L’addio dell’avvocato Angelucci: cosa si nasconde dietro la sua decisione di lasciare la difesa della famiglia nel bosco

L'addio dell'avvocato Angelucci: cosa si nasconde dietro la sua decisione di lasciare la difesa della famiglia nel bosco

L'addio dell'avvocato Angelucci: cosa si nasconde dietro la sua decisione di lasciare la difesa della famiglia nel bosco

Matteo Rigamonti

Novembre 27, 2025

Pescara, 27 novembre 2025 – L’avvocato Giovanni Angelucci si è dimesso dalla difesa della famiglia nel bosco – Nathan Trevallion e Catherine Birmingham – dopo settimane di tensioni e scontri. È il quarto cambio di legale in soli sei mesi. La decisione, annunciata lunedì, arriva dopo che la coppia ha rifiutato più volte aiuti e proposte, segnando la fine di un rapporto di fiducia ormai rotto. “Ci sono state pressioni dall’esterno. La fiducia che deve esserci tra avvocato e cliente si è spezzata”, ha spiegato Angelucci al telefono, dal suo studio di Vasto.

Offerte respinte e fiducia persa

Secondo l’avvocato, la rottura è arrivata negli ultimi giorni, dopo un altro tentativo fallito di trovare un accordo. “Sono esausto. Ho solo bisogno di fermarmi un po’, dopo settimane senza tregua”, ha confidato. A far saltare tutto è stato un appuntamento del 25 novembre. Quel pomeriggio era previsto un incontro con Nathan Trevallion per visitare una casa offerta gratuitamente da un ristoratore di Ortona, originario di Palmoli: un bed and breakfast immerso nel bosco, con tre camere, soggiorno, cucina e portico. “Sì, gratis”, ha sottolineato l’avvocato. Ma Trevallion non si è fatto vedere.

La famiglia avrebbe potuto viverci durante i lavori di ristrutturazione della loro casa principale, comprata dalla cosiddetta “ragazza degli husky”. Eppure, anche questa soluzione è stata scartata senza spiegazioni chiare.

Case offerte e nuove rinunce

Non è stata una sola volta. Il sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli, aveva messo a disposizione un’altra abitazione, sempre gratuitamente, poco fuori dal centro del paese: settanta metri quadrati su un unico piano, con terreno e pannelli solari per l’energia. “Nemmeno l’ha visitata”, ha detto Angelucci. La precedente sistemazione era stata abbandonata perché troppo rumorosa e senza vista sull’alba.

Anche un imprenditore di Pescara aveva proposto di montare moduli abitativi innovativi nel giardino del rustico amato dalla famiglia. Nathan avrebbe dovuto firmare il progetto per il deposito al genio civile, ma ha rinunciato, sostenendo che i lavori sarebbero stati troppo invasivi. La società San Salvo Appalti si era detta pronta a coprire tutte le spese. Nulla da fare.

Rifiuti anche per gli aiuti tecnici

Non solo case. Angelucci aveva organizzato anche un incontro con una psicologa infantile, esperta in psicoterapia cognitivo-comportamentale. Le sue valutazioni sarebbero state fondamentali per il giudizio del Tribunale dei Minori dell’Aquila. Anche questa proposta è stata rifiutata. “Era un passaggio obbligato per il ricorso che scade sabato prossimo”, ha spiegato l’avvocato. “Non potevo andare avanti con una difesa a metà. Ho dovuto lasciare.”

Fughe e diffidenza verso le istituzioni

La famiglia Trevallion-Birmingham è segnata da un forte sospetto verso le istituzioni. Lo scorso anno Catherine era fuggita a Bologna con i figli per evitare l’intervento dei servizi sociali, restando nascosta per mesi. Nathan era rimasto nella casa nel bosco, coprendo la fuga della moglie.

L’ordinanza del Tribunale dei Minori dell’Aquila che ha disposto l’allontanamento dei bambini ha acceso i riflettori. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha preso posizione durante il question time alla Camera: “Sono pronto a intervenire con i poteri disciplinari se emergono irregolarità”.

Silenzio e attesa nella casa famiglia

Nel frattempo, nella struttura protetta dove sono ospitati i tre figli e la madre da quasi una settimana, regna il massimo riserbo. La Garante regionale per l’infanzia, Alessandra De Febis, ha rassicurato sulle condizioni dei bambini: “Stanno bene, sono tranquilli e in buona salute. Affrontano questo momento con equilibrio”.

Il futuro della famiglia resta un’incognita. Secondo fonti vicine a Nathan e Catherine, la coppia starebbe pensando di tornare in Australia non appena riavranno i figli. Ma per ora tutto tace: tra silenzi, attese e porte chiuse, la vicenda della “famiglia nel bosco” continua a mettere in difficoltà istituzioni e opinione pubblica.