Conte e il campo largo: la ricerca di alleati fidati per il futuro politico

Conte e il campo largo: la ricerca di alleati fidati per il futuro politico

Conte e il campo largo: la ricerca di alleati fidati per il futuro politico

Matteo Rigamonti

Novembre 28, 2025

Roma, 28 novembre 2025 – Ieri sera, durante l’intervista a “Dritto e Rovescio” su Rete 4, Giuseppe Conte ha chiarito una volta per tutte la posizione del Movimento 5 Stelle sulle alleanze nel centrosinistra. “Non si tratta di allargare il campo a tutti i costi o di imbarcare chiunque”, ha detto rispondendo a una domanda diretta sulla strategia per le prossime elezioni. Per Conte, l’obiettivo è chiaro: “Contiamo su compagni affidabili e su un progetto serio”. Insomma, prima viene la coerenza politica, non la semplice somma dei numeri.

Conte taglia corto: niente campo largo a tutti i costi

Negli ultimi giorni il tema delle alleanze nel centrosinistra è tornato a infiammare il dibattito, soprattutto con l’avvicinarsi del voto e la tensione che si respira a Roma e nelle grandi città. Interpellato da Paolo Del Debbio, Conte ha ribadito che il M5S non ha intenzione di “mettere in squadra chi capita”, ma punta a scegliere i partner con cura. “Non possiamo permetterci di ripetere gli errori del passato”, ha spiegato, ricordando le difficoltà avute in passato con alleati poco affidabili.

Dietro queste parole si legge una certa distanza dalla linea del Partito Democratico, che invece sta cercando di costruire un fronte largo contro il centrodestra. Conte, invece, vuole marcare le distanze: “Serve un progetto serio, non solo un cartello elettorale”, ha detto, lasciando intendere che per lui i criteri saranno rigidi e non negoziabili.

Il nodo delle alleanze e le reazioni nel centrosinistra

Le parole di Conte hanno subito acceso il dibattito tra i potenziali alleati. Dal Nazareno, sede del PD, fonti vicine alla segretaria Elly Schlein hanno sottolineato che “il dialogo resta aperto”, ma che “occorre responsabilità da parte di tutti”. Dietro le quinte, però, diversi dirigenti dem ammettono che la posizione del M5S complica la costruzione di una coalizione larga, soprattutto nei collegi uninominali, dove la frammentazione rischia di favorire il centrodestra.

Anche tra i partiti più piccoli, da Sinistra Italiana ad Azione, si avverte una certa preoccupazione. Nicola Fratoianni, segretario di SI, ha commentato: “Capisco la voglia di chiarezza, ma senza unità rischiamo di restare fuori dai giochi”. Più prudente Carlo Calenda, leader di Azione: “Serve un confronto sui contenuti, non solo sulle sigle”, ha detto ai giornalisti davanti a Montecitorio.

Perché Conte va piano: lezioni dal passato e sguardo al futuro

La cautela di Conte nasce dalle esperienze degli ultimi anni. Dopo il governo giallo-verde con la Lega e quello giallo-rosso con il PD, il Movimento 5 Stelle ha attraversato momenti complicati, tra alleanze tattiche e rotture improvvise. “Abbiamo capito che la coerenza conta più dei numeri”, racconta un deputato vicino a Conte, ricordando le tensioni interne che hanno portato a divisioni e passaggi di casacca.

Sul piano pratico, però, questa linea rischia di rendere più difficile mettere insieme un’alternativa credibile al governo Meloni. Gli ultimi sondaggi SWG mostrano il centrodestra avanti di circa otto punti sul centrosinistra. Un dato che preoccupa soprattutto gli amministratori locali, dove ogni voto può fare la differenza.

Verso il voto: scenari aperti e incognite sul futuro

A meno di un anno dalle elezioni politiche, il quadro resta in movimento. Conte non esclude possibili intese, ma mette le cose in chiaro: “Non vogliamo solo vincere, vogliamo governare bene”, ha detto ieri sera. Un messaggio chiaro agli alleati: senza garanzie sulla tenuta della coalizione e sulla condivisione del programma, meglio andare da soli.

Nel frattempo, nei corridoi di Montecitorio si moltiplicano gli incontri informali tra esponenti dei vari partiti. Si cerca una sintesi difficile, divisi tra la necessità di presentarsi uniti contro il centrodestra e la paura di ripetere vecchie faide e veti incrociati.

Resta da vedere se prevarrà la logica dei numeri o quella della coerenza politica. Al momento, il Movimento 5 Stelle sembra deciso a non mollare sulla seconda. Ma, come spesso accade in Italia, tutto può cambiare all’ultimo minuto.