Salvini avverte: il testo sul consenso lascia spazio a troppe interpretazioni

Salvini avverte: il testo sul consenso lascia spazio a troppe interpretazioni

Salvini avverte: il testo sul consenso lascia spazio a troppe interpretazioni

Matteo Rigamonti

Novembre 26, 2025

Roma, 26 novembre 2025 – Nel cuore del dibattito parlamentare, il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, ha preso la parola a Roma per commentare lo stop in Senato alla proposta di modifica della legge sul reato di violenza sessuale. Salvini ha sollevato dubbi sulla definizione del cosiddetto “consenso preliminare, informato e attuale”, mettendo in guardia dai rischi di una legge che, a suo avviso, rischia di lasciare troppo spazio alle interpretazioni personali di giudici e cittadini.

Salvini avverte: “Si rischiano tribunali intasati e vendette personali”

Il vicepremier ha ammesso che il principio del consenso è “condivisibile”, ma ha criticato la norma così com’è scritta, sostenendo che potrebbe produrre effetti opposti a quelli voluti. “Una legge che lascia troppo spazio alla libera interpretazione rischia di intasare i tribunali e di alimentare lo scontro invece di ridurre le violenze”, ha detto Salvini ai giornalisti a Palazzo Madama. Il tema è caldo da mesi, con la proposta che avrebbe introdotto una definizione più rigorosa del consenso nei rapporti sessuali.

Salvini ha aggiunto: “Questa specie di consenso preliminare, informato e attuale, così come è scritta, apre la porta a vendette personali, da parte di donne e uomini, che senza alcun abuso potrebbero usare una norma vaga per risentimenti personali, intasando i tribunali”. Una posizione dura, che si inserisce in un clima già teso tra maggioranza e opposizione.

Bongiorno al centro del dibattito in Senato

Nel suo intervento, Salvini ha voluto mettere in luce il lavoro della senatrice Giulia Bongiorno, avvocata penalista e figura di riferimento nella tutela delle vittime di violenza. “Giulia Bongiorno – ha ricordato – è avvocata di molte donne vittime di violenza e molestie”. La senatrice della Lega, da tempo impegnata su questi temi, aveva espresso dubbi sulla proposta, chiedendo una legge più chiara per evitare fraintendimenti.

Il confronto in Senato si è acceso nelle ultime settimane, con interventi che hanno mostrato quanto sia complicato il tema. Da una parte chi vuole rafforzare la protezione delle vittime, dall’altra chi teme un aumento delle cause legali e un possibile uso strumentale delle nuove norme.

Politica e legge: reazioni a caldo

La discussione sulla riforma del reato di violenza sessuale si inserisce in un più ampio lavoro di revisione del codice penale. Fonti parlamentari rivelano che la proposta bocciata in Senato avrebbe introdotto criteri più precisi per valutare il consenso nei rapporti intimi, ispirandosi a esperienze europee. Ma la mancanza di una definizione chiara ha sollevato dubbi tra giuristi e addetti ai lavori.

Le opposizioni accusano la maggioranza di voler rallentare un percorso indispensabile per aggiornare la legge italiana agli standard internazionali. Dall’altra parte, diversi esponenti della maggioranza ribadiscono l’intenzione di trovare un’intesa che eviti “zone d’ombra” e garantisca chiarezza. “Serve una legge chiara – ha detto un senatore della commissione Giustizia – che protegga davvero le vittime senza creare nuovi problemi nei tribunali”.

Il nodo del consenso e cosa succederà

Il punto centrale resta il tema del consenso: come definirlo in modo preciso senza lasciare spazio a interpretazioni arbitrarie? Gli esperti ricordano che la giurisprudenza italiana già considera l’assenza di consenso un elemento chiave del reato di violenza sessuale. Però, inserire formule più dettagliate potrebbe complicare il lavoro dei giudici.

Secondo le prime anticipazioni, il testo tornerà in commissione per ulteriori approfondimenti. Non è escluso che nelle prossime settimane arrivino emendamenti per chiarire i punti più controversi. Intanto, associazioni femministe e centri antiviolenza spingono per accelerare: “Non possiamo permetterci altri ritardi”, ha detto una portavoce della rete D.i.Re.

Una partita ancora aperta

Il dibattito sulla riforma della legge sulla violenza sessuale resta aperto. Tra bisogno di tutelare le vittime e garanzie per chi è accusato, il Parlamento deve trovare un equilibrio che eviti sia l’impunità sia l’abuso della legge. Solo allora – come ha sottolineato Salvini – si potrà avere una norma davvero efficace. Per ora, la discussione prosegue tra le aule e l’opinione pubblica, con la consapevolezza che ogni parola ha un peso.