Rinvio delle norme sulla deforestazione: il nuovo asse tra Ppe e destre

Rinvio delle norme sulla deforestazione: il nuovo asse tra Ppe e destre

Rinvio delle norme sulla deforestazione: il nuovo asse tra Ppe e destre

Matteo Rigamonti

Novembre 26, 2025

Bruxelles, 26 novembre 2025 – Con 402 voti a favore, 250 contrari e 8 astenuti, il Parlamento europeo ha dato il via libera alla sua posizione sui negoziati interistituzionali per il nuovo regolamento Ue contro la deforestazione. L’assemblea di Strasburgo, riunita in sessione plenaria fin dalle 9 di questa mattina, ha accettato la richiesta di una semplificazione delle regole avanzata dal gruppo dei Popolari e appoggiata da Conservatori e Sovranisti. Una mossa che segna un momento cruciale nella battaglia europea per la protezione delle foreste, ma che rischia di accendere nuove tensioni tra le diverse anime dell’Eurocamera.

Voto ampio, ma diviso

La votazione – arrivata intorno alle 13.30 dopo un acceso dibattito durato più di due ore – ha visto una maggioranza solida, ma ben lontana dall’essere unanime. I Socialisti e i Verdi hanno espresso dubbi importanti, soprattutto sul rinvio di un anno dell’entrata in vigore delle nuove norme. “Così si indebolisce la risposta europea alla crisi climatica”, ha detto l’eurodeputata tedesca Jutta Paulus (Verdi), parlando di “un passo indietro rispetto agli impegni presi con il Green Deal”.

Le novità: rinvio e semplificazioni

Nel dettaglio, il testo approvato sposta al 2026 l’applicazione delle nuove regole contro la deforestazione legata alle importazioni – cioè la produzione e la vendita di materie prime che derivano dalla distruzione delle foreste, come soia, olio di palma, carne bovina e caffè. Un rinvio di un anno rispetto alla scadenza prevista. Inoltre, sono stati alleggeriti gli obblighi di trasparenza per le aziende: meno controlli e tracciabilità più snella, soprattutto per le piccole e medie imprese. Nel testo c’è anche una clausola di revisione: entro il 30 aprile 2026, la Commissione dovrà valutare se servono ulteriori semplificazioni.

Chi spinge per la semplificazione

A guidare la spinta verso regole più leggere sono stati soprattutto i Popolari Europei (PPE), con il supporto di Conservatori e Sovranisti. “Non possiamo lasciare che le nostre imprese vengano schiacciate da una burocrazia eccessiva”, ha detto l’eurodeputato spagnolo Juan Ignacio Zoido (PPE). Secondo loro, il rischio era di penalizzare le filiere europee rispetto ai concorrenti extra-Ue, senza ottenere risultati concreti per l’ambiente. “Serve pragmatismo – ha aggiunto Zoido – un equilibrio tra tutela dell’ambiente e competitività”.

Le critiche delle opposizioni

Le forze progressiste hanno invece attaccato duramente. I Socialisti hanno parlato di “un compromesso al ribasso”, mentre i Verdi hanno accusato la maggioranza di “cedere alle lobby industriali”. L’eurodeputata italiana Simona Bonafè (S&D) ha avvertito che “il rinvio rischia di annullare gli sforzi fatti finora contro la deforestazione globale”. Per Bonafè, la revisione potrebbe aprire la porta a nuovi allentamenti nei controlli.

Cosa succede adesso

Con il via libera del Parlamento, si apre ora la fase dei negoziati con il Consiglio Ue e la Commissione. I cosiddetti triloghi dovrebbero partire nelle prossime settimane. L’obiettivo è chiudere un accordo condiviso entro la primavera 2026, in tempo per rispettare gli impegni internazionali presi dall’Unione nella lotta alla deforestazione.

Cosa cambia per aziende e consumatori

Il nuovo regolamento rappresenta una sfida importante per le imprese europee, in particolare per quelle del settore agroalimentare e dell’import-export di materie prime. “Stiamo già lavorando per adeguarci alle nuove regole”, ha detto un portavoce della Federazione europea dei produttori agricoli. Ma molti chiedono ancora chiarezza sui tempi e sulle modalità di applicazione. Intanto, le associazioni ambientaliste restano vigili: “Non basta rimandare – ha commentato Greenpeace Europa – servono controlli efficaci e sanzioni concrete”.

Un equilibrio ancora tutto da trovare

Il voto di oggi conferma quanto sia difficile trovare un punto d’incontro tra tutela dell’ambiente e esigenze economiche. La partita è ancora aperta: nei prossimi mesi, tra Bruxelles e Strasburgo, si giocherà una delle sfide più delicate per il futuro delle foreste nel mondo e per la credibilità della politica ambientale europea.