Roma, 27 novembre 2025 – La sicurezza sul lavoro e il potenziamento delle competenze professionali sono stati al centro della 13ª Giornata nazionale dell’ingegneria della sicurezza, tenutasi oggi a Roma su iniziativa del Consiglio nazionale degli ingegneri (Cni). Un evento che, come ha spiegato il vicepresidente del Cni, Elio Masciovecchio, punta a mettere in luce la sicurezza come quella “infrastruttura invisibile della vita civile”, un sistema che funziona soprattutto quando non si vede, ma che diventa fondamentale nelle emergenze.
Norme aggiornate e dati sugli infortuni: la situazione in Italia
Negli ultimi anni, l’Italia ha fatto passi avanti con una normativa più efficace per prevenire i rischi sul lavoro. Il recente Decreto legge 31 ottobre 2025 n. 159 ha migliorato i controlli e introdotto nuovi strumenti per monitorare i flussi di lavoro e identificare i cosiddetti “near-miss”, cioè quegli episodi pericolosi che non hanno provocato incidenti ma che sono segnali da non sottovalutare. “Alzare il livello di attenzione dà i suoi frutti”, ha commentato il Cni, citando i dati Inail: tra il 2020 e il 2024 le denunce di infortunio sono cresciute del 3,5%, ma gli incidenti sul lavoro (esclusi quelli durante il tragitto) sono calati del 3,2%. Ancora più significativo il calo degli infortuni mortali: da 1.502 nel 2020 a 894 nel 2024, con una riduzione del 40%. Secondo le previsioni Inail, il trend positivo dovrebbe continuare anche nel 2025.
Italia e Europa a confronto: prevenzione incendi e sicurezza
Guardando all’Europa, l’Italia fa meglio di quanto si pensi. Secondo Eurostat, nel nostro Paese si registrano 0,87 incidenti mortali ogni 100.000 lavoratori, contro 3,3 in Francia e 1,5 in Spagna. La media europea è 1,26. Un risultato che il Cni attribuisce anche al Codice di prevenzione incendi varato nel 2015, che ha cambiato il modo di gestire il rischio fuoco. Il nuovo metodo “prestazionale” permette ai professionisti di andare oltre le regole rigide, pur mantenendo alti standard di sicurezza. “È stato un salto culturale e tecnico importante”, ha spiegato Tiziana Petrillo, consigliera Cni con delega alla Sicurezza.
Nonostante ciò, il problema degli incendi in Italia resta rilevante: nel 2024 i vigili del fuoco sono intervenuti 226.630 volte per incendi o esplosioni. Negli ultimi dieci anni non si è mai scesi sotto i 200.000 interventi all’anno. La sfida ora è rafforzare la formazione e l’aggiornamento degli addetti alla prevenzione incendi: un’indagine del Centro studi Cni rivela che quasi il 90% applica il metodo previsto dal Codice, ma solo il 31,7% sperimenta soluzioni diverse.
Competenze certificate e formazione continua: una priorità
La certificazione delle competenze sta diventando sempre più importante. Tra il 2023 e il 2024, le certificazioni riconosciute sono aumentate dell’11%, secondo Accredia. Il Cni ha scelto di affidarsi a Certing per garantire che le competenze siano sempre aggiornate e riconosciute da enti indipendenti. Un esempio arriva dal settore delle infrastrutture stradali: Ansfisa ha collaborato con Certing per creare la figura del safety service manager, un professionista responsabile della sicurezza sulle strade con competenze certificate.
Dal lato delle aziende, Unicmi, l’associazione dei produttori di dispositivi di sicurezza, ha promosso la certificazione per ingegneri esperti in barriere stradali e sta guardando a nuove specializzazioni, come quella per le facciate continue. “In un settore dove spesso si improvvisa, la certificazione è una garanzia di qualità”, hanno spiegato i rappresentanti dell’associazione.
Rischio percepito e cultura della sicurezza nei cantieri
Durante la giornata è stata presentata un’indagine condotta da Cni, Ance e Formedil su oltre 1.850 lavoratori edili. I risultati mostrano una buona conoscenza delle norme: più dell’80% degli intervistati si sente informato e coinvolto nei processi di miglioramento. Ma emergono anche problemi: il 14% pensa che gli esperti possano fare a meno dei dispositivi di protezione individuale; il 38% si sente poco coinvolto nelle decisioni operative; il 21% segnala difficoltà a cambiare il modo di lavorare in modo collaborativo.
La formazione continua resta quindi fondamentale. Le scuole edili locali e le imprese associate ad Ance stanno contribuendo a far crescere la consapevolezza sulla sicurezza nei cantieri. Tra le idee emerse, c’è l’importanza delle “pillole formative” e dell’addestramento pratico direttamente sul campo.
L’ingegnere della sicurezza: tra norme e responsabilità
“Serve un sistema normativo che spinga le imprese a rispettare le regole di sicurezza”, ha detto Francesco Paolo Sisto, vice ministro della Giustizia. Paolo Zangrillo, ministro per la Pubblica Amministrazione, ha chiesto più collaborazione tra ingegneri e amministrazione pubblica: “Le innovazioni tecniche contano, ma servono anche competenze sempre aggiornate”. Per Emanuele Prisco, sottosegretario all’Interno, “gli ingegneri della sicurezza sono un punto di riferimento per cittadini e imprese”.
La giornata si è chiusa con un richiamo alla centralità della persona e alla necessità di una cultura della sicurezza viva e condivisa. “La percezione del rischio trasforma una regola in un comportamento reale”, ha ricordato Tiziana Petrillo. Solo così, con norme chiare, formazione di qualità e responsabilità condivise, potremo costruire un sistema capace di salvare vite e sostenere lo sviluppo del Paese.
