Garlasco, 27 novembre 2025 – Nuovi sviluppi scuotono l’inchiesta sul delitto di Chiara Poggi, avvenuto nel agosto del 2007. Dagli ultimi esami del DNA emerge che la linea maschile della famiglia Sempio potrebbe avere una connessione con un profilo genetico – anche se parziale – trovato su un dito della vittima. Gli investigatori parlano di una compatibilità “ad alta attendibilità”. A rivelarlo sono fonti vicine alle indagini che stanno ora seguendo il caso legato ad Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, già ascoltato in passato come persona informata sui fatti.
Il DNA che riapre il caso
La perizia affidata a Cristina Albani, nominata dal tribunale, ha prodotto calcoli e valutazioni che saranno inseriti nella relazione finale, attesa per il 5 dicembre. Da quanto si apprende, il profilo genetico maschile isolato presenta una forte compatibilità con la famiglia Sempio. Per gli investigatori, questo è un dettaglio importante nella ricostruzione di quella tragica giornata.
Sia la Procura di Pavia che la difesa di Alberto Stasi – condannato in via definitiva per l’omicidio – sembrano concordare su questa lettura dei dati. “I risultati confermano quanto già emerso negli accertamenti precedenti”, spiega una fonte che segue da vicino l’indagine. Ma si precisa anche che il DNA trovato non è completo, quindi non permette di arrivare a un’identificazione certa.
Andrea Sempio nel mirino
Andrea Sempio, all’epoca un amico stretto di Marco Poggi, fratello di Chiara, era stato sentito subito dopo il delitto. Il suo nome era tornato alla ribalta nel 2016, quando una consulenza privata aveva segnalato tracce del suo DNA sulla scena del crimine. Da allora, la Procura ha ordinato nuovi accertamenti, culminati con l’analisi della perita Albani.
Le prime ricostruzioni indicano che il profilo maschile trovato non corrisponde né a Alberto Stasi né agli altri amici di Marco Poggi sottoposti a prelievi. “Non c’è riscontro con i campioni raccolti finora”, conferma un investigatore. Resta però da capire cosa significhi davvero la compatibilità con la famiglia Sempio: si tratta di un dato statistico, non di una prova definitiva.
Il mistero dell’‘Ignoto 2’
Un altro aspetto emerso riguarda il cosiddetto profilo “Ignoto 2”, un DNA maschile rinvenuto sulla scena ma mai associato a nessuno dei sospettati noti. Anche qui, i dati escludono che possa appartenere a Stasi o agli amici di Marco Poggi. “L’‘Ignoto 2’ rimane senza un volto”, ammettono gli inquirenti.
La relazione finale di Albani, in arrivo a giorni, dovrà chiarire se questi elementi aprono nuove piste o restano semplici compatibilità statistiche. Gli avvocati delle parti si mostrano cauti: “Aspettiamo la relazione ufficiale prima di commentare”, dice uno dei legali coinvolti.
Diciotto anni dopo, il caso non si chiude
A quasi diciotto anni di distanza, il delitto di Garlasco non smette di far parlare di sé. La famiglia Poggi, che da sempre chiede verità e giustizia per Chiara, segue ogni novità con attenzione. “Speriamo che queste nuove analisi portino a qualcosa di concreto”, confida un amico dei familiari.
Intanto, il paese resta sospeso tra ricordo e attesa. Le luci della villetta in via Pascoli si accendono ogni sera, come un tempo. E tra le carte degli inquirenti e la speranza dei parenti resta una domanda: chi ha lasciato quelle tracce? E perché?
