Unicredit punta sui titoli di Stato: Orcel annuncia investimenti da 40 miliardi

Unicredit punta sui titoli di Stato: Orcel annuncia investimenti da 40 miliardi

Unicredit punta sui titoli di Stato: Orcel annuncia investimenti da 40 miliardi

Matteo Rigamonti

Novembre 27, 2025

Milano, 27 novembre 2025 – Unicredit ha in mano oggi “40 miliardi di euro in titoli di Stato italiani”, un dato che la mette “in cima alle banche italiane” per esposizione, anche se non è la prima per dimensioni. A dirlo è stato l’amministratore delegato Andrea Orcel, durante l’audizione di questa mattina davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, convocata a Montecitorio per fare il punto sul ruolo degli istituti di credito nell’economia del Paese. Le sue parole arrivano in un momento delicato per il settore bancario, sotto la lente per la trasparenza e con un’attenzione crescente agli investimenti nel debito pubblico.

Unicredit guida la corsa ai titoli di Stato italiani

L’audizione, iniziata poco dopo le 10, ha visto Orcel mettere in chiaro come Unicredit sia oggi “la banca con la più grande esposizione ai titoli di Stato italiani”, superando istituti storicamente più radicati sul territorio. “Non siamo la banca più grande del Paese, ma siamo quelli che più credono nel debito sovrano italiano”, ha spiegato l’ad, rispondendo alle domande dei commissari. I 40 miliardi di euro rappresentano una fetta importante degli investimenti bancari nel settore pubblico.

Fonti interne confermano che questa scelta riflette una strategia di sostegno all’economia nazionale. “Il nostro impegno verso l’Italia è reale”, ha ribadito Orcel, “e si vede nelle scelte di portafoglio”. Una posizione che, negli ultimi mesi, ha raccolto sia applausi sia domande da parte degli analisti, specie con le oscillazioni dello spread e le tensioni sui mercati.

Il peso di Unicredit nel tessuto economico italiano

Durante l’intervento, Orcel ha snocciolato altri numeri importanti: “Dedichiamo all’Italia il 45% del nostro bilancio”, ha detto, ricordando che nel Paese lavorano circa 30mila dipendenti e che la banca serve 8 milioni di clienti tramite una rete di 2.000 filiali. Un dato che, secondo lui, dimostra la volontà del gruppo di restare presente anche nelle zone meno centrali. “Da quando sono qui – ha sottolineato Orcel – non abbiamo chiuso neanche una filiale nelle aree più isolate”.

Questa presenza capillare è stata mantenuta nonostante le pressioni per tagliare i costi e puntare sulla digitalizzazione. “Abbiamo deciso di restare vicini ai territori”, ha confidato Orcel, “perché il rapporto diretto con i clienti è ancora un valore”. Una scelta che, secondo la banca, ha aiutato a rafforzare la fiducia dei risparmiatori e a sostenere la raccolta.

Azionisti italiani e dividendi: il ritorno per il Paese

Un altro punto chiave dell’audizione ha riguardato chi sono gli azionisti. “Tra i nostri soci ci sono fondazioni bancarie, imprenditori e piccoli risparmiatori italiani”, ha ricordato Orcel, sottolineando come questi abbiano beneficiato sia dei dividendi degli ultimi anni sia della crescita del titolo in Borsa. “Abbiamo voluto dare un ritorno concreto a chi ha creduto in noi”, ha aggiunto l’ad.

I dati parlano chiaro: negli ultimi due anni Unicredit ha distribuito dividendi per oltre 3 miliardi di euro, con una fetta importante destinata agli investitori italiani. Un aspetto che, nelle intenzioni del gruppo, serve a rafforzare il legame tra la banca e il mondo produttivo nazionale.

Il confronto con la politica e le sfide all’orizzonte

L’audizione si è svolta in un clima di confronto acceso. I commissari hanno chiesto chiarimenti sulle strategie future e sulle possibili ripercussioni delle scelte di investimento sul sistema Paese. Orcel ha risposto ribadendo la volontà di restare saldamente in Italia, senza però escludere aggiustamenti a seconda di come andranno i mercati.

“Il nostro obiettivo è sostenere famiglie e imprese”, ha concluso l’ad, “ma dobbiamo anche garantire solidità e ritorni agli azionisti”. Una posizione che riflette le sfide attuali del settore bancario: tra la necessità di stabilità finanziaria e la crescente domanda di supporto all’economia reale.

In attesa delle prossime audizioni, il caso Unicredit resta sotto i riflettori politici ed economici. Le parole di Orcel, davanti ai parlamentari, segnano un punto fermo nel dibattito sul ruolo delle grandi banche italiane nel sostegno al debito pubblico e allo sviluppo del Paese.