Hong Kong: la battaglia contro le fiamme si conclude dopo 48 ore di terrore

Hong Kong: la battaglia contro le fiamme si conclude dopo 48 ore di terrore

Hong Kong: la battaglia contro le fiamme si conclude dopo 48 ore di terrore

Matteo Rigamonti

Novembre 28, 2025

Hong Kong, 28 novembre 2025 – Dopo quasi due giorni di lavoro senza sosta, i vigili del fuoco di Hong Kong hanno finalmente spento il massiccio incendio che ha ridotto in cenere il complesso residenziale di Wang Fuk Court, nel distretto di Tai Po, a nord della città. Il rogo, scoppiato nel primo pomeriggio di mercoledì, ha lasciato una scia di devastazione: secondo l’ultimo bilancio ufficiale, le vittime sono 94, mentre i feriti sono 78. Ma la conta potrebbe ancora peggiorare: il numero dei dispersi è incerto e, stando a fonti locali, potrebbe sfiorare le 300 persone.

Le fiamme divampano, la lotta contro il tempo

Il fuoco è divampato intorno alle 14.30 di mercoledì, quando una densa colonna di fumo nero ha iniziato a uscire dal blocco centrale delle torri. In pochi minuti, le fiamme hanno avvolto sette degli otto edifici che compongono Wang Fuk Court. Alcuni residenti hanno raccontato di aver sentito un’esplosione, altri hanno parlato di un odore pungente e di finestre andate in frantumi a causa del calore. “Il fuoco saliva velocissimo, non si poteva scendere dalle scale”, ha detto Mei Lin, che vive al sesto piano della torre 3.

I soccorsi sono arrivati in forze: oltre 200 pompieri, decine di ambulanze, la polizia e numerosi volontari. Hanno lavorato senza tregua fino a questa mattina, quando le autorità hanno annunciato che tutti i focolai sono stati spenti. “È stato uno degli incendi più difficili degli ultimi anni”, ha ammesso il comandante dei vigili del fuoco, Chan Wai-man.

Bilancio ancora incerto, si cerca chi manca all’appello

Il dato più drammatico resta quello delle vittime. Il governo locale ha confermato il recupero di 94 corpi dalle macerie. I feriti sono stati portati negli ospedali Queen Elizabeth e Prince of Wales, alcuni in condizioni critiche a causa di ustioni e intossicazione da fumo. Ma a preoccupare è soprattutto il numero dei dispersi. “Non abbiamo ancora un quadro chiaro – ha detto un portavoce della polizia – perché molti non risultano nei registri ufficiali o vivevano in subaffitto”.

I media locali, come il South China Morning Post, parlano di 200-300 persone ancora non rintracciate. Familiari in lacrime si sono radunati davanti al complesso già nella notte tra mercoledì e giovedì, cercando notizie e mostrando le foto dei loro cari. “Non sappiamo se sono riusciti a uscire”, ha detto un uomo in cerca della sorella.

Le cause al vaglio degli investigatori

Le autorità hanno aperto un’inchiesta per capire cosa ha scatenato il rogo. Al momento non ci sono certezze, ma le prime ipotesi parlano di un cortocircuito in uno degli appartamenti ai piani bassi della torre 2. Testimoni raccontano di lavori di manutenzione in corso poco prima dell’incendio. “Stavamo sistemando dei cavi elettrici”, ha detto un operaio che ha preferito restare anonimo.

Gli investigatori stanno anche valutando se materiali infiammabili accumulati nei corridoi o nei depositi condominiali abbiano contribuito alla rapidità con cui le fiamme si sono diffuse. La struttura, costruita negli anni Ottanta, potrebbe aver favorito il propagarsi del fuoco: diversi residenti lamentano impianti antincendio vecchi e poco efficienti.

Autorità in campo, aiuti agli sfollati

Il capo dell’esecutivo di Hong Kong, John Lee, ha espresso dolore per le vittime e ha promesso un’indagine approfondita. “Dobbiamo capire cosa è successo e fare in modo che tragedie del genere non si ripetano”, ha detto in conferenza stampa questa mattina a Government House. Il governo ha stanziato un fondo straordinario per aiutare chi ha perso la casa: centinaia di persone sono state sistemate in strutture temporanee allestite nella scuola elementare Tai Po Old Market.

Sul posto sono arrivati anche rappresentanti delle associazioni umanitarie più attive in città. La Croce Rossa di Hong Kong ha distribuito coperte e pasti caldi a chi è rimasto senza un tetto. “Molti hanno perso tutto – ha raccontato una volontaria – e ora non sanno come andare avanti”.

Una comunità che piange e si stringe attorno ai sopravvissuti

Tai Po è uno dei quartieri più popolosi nella periferia nord di Hong Kong. Wang Fuk Court ospitava centinaia di famiglie, molte provenienti dal sud della Cina o dal sud-est asiatico. In queste ore la comunità si è raccolta attorno ai superstiti: davanti alle torri nere e annerite, candele accese e fiori sui marciapiedi raccontano il dolore ancora vivo.

Le autorità invitano chiunque abbia informazioni sui dispersi a contattare la polizia o i centri di accoglienza nel quartiere. Le ricerche continuano tra le macerie, mentre la città si interroga ancora una volta sulla sicurezza degli edifici più vecchi.