei controlli doganali”, ha aggiunto Schaldemose. “I rischi per i consumatori sono concreti”.

Preoccupazione per i modelli di business: i consumatori devono essere protetti

La risoluzione lancia anche un allarme sul modo in cui molte piattaforme extra-Ue fanno affari. Secondo gli eurodeputati, si punta troppo al massimo guadagno, spesso mettendo in secondo piano la sicurezza e i diritti di chi lavora. Nel testo si parla di manodopera sottopagata, prodotti falsi e articoli che possono nuocere alla salute.

“Non è solo una questione di concorrenza sleale”, ha detto l’eurodeputato italiano Brando Benifei (Pd). “Qui si tratta di proteggere i consumatori e far rispettare le regole base di sicurezza”. Secondo Benifei, il problema è che la fiducia nel commercio online rischia di saltare, specie dopo casi come quello francese. Eppure, si discute solo quando lo scandalo esplode.

Più forza alle dogane e alle autorità di controllo

Il Parlamento ha chiesto anche di mettere più risorse nelle mani delle dogane e delle autorità nazionali che controllano il mercato. L’obiettivo è fermare i prodotti pericolosi prima che arrivino ai negozi e alle case dei cittadini. “Le nostre dogane sono spesso sotto organico”, ha ammesso un funzionario della Direzione generale Fiscalità e Unione doganale della Commissione. “E con l’aumento degli acquisti online, il numero di pacchi da smistare è esploso”.

Nel 2024, dicono i dati di Eurostat, sono arrivati oltre 2 miliardi di pacchi da fuori Ue. Controllare tutto diventa praticamente impossibile. “Serve un coordinamento europeo più stretto”, ha sottolineato il funzionario. “Altrimenti finiremo sempre a correre dietro alle emergenze”.

Le piattaforme tacciono, la Commissione studia le contromosse

Le società citate – Shein, Temu, AliExpress e Wish – non hanno ancora detto nulla dopo il voto. In passato, alcune avevano garantito di rispettare le norme europee e di voler collaborare con le autorità. Ma secondo fonti parlamentari, i problemi restano tanti.

Ora la Commissione europea dovrà decidere come muoversi. Si parla di una possibile lista nera per le piattaforme che non rispettano le regole e di nuove sanzioni per chi fa il furbo. “Non possiamo più aspettare”, ha chiuso Schaldemose. “La sicurezza dei cittadini viene prima di ogni guadagno”.