Aumento dei posti di lavoro nel 2024: l’Inps prevede un incremento del 2,5% e contributi in crescita del 6%

Aumento dei posti di lavoro nel 2024: l'Inps prevede un incremento del 2,5% e contributi in crescita del 6%

Aumento dei posti di lavoro nel 2024: l'Inps prevede un incremento del 2,5% e contributi in crescita del 6%

Matteo Rigamonti

Novembre 27, 2025

Milano, 27 novembre 2025 – Nel 2024 le imprese del settore privato non agricolo in Italia hanno superato quota 1,67 milioni, con un aumento appena percettibile dello 0,2% rispetto all’anno prima. A fare davvero la differenza, però, è la crescita delle posizioni lavorative: sono arrivate a 15,72 milioni, segnando un +2,5% su base annua. A spingere il settore sono soprattutto le regioni del Mezzogiorno, dove la ripresa è più evidente rispetto alla media nazionale.

Mezzogiorno protagonista: Campania e Calabria in testa alla ripresa

I dati dell’Osservatorio sulle imprese del settore privato non agricolo dell’INPS mostrano che la crescita più forte nel numero di imprese attive si concentra in Campania (+1,7%), seguita da Calabria (+1,2%) e Puglia (+1,1%). Il dato nazionale, lo ricordiamo, si ferma allo 0,2%. Il Sud sembra dunque attraversare una fase di maggiore vivacità. “Sono segnali incoraggianti, che raccontano di una vitalità imprenditoriale in crescita nelle regioni meridionali”, spiega un funzionario INPS che ha seguito l’analisi.

Occupazione in ripresa: il Sud fa meglio del resto d’Italia

Non solo imprese: anche le posizioni lavorative nel Mezzogiorno crescono a un ritmo superiore alla media nazionale. In Campania l’incremento è stato del 5%, in Calabria del 4,7%, mentre Molise e Sicilia segnano rispettivamente +4,5% e +4,1%. Numeri che raccontano una domanda di lavoro in aumento e una maggiore capacità delle aziende locali di assorbire forza lavoro.

Contributi INPS: nel Sud il balzo più forte, superati i 171 miliardi a livello nazionale

Sul fronte dei contributi versati all’INPS, il 2024 chiude con un +6,1%, per un totale che supera i 171,3 miliardi di euro. Anche qui il Mezzogiorno si distingue: in Campania e Molise l’aumento è stato del 9,5%, in Sicilia dell’8,8%, in Calabria dell’8,5%, mentre in Abruzzo e Sardegna si registrano +8,4% e +8,2%. “L’aumento dei contributi riflette sia la crescita dell’occupazione sia una maggiore regolarità nei versamenti”, sottolinea un esperto di diritto del lavoro intervistato da alanews.it.

Territori a confronto: il Sud accelera, il Nord resta più fermo

Il quadro disegnato dall’INPS mostra un’Italia con una ripresa economica tutt’altro che uniforme. Alcune regioni del Nord tengono o crescono poco, mentre il Sud sembra aver imboccato una strada più veloce. Gli economisti consultati collegano questo andamento a incentivi locali per l’imprenditoria giovanile e a politiche di sostegno al lavoro messe in campo negli ultimi anni.

Le reazioni: “Bene, ma serve continuità”

Tra chi lavora sul campo, però, il giudizio è prudente. “Sono dati positivi, ma non bastano a colmare il divario storico tra Nord e Sud”, ammette Giovanni Russo, presidente di un’associazione imprenditoriale napoletana. “Serve continuità negli investimenti e attenzione alle infrastrutture”. Sullo stesso tono anche i sindacalisti sentiti nelle ultime ore: “La crescita dei posti di lavoro è importante – dicono – ma bisogna guardare alla qualità dei contratti e alla stabilità dell’occupazione”.

Che cosa ci aspetta nel 2025

Guardando avanti, l’INPS prevede che la tendenza possa continuare anche nel 2025, anche se restano alcune incognite legate alla situazione internazionale e alle scelte di politica economica nazionali. Per ora, però, i numeri raccontano di un tessuto produttivo che nel Mezzogiorno sembra aver ritrovato slancio. E che ora aspetta risposte concrete per consolidare questa fase di crescita.