Francesca Albanese e Greta Thunberg: il murales di Roma che scuote le coscienze sulla jihad

Francesca Albanese e Greta Thunberg: il murales di Roma che scuote le coscienze sulla jihad

Francesca Albanese e Greta Thunberg: il murales di Roma che scuote le coscienze sulla jihad

Matteo Rigamonti

Novembre 28, 2025

Roma, 28 novembre 2025 – Un nuovo murales di aleXsandro Palombo è spuntato nelle ultime ore su un muro del quartiere Ostiense, a due passi dalla stazione metro Piramide. L’opera mostra Greta Thunberg e Francesca Albanese strette in un abbraccio con un miliziano di Hamas. Un’immagine che ha subito acceso il dibattito in città, proprio alla vigilia della Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese. Palombo, noto per le sue provocazioni visive, ha spiegato di voler lanciare un segnale: “L’attivismo rischia di diventare megafono della propaganda jihadista”.

Il murales che scuote: tra attivismo e propaganda

Su uno sfondo grigio, Thunberg è riconoscibile dal cartello “Skolstrejk för klimatet”, mentre Albanese indossa l’elmetto blu dell’Onu e la kefiah al collo. Dietro di loro, un uomo armato con la fascia verde tipica di Hamas le stringe alle spalle. L’immagine è forte, volutamente ambigua. “Volevo far riflettere – ha detto Palombo ai giornalisti stamattina – su come l’attivismo di oggi, tra social e viralità, rischi di essere usato o di usare cause che finiscono per giustificare posizioni estreme”.

Il titolo, “Human Shields”, richiama il tema degli “scudi umani”, spesso citato nei conflitti in Medio Oriente. Ma per Palombo è anche una metafora su certe figure pubbliche che si espongono senza filtri in scenari geopolitici complicati. “Non è una critica personale – ha chiarito – ma una domanda aperta sulla responsabilità di chi prende posizione”.

Reazioni a caldo: tra curiosità e polemiche

Il murales ha subito attirato l’attenzione di passanti e curiosi. Qualcuno ha scattato foto, altri hanno commentato a bassa voce. “Non sono d’accordo con il messaggio, però fa discutere”, ha raccontato Marco, studente universitario del quartiere. Alcuni residenti hanno segnalato l’opera alle autorità, mentre sui social è scoppiato il dibattito: da una parte chi difende la libertà di espressione, dall’altra chi accusa Palombo di mettere benzina sul fuoco.

Nel frattempo, né Greta ThunbergFrancesca Albanese hanno rilasciato commenti ufficiali. L’Onu ha ricordato che “le posizioni della relatrice speciale sono espresse nei suoi rapporti ufficiali”, mentre Fridays for Future Italia ha precisato: “Greta non ha mai appoggiato nessuna organizzazione terroristica”.

Il momento scelto: tra manifestazioni e tensioni

L’opera arriva in un momento delicato. Oggi pomeriggio, alle 15, da piazza Vittorio partirà una delle principali manifestazioni pro-Palestina in Italia, per la Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese. La Questura ha aumentato i controlli in centro e nelle zone più sensibili. Gli organizzatori parlano di oltre 5mila persone attese.

Negli ultimi mesi, sia Thunberg che Albanese sono finite nel mirino per alcune posizioni sul conflitto israelo-palestinese. Thunberg aveva espresso solidarietà verso Gaza sui social, mentre Albanese – relatrice speciale dell’Onu per i diritti umani nei Territori palestinesi – ha criticato duramente le operazioni militari israeliane. Entrambe sono state accusate di “schierarsi” o di “legittimare retoriche anti-israeliane”.

L’intento dell’artista: provocare per far pensare

“Non volevo offendere nessuno”, ha ribadito Palombo durante la mattinata. “Il mio scopo è aprire un confronto sull’uso dei simboli e sulla responsabilità pubblica di chi ha visibilità”. Poco dopo l’installazione non ufficiale, l’artista ha diffuso una nota: “L’opera vuole mettere in luce la fragilità dell’attivismo moderno, esposto a un caos di messaggi e all’opportunismo mediatico. Fino al rischio di diventare megafono della propaganda jihadista e della retorica estrema”.

Le autorità comunali non hanno ancora preso una posizione ufficiale. Fonti dell’assessorato alla Cultura non escludono che nei prossimi giorni si valuti la rimozione del murales.

Un caso che supera i confini di Roma

La vicenda si inserisce in un clima già teso, segnato da divisioni internazionali e da un dibattito pubblico sempre più polarizzato. In molti si chiedono dove finisca la libertà di espressione e dove invece inizi il rischio di alimentare narrazioni che dividono. Per ora, il murales resta lì: uno sfondo grigio, due attiviste in uniforme kaki e un abbraccio che spacca l’opinione pubblica romana – e non solo.