Papa Leone in Turchia e Libano: la mazza da baseball e la battuta sul Conclave che sorprende tutti

Papa Leone in Turchia e Libano: la mazza da baseball e la battuta sul Conclave che sorprende tutti

Papa Leone in Turchia e Libano: la mazza da baseball e la battuta sul Conclave che sorprende tutti

Matteo Rigamonti

Novembre 28, 2025

Roma, 28 novembre 2025 – Papa Leone XIV è decollato questa mattina da Fiumicino poco dopo le 8, diretto ad Ankara. È il primo viaggio all’estero del suo pontificato, un tour che lo porterà in Turchia e Libano fino al 2 dicembre. Il motivo? Il 1700esimo anniversario del Concilio di Nicea, un evento del 325 d.C. che ha segnato una svolta nella storia del cristianesimo. “Ho voluto questo viaggio soprattutto per lanciare un messaggio di unità tra i cristiani, ma riguarda tutto il mondo”, ha detto il Papa ai giornalisti a bordo del volo papale.

Un viaggio per parlare di unità e dialogo

Il Concilio di Nicea, guidato dall’imperatore Costantino I, resta un simbolo forte di dialogo tra le diverse correnti del cristianesimo. Oggi, sulle rovine dell’antica Nicea, c’è la città turca di İznik, tappa centrale di questo viaggio. “La mia presenza, quella della Chiesa e dei fedeli in Turchia e Libano vuole essere un segno chiaro”, ha detto Leone XIV. “Invito tutti a camminare insieme, a cercare pace e unità, superando ogni differenza”. Un messaggio che non si rivolge solo ai cristiani, ma a tutte le comunità religiose della zona, in un momento segnato da tensioni e instabilità.

Le prossime tappe e qualche anticipazione sui futuri viaggi

Durante il volo verso Ankara, il Papa ha chiacchierato con più di 80 giornalisti accreditati. Domande incalzanti, curiosità e qualche anticipazione. A una cronista algerina che gli chiedeva se visiterà l’Algeria ha risposto con un sorriso: “Spero di sì!”. Alla collega spagnola che gli chiedeva della Spagna, ha detto: “Più di una speranza”. Sull’Italia, invece, un semplice cenno di assenso quando gli hanno chiesto della possibilità di andare a Torino per l’ostensione virtuale della Sindone. Nessuna conferma ufficiale, ma il gesto non è passato inosservato.

Regali curiosi e battute in volo

L’atmosfera a bordo del volo Roma-Ankara è stata rilassata. I giornalisti hanno consegnato al Papa una serie di regali simbolici: icone sacre, dolci tipici, e un attestato di ringraziamento dalla Chiesa greco-cattolica di Kharkiv per gli aiuti recenti. Tra i doni anche diversi libri, uno dedicato all’ultimo Conclave. Sfogliandolo, Leone XIV ha scherzato: “Forse mi sono perso qualcosa…”. Ma il regalo più insolito è arrivato da un cronista americano: una mazza da baseball degli anni ’50 appartenuta a Delly Fox dei White Sox di Chicago, la città natale del Papa. “Come hai fatto a farla passare ai controlli?”, ha chiesto divertito, ricevendo solo un sorriso complice. Nel pacchetto c’erano anche calzini e pantofole con il logo della squadra.

Un’agenda fitta tra Ankara e Beirut

Il programma prevede incontri ufficiali ad Ankara con il presidente turco e i rappresentanti delle comunità religiose. Nei prossimi giorni il Papa volerà a Beirut, dove sono previste celebrazioni ecumeniche e momenti di preghiera con i fedeli libanesi. La scelta delle tappe non è casuale: Turchia e Libano sono crocevia delicati per il dialogo tra religioni e la convivenza tra diverse fedi. “La pace si costruisce insieme”, ha ribadito Leone XIV prima della partenza.

Attesa e speranze tra i fedeli

Tra i fedeli turchi e libanesi cresce l’attesa per l’arrivo del Pontefice. A İznik, secondo le autorità locali, sono previsti migliaia di pellegrini da tutta la regione. Anche le comunità cristiane in diaspora seguono con attenzione questo viaggio. “È un segnale importante in tempi difficili”, ha detto padre Georges Haddad, parroco maronita di Beirut. Il viaggio si concluderà il 2 dicembre, ma già si parla delle possibili ripercussioni sul dialogo tra Chiese d’Oriente e d’Occidente.

Il primo viaggio internazionale di Papa Leone XIV parte dunque con l’obiettivo chiaro di cercare unità e rilanciare il dialogo tra religioni in due Paesi chiave del Mediterraneo orientale. Un cammino che guarda al passato, ma soprattutto al futuro delle relazioni tra popoli e fedi diverse.