Roma, 27 novembre 2025 – La Corte di Cassazione ha messo la parola fine sull’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il ragazzo di origini capoverdiane ucciso a Colleferro nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020. Per Marco Bianchi è arrivata la conferma dell’ergastolo, mentre per il fratello Gabriele si apre la strada a un nuovo processo d’appello. Una decisione che chiude un lungo capitolo durato oltre cinque anni, fatto di indagini, processi e attese, in una vicenda che ha colpito forte non solo la comunità locale.
Ergastolo senza appello per Marco Bianchi
I giudici della Suprema Corte, riuniti ieri a Roma, hanno confermato la condanna all’ergastolo per Marco Bianchi, il più giovane dei due fratelli coinvolti nel pestaggio mortale. La sentenza, attesa da settimane, chiude definitivamente il procedimento per uno dei principali imputati. Secondo la Procura, Marco ha avuto un ruolo cruciale nell’aggressione che, in meno di un minuto, ha strappato la vita a Willy. “La responsabilità penale è stata accertata in modo pieno”, si legge nelle motivazioni depositate in cancelleria.
Per la famiglia Monteiro Duarte, che ha seguito ogni udienza con tenacia, la notizia è arrivata poco dopo le 18. “Non ci ridarà nostro figlio – ha detto a bassa voce la madre Lucia – ma almeno sappiamo che è stata fatta giustizia”. Un sollievo amaro, condiviso anche dagli amici di Willy, che si sono radunati davanti al tribunale di piazzale Clodio aspettando l’esito.
Gabriele Bianchi: un nuovo processo all’orizzonte
Diversa la situazione per Gabriele Bianchi, il fratello maggiore. La Cassazione ha deciso che per lui si dovrà celebrare un nuovo processo d’appello – il terzo – per rivedere le attenuanti generiche concesse in secondo grado bis, che avevano portato a una condanna a 28 anni di carcere. I giudici dovranno ora valutare se quelle attenuanti sono state date correttamente o meno. Se venissero tolte, anche per Gabriele potrebbe scattare l’ergastolo, come stabilito in primo grado.
Gli avvocati difensori hanno accolto la decisione con prudenza. “Aspettiamo di leggere le motivazioni – ha spiegato l’avvocato Massimiliano Pica – ma siamo pronti a difendere le nostre ragioni nel nuovo processo”. La Procura generale, invece, ha ribadito la gravità dei fatti e ha chiesto una pena esemplare.
Il pestaggio in 50 secondi: la dinamica dell’aggressione
La notte dell’omicidio è ancora viva nella memoria di Colleferro. Le indagini dei carabinieri hanno ricostruito una scena che si è consumata in appena cinquanta secondi davanti al pub “Duedipicche”, in via Oberdan. I fratelli Bianchi, insieme a Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, sono scesi da una Volkswagen Polo bianca e hanno colpito Willy con calci e pugni mentre era già a terra. “Sembravano fuori controllo”, ha raccontato un testimone in aula. La vittima aveva solo 21 anni.
Per Belleggia e Pincarelli le condanne sono ormai definitive: rispettivamente 23 e 21 anni di carcere. Anche loro sono stati ritenuti colpevoli di aver partecipato attivamente al pestaggio, seppur con ruoli meno centrali rispetto ai fratelli Bianchi.
Scuse in aula e il dolore che non si placa
Durante l’appello bis, Marco e Gabriele Bianchi hanno parlato davanti ai giudici e ai familiari di Willy. “Non siamo mostri – hanno detto rivolgendosi alla madre del ragazzo – siamo addolorati per quello che è successo e chiediamo scusa”. Parole che però non hanno placato la rabbia e il dolore dei parenti. “Le scuse non bastano”, ha commentato uno zio di Willy all’uscita dall’aula.
Colleferro continua a ricordare Willy con iniziative pubbliche e una targa nel parco cittadino. Il sindaco Pierluigi Sanna ha detto: “Questa sentenza non cancella il dolore, ma rafforza il nostro impegno contro ogni forma di violenza”.
Una ferita aperta nella comunità
L’omicidio di Willy Monteiro Duarte ha acceso i riflettori sul problema delle aggressioni di gruppo e della violenza giovanile nelle città del Lazio. In questi anni il caso è diventato simbolo di una battaglia civile che va ben oltre la cronaca giudiziaria. Con l’ergastolo definitivo per Marco Bianchi e un nuovo processo per Gabriele, si chiude un capitolo, ma resta una ferita profonda nella memoria di tutti.
