Milano, 27 novembre 2025 – A settembre, secondo le ultime stime dell’Istat, il fatturato dell’industria italiana ha messo a segno un balzo del 2,1% in valore e del 3% in volume rispetto al mese precedente. Un segnale di ripresa che interessa sia il mercato interno sia quello estero. I dati, resi noti questa mattina, arrivano dopo mesi di alti e bassi e gli analisti li interpretano come un segno di tenuta del settore manifatturiero, in un quadro economico ancora incerto a livello internazionale.
Industria italiana: settembre segna il passo
Nel dettaglio, il mercato interno ha registrato un +1,5% in valore e +2,7% in volume, mentre il mercato estero è cresciuto del +3,1% in valore e +3,4% in volume. “È una crescita che coinvolge quasi tutti i settori industriali”, ha spiegato un funzionario Istat contattato da alanews.it. Dietro questo risultato ci sono soprattutto la domanda europea e la ripresa di settori chiave come la meccanica e l’alimentare.
Servizi in ripresa: il terziario tira il fiato
Non solo industria. Anche il comparto dei servizi ha mostrato segni di ripresa: a settembre la crescita congiunturale è stata dell’1,8% in valore e dell’1,6% in volume. In particolare, il commercio all’ingrosso ha segnato un +2,1% sia in valore che in volume, mentre gli altri servizi – trasporti, logistica e attività professionali – hanno avuto un +1,4% in valore e +1,5% in volume. “Il dato riflette una domanda interna più vivace rispetto ai mesi scorsi”, ha commentato una fonte vicina a Confcommercio.
Un anno di crescita: i numeri confermano la tendenza
Se si guarda all’andamento su base annua, il quadro resta positivo. Il fatturato industriale, corretto per gli effetti del calendario, è salito del 3,4% in valore e del 3,5% in volume rispetto a settembre 2024. La spinta più forte arriva dal mercato interno (+4,3% in valore, +4,5% in volume), mentre l’estero cresce in modo più contenuto (+1,6% in valore, +2% in volume). Anche nei servizi l’aumento tendenziale è significativo: +4,3% in valore e +3,7% in volume.
Un dettaglio tecnico: a settembre 2025 i giorni lavorativi sono stati 22, uno in più rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Un fattore che, secondo gli statistici, può aver avuto un piccolo peso sul risultato mensile.
Le reazioni degli operatori: tra ottimismo e cautela
“Questi dati confermano una fase di consolidamento dopo mesi difficili”, ha detto Marco Bianchi, responsabile economico di Assolombarda. “Le imprese stanno beneficiando di una domanda più stabile e di un clima di fiducia un po’ migliore”. Ma non mancano le incognite: i prezzi dell’energia e le tensioni geopolitiche continuano a pesare sulle esportazioni.
Nel settore dei servizi, la ripresa è “incoraggiante ma ancora fragile”, spiega una portavoce di Confesercenti. “Molte aziende stanno recuperando terreno perso durante la pandemia, ma i margini restano stretti e la concorrenza internazionale si fa sentire”.
L’Italia in Europa: una crescita che non convince del tutto
Nel confronto con gli altri Paesi europei, l’Italia si colloca nella fascia medio-alta per crescita industriale nel terzo trimestre 2025. Eurostat segnala che la media dell’area euro si aggira intorno al 2%, con Germania e Francia leggermente sotto i livelli italiani. Ma gli esperti invitano alla prudenza. “La volatilità dei mercati resta alta”, osserva Silvia Rossi, economista di Nomisma. “Bisognerà stare attenti a come evolverà la domanda globale nei prossimi mesi”.
In breve – anche se è meglio non abbassare la guardia – i dati Istat di settembre offrono l’immagine di un’economia che sta cercando di ripartire. Le prossime settimane saranno decisive per capire se questa tendenza potrà consolidarsi o se saranno le incertezze internazionali a prendere il sopravvento.
