Sciopero delle Fs: cosa sapere sulle fasce di garanzia per i treni regionali

Sciopero delle Fs: cosa sapere sulle fasce di garanzia per i treni regionali

Sciopero delle Fs: cosa sapere sulle fasce di garanzia per i treni regionali

Matteo Rigamonti

Novembre 27, 2025

Roma, 27 novembre 2025 – Parte stasera alle 21 lo sciopero nazionale indetto dai sindacati autonomi che coinvolge il personale del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane. L’agitazione durerà fino alle 21 di domani, venerdì 28 novembre, e rischia di creare cancellazioni e ritardi non solo nelle 24 ore previste, ma anche nelle ore che le precedono e le seguono. A lanciare l’allarme è stata la stessa Fs, che nel pomeriggio ha diffuso una nota invitando i viaggiatori a prestare molta attenzione.

Sciopero Fs: cosa funziona e quando

Secondo quanto riferito da Ferrovie dello Stato, lo sciopero coinvolgerà sia il trasporto regionale che quello a lunga percorrenza. Per i treni regionali, però, saranno garantite le cosiddette “fasce di garanzia”: le corse tra le 6 e le 9 e quelle tra le 18 e le 21 di venerdì 28 novembre. In quei momenti i pendolari potranno contare su una parte del servizio abituale. Fuori da questi orari, invece, la circolazione potrebbe subire interruzioni e rallentamenti anche importanti.

Disagi attesi anche fuori orario

Nonostante l’agitazione ufficialmente si concluda alle 21 di domani, Fs avverte che le conseguenze – in termini di ritardi e cancellazioni – potrebbero farsi sentire anche prima dell’inizio e persistere oltre la fine dello sciopero. “Invitiamo i passeggeri a informarsi bene prima di partire”, si legge nella nota del gruppo ferroviario. Un consiglio che in queste ore viene ribadito dagli addetti alle biglietterie e dagli operatori dei call center.

Dove tenersi aggiornati

Chi deve viaggiare oggi o domani può trovare informazioni su treni attivi, servizi garantiti e aggiornamenti su diversi canali: l’app Trenitalia, la sezione Infomobilità sul sito trenitalia.com, i profili social ufficiali di Fs e il numero verde gratuito 800892021. Restano a disposizione anche le biglietterie delle stazioni, gli uffici assistenza, i distributori automatici e le agenzie di viaggio convenzionate. “Stiamo cercando di fornire aggiornamenti in tempo reale”, ha spiegato un operatore Trenitalia alla stazione Termini nel primo pomeriggio.

Perché si sciopera

La protesta è stata indetta dai sindacati autonomi per contestare alcune scelte aziendali legate all’organizzazione del lavoro e alle condizioni contrattuali. Fonti sindacali parlano di richieste su turni, sicurezza e riconoscimento delle professionalità. “Abbiamo chiesto un confronto vero con l’azienda”, dice un rappresentante dei lavoratori, “ma finora non abbiamo avuto risposte soddisfacenti”. Lo sciopero arriva dopo altre agitazioni nei mesi scorsi, a conferma di un clima ancora teso tra i dipendenti e i vertici Fs.

Viaggiatori in allerta

Nelle principali stazioni – da Milano Centrale a Napoli Piazza Garibaldi, passando per Firenze Santa Maria Novella – l’aria è già carica di preoccupazione. “Domani ho un appuntamento importante a Bologna, sto cercando soluzioni alternative”, racconta Marco, 42 anni, impiegato milanese. Molti passeggeri si sono rivolti agli sportelli per chiedere informazioni sulle corse garantite e sulle opzioni in caso di cancellazioni. Secondo le prime stime di Trenitalia, rischiano di essere coinvolti migliaia di viaggiatori in tutta Italia.

Consigli per chi deve muoversi

Chi non può rinunciare al viaggio dovrebbe controllare con attenzione lo stato dei treni prima di partire. Le fasce protette – dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21 di venerdì – sono l’unico momento in cui si può contare su un servizio regolare. Se la corsa prenotata viene cancellata, Trenitalia invita a rivolgersi agli sportelli per informazioni su rimborsi e riprotezioni su altri treni.

Uno sciopero che riapre vecchie ferite

Questa agitazione riporta al centro il tema della tutela dei lavoratori nel settore ferroviario e della qualità del servizio per i cittadini. Mentre sindacati e azienda restano distanti, a pagare il prezzo più alto sono ancora una volta i pendolari. Un copione già visto, che per ora sembra destinato a ripetersi.