Milano, 28 novembre 2025 – Le PMI italiane scelgono di puntare forte sulla formazione manageriale per affrontare i grandi cambiamenti che stanno investendo le aziende. A dirlo sono i dati dell’avviso 2/2025 “Metamorfosi imprenditoriali”, lanciato da Fondirigenti, il fondo sostenuto da Confindustria e Federmanager, che si è appena concluso registrando numeri ben oltre le aspettative.
La formazione manageriale nelle PMI vola
Secondo Fondirigenti, sono arrivati 203 piani formativi che coinvolgono 312 dirigenti con un totale di 17.836 ore di formazione. In pratica, ogni manager si prepara a seguire quasi 57 ore di corsi. Le richieste per i finanziamenti hanno superato i 2,5 milioni di euro, quasi il 67% in più rispetto al budget iniziale di 1,5 milioni. Un segnale forte, dicono dal fondo, che conferma come la domanda di competenze manageriali sia cresciuta per affrontare le trasformazioni che scuotono il mondo imprenditoriale.
Il direttore generale di Fondirigenti, Massimo Sabatini, ha commentato: “Questi numeri mostrano quanto le PMI italiane abbiano capito che la formazione manageriale è una leva fondamentale proprio nei momenti di cambiamento. Passaggi generazionali, fusioni, digitalizzazione: sono tutte sfide che richiedono visione e competenze solide”.
Le piccole imprese non stanno a guardare
Un dato che colpisce è la partecipazione delle piccole imprese, che ha superato la media storica del 15%. Anche le aziende più piccole, quindi, scelgono di investire in competenze manageriali per gestire il cambiamento. L’avviso ha portato anche nuovi iscritti: ben 12 aziende hanno partecipato per la prima volta a Fondirigenti, e circa un quarto dei piani riguarda imprese che fino a oggi avevano usato poco la formazione come strumento strategico.
Sabatini ha aggiunto: “Le piccole realtà stanno mostrando una nuova consapevolezza. Non è più solo un tema per i grandi gruppi: anche chi ha pochi dipendenti sente il bisogno di rafforzare la propria governance”.
Nord in testa, ma il Sud cresce
A livello geografico, il Veneto è la regione più attiva con 48 piani presentati, seguita da Emilia-Romagna (41) e Lombardia (29). Sono le zone tradizionalmente più industrializzate, dove le sfide digitali e i passaggi generazionali si fanno sentire di più. Ma anche il Sud inizia a muoversi: il 14% dei piani arriva da lì, con la Campania in testa (14 piani). Solo tre regioni non hanno partecipato.
Trasformazione digitale e passaggio generazionale al centro dell’attenzione
Guardando ai temi più richiesti, la trasformazione digitale domina, seguita dal passaggio generazionale. Le operazioni societarie – fusioni, acquisizioni, ristrutturazioni – sono soprattutto appannaggio delle medie imprese. Nei corsi legati al ricambio generazionale, si lavora su governance, leadership e continuità aziendale. Nei percorsi sulle operazioni societarie, invece, l’attenzione è su finanza straordinaria, compliance e gestione del cambiamento.
Per la digitalizzazione, i programmi puntano su competenze legate all’Intelligenza Artificiale, all’integrazione dei processi e alla gestione dei dati. “L’innovazione tecnologica sta cambiando i modelli di business”, ha detto il presidente di Fondirigenti, Marco Bodini. “Le imprese hanno capito quanto la formazione manageriale possa spingere davvero la trasformazione”.
Governance e leadership: i nuovi pilastri
La formazione resta dunque uno strumento chiave per rafforzare la leadership e la capacità di gestire il cambiamento. I corsi, spiegano da Fondirigenti, sono pensati per unire stabilità e innovazione, con un occhio alla continuità aziendale.
In un momento in cui la digitalizzazione rivoluziona le organizzazioni e le operazioni straordinarie chiedono solidità e responsabilità, la formazione manageriale diventa un investimento indispensabile per guardare al futuro con sicurezza.
Il futuro dei progetti: la selezione
Ora i piani formativi passeranno al vaglio di una commissione di esperti. La lista definitiva sarà pronta entro fine gennaio 2026. Nel frattempo, il settore osserva con attenzione: “La capacità di affrontare i momenti di crisi dipende molto da manager preparati”, ha ricordato Bodini.
Il messaggio che arriva dalle PMI è chiaro: investire in competenze manageriali non è più un’opzione, ma una necessità per restare competitivi e guidare il cambiamento.
