Spread Btp-Bund in discesa: un segnale positivo per l’economia italiana

Spread Btp-Bund in discesa: un segnale positivo per l'economia italiana

Spread Btp-Bund in discesa: un segnale positivo per l'economia italiana

Giada Liguori

Novembre 26, 2025

Roma, 26 novembre 2025 – Lo spread tra Btp e Bund tedeschi a 10 anni ha chiuso oggi in calo, scendendo a 72,7 punti base contro i 74,6 di apertura. Un livello che riporta il differenziale vicino ai minimi degli ultimi diciassette anni: il 13 novembre scorso era arrivato a 71,7 punti, un dato che non si vedeva dalla metà del 2008. Il rendimento del decennale italiano si è fermato al 3,39%, confermando la fase di relativa calma che sta caratterizzando i mercati obbligazionari europei nelle ultime settimane.

Spread Btp-Bund ai minimi dal 2008: cosa significa

La giornata sui mercati è partita con un clima di prudenza, ma già nelle prime ore il differenziale tra titoli italiani e tedeschi ha iniziato a restringersi. Gli esperti di Piazza Affari vedono nella chiusura a 72,7 punti base un segnale di fiducia degli investitori verso il debito pubblico italiano. “Lo spread più basso riflette una ridotta percezione del rischio Paese”, spiega un analista di una grande banca d’investimento, sottolineando come questa tendenza sia in linea con quella registrata in altri mercati europei.

Il dato di oggi si inserisce in una fase in cui lo spread resta su valori storicamente bassi. Solo pochi giorni fa, il 13 novembre, il differenziale aveva toccato i 71,7 punti, il minimo dal 2008, un periodo di grandi turbolenze finanziarie che oggi sembra ormai lontano, almeno a guardare i numeri.

Rendimento Btp stabile al 3,39%, gli investitori osservano

Il rendimento del Btp decennale si è mantenuto al 3,39%, leggermente in calo rispetto ai giorni scorsi. Secondo gli esperti, questo dato riflette sia la solidità della domanda per i titoli italiani sia le attese sulle mosse della Banca Centrale Europea. “Gli investitori stanno seguendo con attenzione le decisioni della BCE”, spiega un gestore obbligazionario romano, “ma per ora non si vedono tensioni particolari sul mercato dei titoli di Stato”.

La discesa dello spread e la stabilità dei rendimenti sono legate anche all’andamento dell’inflazione nell’area euro e alle prospettive di crescita economica. Le ultime stime della Commissione europea prevedono per l’Italia una crescita moderata nel 2025 e un’inflazione in rallentamento. Sono fattori che aiutano a tenere basso il premio al rischio richiesto dagli investitori.

Spread in calo, reazioni a Piazza Affari

A Piazza Affari, la riduzione dello spread è stata accolta con un cauto ottimismo. Qualche operatore ha ricordato come il differenziale sotto quota 75 punti base sia una soglia psicologica importante. “Quando lo spread scende sotto certi livelli”, racconta un trader milanese poco dopo le 17, “si respira un’aria diversa: c’è più fiducia e meno pressione sulle aste del Tesoro”.

Anche il Ministero dell’Economia segue da vicino l’andamento dei mercati. Fonti vicine al dicastero guidato da Giancarlo Giorgetti hanno commentato che “la diminuzione dello spread è un segnale positivo, ma è fondamentale mantenere i conti pubblici sotto controllo”. Il prossimo passaggio chiave sarà la presentazione della legge di Bilancio in Parlamento, prevista entro metà dicembre.

Debito italiano nel quadro europeo: confronto e rischi

Il calo dello spread italiano si inserisce in un contesto europeo di generale allentamento delle tensioni sui mercati obbligazionari. Anche altri Paesi dell’area euro hanno visto ridursi i differenziali rispetto al Bund tedesco, considerato il titolo più sicuro del continente. In Spagna, per esempio, lo spread si è assestato intorno ai 90 punti base, mentre in Francia è sceso sotto quota 50.

Gli analisti, però, invitano alla prudenza. “I mercati restano molto sensibili a possibili shock esterni”, ricorda un economista dell’Università Bocconi. “Basta poco per cambiare la rotta: una crisi geopolitica o dati economici più deboli del previsto possono riportare volatilità”.

Per ora, però, lo scenario è favorevole per il debito italiano. Con uno spread vicino ai minimi dal 2008 e rendimenti stabili, il Tesoro può guardare con più tranquillità alle prossime emissioni. Ma la sfida sui conti pubblici – come ricordano a via XX Settembre – è tutt’altro che finita.