Eurallumina: gli operai in attesa di notizie cruciali da Calderone

Eurallumina: gli operai in attesa di notizie cruciali da Calderone

Eurallumina: gli operai in attesa di notizie cruciali da Calderone

Matteo Rigamonti

Novembre 27, 2025

Cagliari, 27 novembre 2025 – Sono dieci notti che quattro operai dell’Eurallumina di Portovesme resistono su un silo alto quaranta metri, sfidando vento e freddo. Chiedono risposte sulla vertenza che da mesi tiene in sospeso il futuro dello stabilimento nel Sulcis Iglesiente. La protesta, partita lunedì 17 novembre, si inserisce in un clima teso per le sanzioni italiane contro la Russia legate alla guerra in Ucraina. La proprietà russa, il gruppo Rusal, ha annunciato l’intenzione di bloccare i finanziamenti, lasciando centinaia di lavoratori e famiglie in una situazione di grande incertezza.

Operai in cima al silo: la battaglia per il futuro

A Portovesme, quel presidio sul silo è ormai un simbolo per la comunità. Ogni sera le luci restano accese, le voci si rincorrono tra i capannoni vuoti. “Oggi arriverà qui la Commissione Industria del Consiglio regionale per parlare con noi”, racconta Enrico Pulisci, rappresentante sindacale della Rsa Eurallumina, raggiunto al telefono alle 7.30 del mattino. La richiesta è chiara: sbloccare i fondi o togliere le sanzioni che stanno fermando di fatto lo stabilimento.

Gli operai sono saliti sul silo all’alba del 17 novembre, portando con sé coperte, cibo essenziale e i telefoni per restare in contatto con le famiglie. “Non scendiamo finché non avremo garanzie”, ripetono da giorni. Intorno a loro, il vento del mare e il silenzio di un impianto fermo da mesi.

Sanzioni e finanziamenti bloccati: la crisi si aggrava

Il cuore del problema sono proprio le sanzioni italiane contro la proprietà russa. Da quando è scoppiata la guerra tra Russia e Ucraina, l’Eurallumina – controllata da Rusal – non riceve più finanziamenti. Secondo i sindacati, questa situazione rischia di trasformarsi in una crisi sociale che colpirà tutto il Sulcis.

Nei giorni scorsi la proprietà ha annunciato la sospensione dei fondi. Una doccia fredda per i circa 400 operai diretti e per tutto l’indotto. “Siamo appesi a un filo”, confida uno di loro durante un breve collegamento video con i familiari.

L’arrivo della ministra Calderone: l’attesa è alta

La tensione potrebbe crescere ancora nelle prossime ore. Domani pomeriggio è attesa la visita della ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone, chiamata a dare risposte dopo settimane di attesa. Gli operai sperano che questo incontro possa segnare una svolta. “Ci auguriamo che lei, come esponente del governo, porti notizie positive”, dice Pulisci, riferendosi anche alle recenti dichiarazioni dei ministri Urso e Giorgetti e al confronto tra il ministro dell’Economia e la presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde.

Il prossimo appuntamento ufficiale è fissato per il 10 dicembre, quando si terrà un nuovo tavolo sulla vertenza Eurallumina. Fino ad allora, i lavoratori chiedono almeno qualche segnale concreto. “Questo nodo deve essere sciolto”, ripetono dal silo.

Sulcis Iglesiente: una terra in bilico

Nel Sulcis Iglesiente, la crisi dell’Eurallumina si intreccia con una storia industriale che dura da decenni. Portovesme è uno dei poli produttivi più importanti della Sardegna sud-occidentale. Qui l’alluminio ha dato lavoro a generazioni di famiglie. Oggi però il rischio di una chiusura definitiva pesa come un macigno.

“Non è solo questione di posti di lavoro”, spiegano i sindacalisti locali. “È il futuro di un intero territorio che è in gioco”. Intorno allo stabilimento ci sono piccole imprese, fornitori, servizi. Ma da mesi tutto sembra fermo, in attesa.

Proteste e attese: la politica deve muoversi

La protesta continua tra turni di veglia e messaggi di solidarietà arrivati anche da altre fabbriche italiane. L’attesa per le decisioni del governo resta alta. Gli operai chiedono alla politica di prendersi le proprie responsabilità. “Dalla ministra ci aspettiamo notizie importanti per avere una speranza per noi, per i lavoratori e per tutto il territorio”, ribadisce Pulisci.

Solo allora, forse, qualcuno potrà scendere dal silo con la certezza che una soluzione è davvero possibile.