Ue svela la sua strategia sulla bioeconomia: il futuro è verde, non fossile

Ue svela la sua strategia sulla bioeconomia: il futuro è verde, non fossile

Ue svela la sua strategia sulla bioeconomia: il futuro è verde, non fossile

Giada Liguori

Novembre 27, 2025

Bruxelles, 27 novembre 2025 – La Commissione europea ha alzato il sipario su un nuovo piano strategico per la Bioeconomia, con l’ambizione di rendere l’Unione più forte e sostenibile. L’annuncio è arrivato nella sede di Rue de la Loi, a Bruxelles, dove la vicepresidente Teresa Ribera e la commissaria Jessika Roswall hanno illustrato i punti chiave dell’iniziativa. L’obiettivo è trasformare le risorse biologiche di terra e mare in un motore di crescita verde e di resilienza per l’industria. Il piano, approvato questa mattina, punta a ridurre la dipendenza dell’Europa da materie prime fossili e importazioni strategiche, spingendo con forza verso un’economia più circolare e meno inquinante.

Un settore che vale già miliardi e posti di lavoro

Secondo i dati della Commissione, la bioeconomia europea ha raggiunto nel 2023 un giro d’affari stimato in 2.700 miliardi di euro, con oltre 17 milioni di lavoratori coinvolti. È quasi l’8% dell’occupazione totale nell’Unione. Un comparto già solido, ma che secondo Bruxelles ha ancora margini di crescita. “Il futuro non è fossile. Il futuro è vivente, circolare e rigenerativo”, ha detto Ribera nel comunicato diffuso oggi. La vicepresidente ha sottolineato come la bioeconomia “unisce prosperità e tutela dell’ambiente”, tracciando una strada per uno sviluppo che non consumi le risorse naturali.

Puntare sull’innovazione e gli investimenti concreti

Il nuovo piano strategico prevede una serie di interventi per sostenere l’innovazione e attrarre investimenti nel settore. Tra le misure, ci sono fondi pubblici e privati, procedure autorizzative più snelle e un supporto dedicato alle piccole e medie imprese. L’obiettivo è portare le biotecnologie fuori dai laboratori e dentro le fabbriche, creando nuovi posti di lavoro e rafforzando la posizione europea sul mercato. La Commissione ha anche annunciato la nascita di un “Gruppo per gli investimenti nella Bioeconomia” che avrà il compito di seguire i progressi e facilitare il confronto tra istituzioni, imprese e centri di ricerca.

Mercati chiave per i materiali bio-based

Uno dei punti forti del piano riguarda lo sviluppo di mercati guida per materiali e tecnologie bio-based. L’attenzione è rivolta a settori con grande potenziale come plastica, tessuti, fibre, biocarburanti avanzati, chimica, materiali da costruzione e fertilizzanti. La strategia vuole spingere l’adozione di soluzioni innovative in questi ambiti, per ridurre l’impatto ambientale delle produzioni tradizionali. “È una strategia che rafforzerà la resilienza e la competitività, creando lavoro locale e proteggendo la natura”, ha spiegato la commissaria Roswall durante la conferenza stampa.

Nasce l’Alleanza europea per le biotecnologie

Tra le misure c’è anche la creazione di una “Alleanza per l’Europa delle biotecnologie”, un gruppo di imprese europee che punta a comprare soluzioni bio-based per un valore complessivo di 10 miliardi di euro entro il 2030. L’iniziativa vuole rafforzare il tessuto industriale europeo, favorendo la collaborazione tra aziende e accelerando l’arrivo sul mercato di prodotti innovativi. La Commissione ha specificato che l’Alleanza sarà aperta a tutti, dalle start-up alle grandi multinazionali, con l’obiettivo di mettere insieme una forza in grado di competere a livello globale.

Le sfide da superare e le prossime mosse

Il cammino verso una bioeconomia competitiva non è senza ostacoli. Restano da risolvere alcune questioni normative e finanziarie, soprattutto sull’accesso ai capitali e sulla standardizzazione dei processi produttivi. Ma a Bruxelles domina l’ottimismo. “Vogliamo far emergere tutto il potenziale del settore”, ha ribadito Ribera davanti ai giornalisti. Nei prossimi mesi partiranno tavoli tecnici con gli Stati membri per definire le priorità e seguire i primi risultati della strategia.

Nel frattempo, il messaggio della Commissione è chiaro: investire nella bioeconomia vuol dire puntare su un modello produttivo più solido, capace di coniugare crescita economica e rispetto dell’ambiente. Un percorso che – almeno nelle intenzioni – potrebbe segnare una vera svolta per l’industria europea nei prossimi anni.