Milano, 27 novembre 2025 – In Italia arriva una svolta nella diagnosi del tumore del retto. Una ricerca guidata dall’Ospedale Niguarda e dall’Università di Milano, pubblicata su The Lancet Oncology, mostra che oggi è possibile una diagnosi più precisa e meno invasiva. I dati presentati ieri a Milano dicono che in un caso su quattro la malattia può entrare in remissione completa senza passare dal bisturi, grazie alla cosiddetta biopsia liquida. Si tratta di una tecnica che analizza il DNA tumorale circolante nel sangue.
Biopsia liquida, la vera svolta
Lo studio ha coinvolto 180 pazienti con tumore del retto in fase avanzata, ma senza metastasi. Dietro c’è una rete di centri di eccellenza: dall’Istituto Europeo di Oncologia all’Istituto Mario Negri, fino all’Istituto Oncologico Veneto di Padova, l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, l’Ospedale S. Antonio di Padova, l’Istituto Oncologico di Candiolo (Torino) e le università di Padova e Torino. Un lavoro di squadra che, come ha detto il professor Salvatore Siena, coordinatore dello studio, “segna una pietra miliare per l’oncologia italiana”.
“Questa nuova strada è un passo avanti importante per chi ha il carcinoma del retto”, ha spiegato Siena. “I dati mostrano che se le terapie prima dell’intervento riescono a eliminare il tumore, si può evitare l’operazione e seguire il paziente con attenzione. Così si può guarire senza dover passare dal bisturi”.
Terapie mirate, meno chirurgia
Nel dettaglio, i pazienti hanno fatto quattro cicli di terapia oncologica, seguiti da radioterapia e chemioterapia. Per circa il 25% di loro, questo è bastato a far sparire completamente il tumore. Solo se la risposta non era completa, si è valutata l’opzione chirurgica.
La vera novità sta nella capacità della biopsia liquida di capire chi può evitare l’intervento e chi invece deve puntare a cure più intense. “Finalmente abbiamo uno strumento per adattare la terapia a ogni paziente”, ha detto un medico dell’Istituto Mario Negri coinvolto nello studio. “Non tutti sono uguali: alcuni possono saltare fasi inutili, altri devono essere seguiti più da vicino”.
Un cambiamento nella pratica clinica
In Italia si registrano ogni anno circa 14mila nuovi casi di tumore del retto, con oltre 5mila morti, secondo l’Associazione Italiana Registri Tumori. Evitare la chirurgia, spesso pesante e con rischi, può davvero migliorare la vita di tanti.
“Per molti pazienti significa non dover affrontare un percorso difficile e doloroso”, ha raccontato una delle persone che ha partecipato alla sperimentazione, incontrata nei corridoi del Niguarda. “Sapere che esiste un’alternativa dà speranza”.
Cosa ci aspetta
Gli autori dello studio sottolineano che la biopsia liquida non sostituisce del tutto i metodi tradizionali, ma li affianca per scegliere e seguire meglio i pazienti. “Non è una bacchetta magica”, ha ammesso Siena, “ma ci aiuta a evitare trattamenti inutili e rischi evitabili”.
La ricerca continuerà con nuovi pazienti e un monitoraggio più lungo per capire quanto durano le remissioni senza chirurgia. Intanto, la comunità scientifica guarda con attenzione a questi risultati. “Questa esperienza”, ha detto un oncologo dell’Università di Torino, “potrebbe cambiare le linee guida internazionali nel prossimo futuro”.
Un passo avanti vero
In attesa di conferme, medici e pazienti sentono di aver fatto un passo avanti nella lotta contro il carcinoma del retto. “Non è solo una questione di numeri”, ha concluso Siena. “Ma della possibilità, per centinaia di persone ogni anno, di affrontare il futuro con meno paura”.
