Fiducia in crescita tra le imprese a novembre, calo per i consumatori

Fiducia in crescita tra le imprese a novembre, calo per i consumatori

Fiducia in crescita tra le imprese a novembre, calo per i consumatori

Giada Liguori

Novembre 28, 2025

Milano, 28 novembre 2025 – A novembre, secondo i dati diffusi dall’Istat, il clima di fiducia dei consumatori in Italia è sceso ancora, passando da 97,6 a 95 punti. Al contrario, l’indicatore composito della fiducia delle imprese ha messo il turbo, salendo da 94,4 a 96,1. Un segnale chiaro di due velocità diverse tra quello che pensano le famiglie e quello che vedono le aziende, in un periodo segnato da incertezze e prudenza.

Consumatori sempre più cauti: la fiducia sul futuro si indebolisce

Nel dettaglio, l’Istat parla di un “diffuso peggioramento delle opinioni” tra i consumatori, soprattutto sulle prospettive dei prossimi mesi. Il clima economico – che riassume come viene vista la situazione generale del Paese – cala da 99,3 a 96,5. Ancora più marcato il calo del clima futuro, che scende da 94,1 a 90,2. Anche il clima personale (da 97 a 94,5) e quello corrente (da 100,2 a 98,6) segnano un passo indietro.

“Le famiglie sono più prudenti, pesano le incertezze sull’inflazione e sul lavoro”, spiega un analista dell’Istat. Nei quartieri di Milano come Porta Romana o nelle periferie di Roma, si avverte questo clima di cautela: “Stiamo attenti alle spese, soprattutto per Natale”, racconta una signora davanti a un supermercato in via Tiburtina.

Imprese in ripresa: segnali positivi tra servizi e commercio

Sul fronte delle imprese, invece, il clima è più positivo. L’indice di fiducia cresce nei servizi di mercato (da 95,1 a 97,7) e nel commercio al dettaglio (da 105,2 a 107,3). Anche l’industria manifatturiera migliora leggermente (da 88,4 a 89,6), mentre solo le costruzioni registrano un piccolo calo (da 103,2 a 102,6).

“Si nota una ripresa della domanda interna e una maggiore stabilità nei prezzi delle materie prime”, commenta un rappresentante di Confcommercio. Nei negozi del centro di Torino si respira un cauto ottimismo: “Rispetto all’autunno scorso, c’è più movimento”, racconta il titolare di una storica libreria in via Po.

Economia italiana: segnali contrastanti

Il quadro che emerge dai dati Istat è quello di un’Italia divisa tra la prudenza delle famiglie e la voglia di ripartire delle imprese. Il calo della fiducia dei consumatori si inserisce in un contesto di inflazione ancora alta rispetto agli standard europei e di crescita economica rallentata. Secondo le prime stime del Ministero dell’Economia, il PIL del 2025 dovrebbe aumentare meno dell’1%.

Le imprese, invece, sembrano puntare su una ripresa lenta ma costante. “I segnali sono incoraggianti soprattutto nei servizi e nel commercio”, sottolinea un economista della Banca d’Italia. Resta però qualche dubbio: la domanda estera è ancora debole e le esportazioni non hanno ancora recuperato i livelli pre-pandemia.

Attese e prospettive: cosa succederà ora

Il governo segue con attenzione l’andamento della fiducia. “Stiamo monitorando questi dati con molta cura”, ha detto il ministro delle Imprese Adolfo Urso durante un incontro alla Camera. Le associazioni dei consumatori chiedono interventi per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie: “Serve un taglio sui prezzi dell’energia e dei beni essenziali”, ha ribadito Massimiliano Dona dell’Unione Nazionale Consumatori.

Nei prossimi mesi sarà fondamentale capire se la ripresa della fiducia tra le imprese si tradurrà in nuovi investimenti e posti di lavoro stabili. Solo allora – dicono gli analisti – si potrà parlare di una vera svolta per l’economia italiana. Per ora resta il divario tra chi produce e chi consuma, una distanza che il Paese dovrà colmare per tornare a crescere con più forza.