Roma, 28 novembre 2025 – Marco Rizzo, ex parlamentare e leader della Democrazia Sovrana Popolare, si è trovato al centro di una bufera sui social ieri, dopo aver risposto in modo diretto – e piuttosto poco istituzionale – a un’infografica pubblicata su Instagram da YouTrend. Il post, uscito nel primo pomeriggio, metteva in fila tutte le candidature di Rizzo degli ultimi sedici anni, tutte senza successo. In poche ore è scoppiato il dibattito, con una serie di scambi accesi tra lo stesso Rizzo e la redazione di YouTrend.
L’infografica che ha smascherato le candidature senza vittorie
Tutto è partito da una grafica pubblicata da YouTrend, il noto sito di analisi politica e sondaggi, che mostrava le dieci volte in cui Marco Rizzo si è candidato dal 2009 a oggi. Comune di Torino, Parlamento, Regione Piemonte: un elenco preciso con date e risultati. L’unico filo conduttore? Nessuna elezione vinta. Il post, apparso intorno alle 14, ha subito raccolto centinaia di commenti, tra battute sarcastiche e riflessioni sulla tenacia in politica.
Rizzo, che su Instagram è molto presente con il profilo @marcorizzo.dsp, ha deciso di intervenire nella discussione. All’inizio ha mantenuto un tono calmo: “In serietà: se uno ha un progetto politico, lo porta in giro indipendentemente dal risultato immediato ed anche dalle poltrone che ottiene”, ha scritto. Una risposta che sottolinea la sua determinazione, nonostante i risultati deludenti.
La frase choc e la bufera sulla presunta censura
Ma non è finita qui. Nello stesso commento, Rizzo ha aggiunto una frase decisamente sopra le righe: “In termini più pratici invece me lo sucate”. L’espressione ha subito catturato l’attenzione e fatto il giro dei social in pochi minuti. In tanti hanno ironizzato sul linguaggio, altri l’hanno giudicato poco adatto a un leader politico.
Più tardi, verso le 19, Rizzo è tornato a parlare accusando YouTrend di aver cancellato i suoi commenti: “Vedo che cancellate i miei commenti… segnato”, ha scritto sotto lo stesso post. L’accusa ha scatenato ulteriori discussioni tra i follower. In realtà, come hanno fatto notare diversi utenti, il commento incriminato era ancora lì, solo che si perdeva tra centinaia di altri messaggi. Per vederlo, bisognava scorrere parecchio.
YouTrend risponde e spiega cosa è successo
La redazione di YouTrend non ha tardato a rispondere. Poco dopo l’accusa di censura, il loro account ufficiale ha chiarito: “Non abbiamo cancellato il suo commento precedente, che infatti da PC si vede ancora. Probabilmente Instagram lo ha nascosto sull’app dopo la segnalazione di qualche utente. In pratica, un caro saluto”. Una spiegazione tecnica, che rimanda ai meccanismi automatici della piattaforma e alle segnalazioni degli utenti.
Nel frattempo, la vicenda è andata oltre il profilo ufficiale di YouTrend. L’account @crazyitalianpol, noto per meme e satira politica, ha rilanciato con uno screenshot del commento di Rizzo, fissando così l’episodio “a futura memoria”, come si dice nel gergo social.
Il linguaggio dei politici sui social torna al centro del dibattito
Questa storia, in apparenza una piccola polemica, riporta al centro il tema del linguaggio usato dai politici sui social. Da un lato c’è chi chiede trasparenza e spontaneità; dall’altro il rischio di scivolare in espressioni poco rispettose del ruolo pubblico. “La politica deve saper parlare a tutti, ma senza perdere dignità”, ha scritto un utente sotto il post.
Per Marco Rizzo non è la prima volta che i suoi commenti online fanno discutere. Stavolta però la polemica è rimasta tutta nel mondo digitale, tra botta e risposta e chiarimenti tecnici. E mentre quel commento resta visibile – almeno per chi si prende la briga di cercarlo – il dibattito su come i politici si esprimono ai tempi dei social continua a far discutere cittadini e addetti ai lavori.
