Washington, 27 novembre 2025 – Gli Stati Uniti hanno deciso di bloccare, da questa mattina, tutte le pratiche d’immigrazione presentate da cittadini afghani. A dare l’annuncio sono stati i Servizi per la Cittadinanza e l’Immigrazione (USCIS), dopo che un uomo di origine afghana è stato indicato come il principale sospettato della sparatoria di ieri notte vicino alla Casa Bianca, in cui due soldati della Guardia Nazionale sono rimasti feriti. Secondo fonti ufficiali, la misura si è resa necessaria per “una revisione urgente dei protocolli di sicurezza e controllo”.
Stop immediato alle pratiche degli afghani
La notizia è arrivata poco dopo le 9 del mattino, ora locale, con un comunicato dell’USCIS. “Abbiamo sospeso temporaneamente l’esame di tutte le domande di immigrazione provenienti da cittadini afghani”, si legge nel testo. La decisione riguarda sia le richieste già aperte sia quelle che sarebbero state presentate nei prossimi giorni. Un funzionario interno, che ha chiesto l’anonimato, ha spiegato: “Non è una chiusura definitiva, ma una pausa necessaria per controllare eventuali problemi nei processi di verifica”.
Sparatoria a pochi passi dalla Casa Bianca
L’episodio che ha scatenato la sospensione è avvenuto ieri sera, intorno alle 22.30, a poche centinaia di metri dalla Casa Bianca. La polizia di Washington ha riferito che due militari della Guardia Nazionale sono stati colpiti da colpi d’arma da fuoco mentre erano in servizio di pattuglia. Le condizioni dei feriti, uno dei quali è stato portato d’urgenza al George Washington University Hospital, sono stabili. Le indagini hanno portato velocemente all’identificazione di un sospetto: un uomo afghano, la cui identità non è stata ancora resa nota.
Reazioni e paura sulla sicurezza
La decisione di bloccare le pratiche ha scatenato reazioni immediate, sia nelle istituzioni sia tra le associazioni che si occupano di rifugiati. “Dobbiamo garantire la sicurezza nazionale senza però penalizzare chi scappa da situazioni disperate”, ha detto il senatore democratico Mark Warner. Dall’altra parte, il deputato repubblicano Tom Cotton ha chiesto “controlli ancora più severi su tutte le richieste provenienti da Paesi considerati a rischio”. Nei corridoi del Congresso si respira tensione: la sicurezza alle frontiere torna al centro del dibattito politico, proprio mentre la campagna elettorale entra nel vivo.
L’effetto sulle comunità afghane negli Usa
Negli Stati Uniti vivono oggi circa 180mila cittadini afghani, molti arrivati dopo il ritiro delle truppe americane da Kabul. Organizzazioni come l’International Rescue Committee hanno espresso preoccupazione per le conseguenze della sospensione. “Temiamo che questa decisione blocchi ricongiungimenti familiari e metta a rischio persone già vulnerabili”, ha spiegato la portavoce Sarah Ahmed. Nei quartieri di Arlington e Alexandria, dove vive molta comunità afghana, la notizia si è sparsa in fretta. “Mio fratello aspettava il visto da mesi – racconta Ahmad, 34 anni, tassista – ora non sappiamo cosa succederà”.
Revisioni in arrivo, tempi incerti
L’USCIS non ha detto quanto durerà la revisione né quali cambiamenti apporterà ai protocolli di sicurezza. “Stiamo lavorando a stretto contatto con le agenzie federali per assicurarci che ogni richiesta sia valutata con la massima attenzione”, si legge ancora nella nota ufficiale. Secondo fonti vicine al Dipartimento della Sicurezza Interna, la sospensione potrebbe durare alcune settimane. Nel frattempo, tutte le pratiche restano congelate.
Un precedente che riapre il dibattito sull’immigrazione
Non è la prima volta che un fatto di cronaca porta a una stretta temporanea sulle procedure d’ingresso negli Stati Uniti. Nel 2017, dopo attentati a New York e Boston, erano state introdotte restrizioni simili per cittadini provenienti da Paesi considerati “a rischio”. Ora la sparatoria vicino alla Casa Bianca riporta l’immigrazione afghana sotto i riflettori, tra esigenze di sicurezza e richieste di tutela dei diritti umani. Come ha ammesso un funzionario del Dipartimento di Stato: “Ogni volta che succede qualcosa del genere, dobbiamo trovare un equilibrio difficile”.
