La bora di Ugo Borsatti: un viaggio visivo nel poster del Trieste Film Festival

La bora di Ugo Borsatti: un viaggio visivo nel poster del Trieste Film Festival

La bora di Ugo Borsatti: un viaggio visivo nel poster del Trieste Film Festival

Giada Liguori

Novembre 28, 2025

Trieste, 28 novembre 2025 – Contro il vento gelido della bora, due figure – una donna e un uomo – avanzano a fatica, stringendosi cappelli e giacche. È la Trieste degli anni Cinquanta, catturata dall’obiettivo di Ugo Borsatti. Oggi, quelle foto in bianco e nero sono il volto ufficiale del 37° Trieste Film Festival, in programma dal 16 al 24 gennaio 2026. Una manifestazione che, come dicono gli organizzatori, vuole fare da ponte tra passato e presente, tra Est e Ovest, tra storie e identità che si intrecciano sulle sponde dell’Adriatico.

Le foto di Borsatti, il cuore pulsante del festival

Le immagini scelte per la locandina provengono dall’Archivio Foto Omnia di Ugo Borsatti, conservato nella Fototeca dei Civici Musei di Storia e Arte del Comune di Trieste e di proprietà della Fondazione CRTrieste. Un tesoro che racconta decenni di vita quotidiana, con la bora come presenza costante, silenziosa e potente. Borsatti, scomparso a 98 anni lo scorso marzo, ha mantenuto fino all’ultimo uno sguardo attento sulla sua città e sull’Italia, documentando i grandi cambiamenti sociali e culturali del Novecento.

“Abbiamo scelto queste foto perché mostrano la forza e la tenacia di Trieste”, spiega Nicoletta Romeo, direttrice artistica del festival. “La bora fa parte di noi, come il cinema è uno strumento di dialogo e confronto”. Quelle immagini, scattate in un’epoca in cui la città era ancora sospesa tra confini e influenze diverse, diventano oggi simbolo di apertura e incontro.

Un festival che unisce Est e Ovest

Nato nel 1989, poco prima della caduta del Muro di Berlino, il Trieste Film Festival è cresciuto fino a diventare un punto di riferimento per il cinema dell’Europa centro-orientale. Un luogo dove storie, lingue e culture si intrecciano, offrendo uno sguardo diretto sulle trasformazioni della società di oggi. L’edizione 2026 conferma questa missione: in programma ci sono film, documentari, corti, masterclass e incontri con registi e attori – dai maestri affermati ai nuovi talenti.

Il festival affronta temi di grande attualità come disuguaglianze, migrazioni, questioni di genere e diritti civili, senza tralasciare i nazionalismi in crescita e le nuove sfide identitarie. “Vogliamo raccontare un’Europa multietnica e frammentata”, dice Romeo, “un crocevia di culture dove le storie personali diventano universali”.

Registe europee al centro della scena

Tra le novità dell’edizione 2026 spicca la sezione “Wild Roses”, dedicata alle registe europee. Quest’anno il focus è sulle voci femminili del cinema sloveno, con una selezione di film che raccontano temi legati all’identità, alla memoria e ai cambiamenti sociali. Un tributo a chi, spesso lontano dai riflettori principali, rinnova il linguaggio del cinema.

“Le donne registe portano uno sguardo diverso, più intimo e spesso più coraggioso”, sottolinea Maja Weiss, curatrice della sezione. “In Slovenia c’è una nuova generazione di autrici che sta raccontando il Paese con occhi freschi”. Le proiezioni saranno accompagnate da incontri con le cineaste e momenti di confronto aperti al pubblico.

Tra passato e futuro, la forza di una città

Il festival non dimentica le sue radici: Trieste, città di confine, luogo di passaggio e contaminazione. Le foto di Borsatti – la bora che scompiglia i capelli, le strade vuote spazzate dal vento – diventano metafora di una comunità abituata a resistere e a reinventarsi. “Solo così si capisce quanto il cinema possa riflettere la realtà”, ha raccontato un volontario storico del festival durante la presentazione.

L’appuntamento con il 37° Trieste Film Festival si preannuncia come un momento per riflettere sulle sfide di oggi attraverso lo sguardo del cinema. E per riscoprire, nelle foto in bianco e nero di Borsatti, la forza silenziosa che da sempre anima la città: quella bora che non smette mai di soffiare.