Roma, 27 novembre 2025 – L’Europa deve sedersi al tavolo dei grandi Paesi che contano nello spazio, con i propri astronauti e senza dipendere da altri. È questo il messaggio lanciato oggi a Roma da Luca Parmitano, astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), durante un incontro all’Istituto Affari Internazionali, nel corso degli appuntamenti di AstroTak. Un momento di riflessione importante, nel mezzo di una fase di cambiamento per il settore spaziale europeo, tra sfide tecnologiche e la necessità di una linea politica chiara.
L’Europa e il sogno dell’autonomia nello spazio
Parmitano non nasconde che, nel breve periodo, un sistema europeo per portare astronauti in orbita è ancora un sogno lontano. “Non è la stessa cosa un sistema per carichi e uno per persone”, ha spiegato, “la complessità cresce in modo enorme”. E non è solo questione di tecnologia: “Il rischio cambia quando in gioco c’è una vita umana”, ha aggiunto l’astronauta, che nel 2019 è stato il primo italiano a comandare la Stazione Spaziale Internazionale.
Eppure, lo scenario sembra muoversi. L’interesse dei Paesi dell’Unione cresce, soprattutto dopo gli sviluppi degli ultimi dieci anni. Accanto ai partner storici come Nasa, Canada e Giappone, si fanno avanti nuovi protagonisti: “India ed Emirati Arabi Uniti sono entrati in gioco”, ha ricordato Parmitano. Un segnale chiaro: il mondo dello spazio si sta allargando e diversificando.
Dalle agenzie statali agli operatori privati: un cambio di paradigma
Negli ultimi anni, ha sottolineato Parmitano, “molte delle attività legate al volo umano sono passate nelle mani dei privati”. Questo ha spinto l’Europa a ripensare le sue mosse. “Non possiamo più affidarci solo alle agenzie spaziali di Stato”, ha detto senza mezzi termini. Il riferimento è a colossi come SpaceX e Blue Origin, che negli Stati Uniti hanno rivoluzionato il settore, mentre in Europa il dibattito sull’autonomia resta aperto.
Questa svolta, per Parmitano, “ha fatto capire ai nostri leader quanto sia importante portare nel mondo e nello spazio i valori europei”. Valori che significano soprattutto “cooperazione, tutela dell’ambiente, sostenibilità”.
Tecnologia europea e politica: la sfida da affrontare
“In Europa la tecnologia non manca”, ha detto Parmitano davanti a studenti e ricercatori. Ma, ha ammesso, “forse è mancata un po’ di volontà politica”. Il problema sta proprio lì: tra ESA e governi nazionali non si è ancora trovata una strategia comune per un volo umano europeo indipendente.
Non è solo una questione tecnica. “Avere un volo umano autonomo – ha spiegato – è una dimostrazione della forza tecnologica e strategica di un Paese”. In altre parole, poter mandare astronauti nello spazio senza dipendere dagli altri è un tassello chiave per l’autonomia dell’Europa.
Cooperazione e sostenibilità: i valori da portare nello spazio
Parmitano ha ribadito l’importanza di portare nello spazio i principi che hanno fatto grande l’Europa. “Per farlo davvero, l’Europa deve poter sedere da pari tra i Paesi che hanno accesso allo spazio”, ha concluso. Un messaggio chiaro, rivolto non solo agli esperti ma anche ai decisori politici, chiamati a guardare lontano e a investire con coraggio.
La discussione è ancora aperta. Nei corridoi dell’Istituto Affari Internazionali, tra una pausa e l’altra degli incontri AstroTak, si respirava un senso di urgenza: il tempo stringe, e le scelte che arriveranno nei prossimi anni saranno decisive per il futuro dell’Europa nello spazio.
