Scomparsa di neonati in Calabria: la commovente ricerca di Agata per ritrovare sua sorella

Scomparsa di neonati in Calabria: la commovente ricerca di Agata per ritrovare sua sorella

Scomparsa di neonati in Calabria: la commovente ricerca di Agata per ritrovare sua sorella

Matteo Rigamonti

Novembre 28, 2025

Crotone, 28 novembre 2025 – Negli anni Sessanta e Settanta, in Calabria, diversi neonati nati all’ospedale di Crotone sono spariti nel nulla, dichiarati morti subito dopo il parto e mai restituiti alle famiglie. Una storia che, dopo tanti anni, continua a scuotere la regione e che è tornata sotto i riflettori grazie alla trasmissione “Storie Italiane” su Rai1, condotta da Eleonora Daniele. L’inchiesta, partita dal caso dei fratelli Oliverio di Cutro, ha fatto emergere storie di dolore e tante domande senza risposta, come quella di Agata, che da anni cerca la sorella gemella.

Agata e la ricerca di una vita: “La sento sempre vicino”

Agata, ormai adulta, ha raccontato la sua vicenda in diretta tv. Nata nel 1972 all’ospedale di Crotone insieme alla sorella gemella Maria, ha sempre saputo – o meglio, le è stato detto – che la sorella era morta subito dopo la nascita. “Ho sempre creduto che mia sorella fosse morta, ma per me è sempre stata viva perché la sento vicino”, ha detto con voce decisa. Un episodio del 1994 le ha ridato speranza: “Sono entrata in una clinica a Crotone e una signora mi ha chiamato Maria. Mi sono spaventata. Poi ha detto a mia madre che vicino a casa sua c’era una ragazza identica a me, si chiamava Maria”.

La madre di Agata ha ripercorso quei momenti pieni di confusione e dolore: “Ho partorito due gemelli nel 1972. Poi li hanno portati all’ospedale di Catanzaro. Quando mio marito mi ha detto che Maria era morta, sono caduta in ginocchio. Speriamo che la troviate, sarebbe una gioia enorme per me”. Parole semplici, cariche di speranza.

Cartelle cliniche contraddittorie e la denuncia

A complicare il quadro ci sono le discrepanze nei documenti medici. Il fratello di Agata ha raccontato: “Il dottore di turno quella sera disse che Maria era morta e Agata stava bene. Ma la mattina dopo, con il cambio del personale medico, la cartella clinica diceva che stavano bene entrambe”. Una contraddizione che lo ha spinto a rivolgersi ai carabinieri: “Ho portato le cartelle cliniche e ho fatto una denuncia contro ignoti”.

La famiglia Oliverio, da cui è partita l’inchiesta, si trova in una situazione simile: anche loro cercano da anni i gemelli spariti dopo il parto a Cutro. Le testimonianze raccolte dalla trasmissione Rai parlano di molti casi simili, che potrebbero nascondere un sistema di rapimenti e affidamenti illegali.

Un mistero che resta senza spiegazioni

Nonostante le denunce e le segnalazioni, le indagini sulle sparizioni dei neonati in Calabria non hanno ancora dato risultati concreti. Le famiglie continuano a chiedere verità e giustizia. “Ho sempre avuto paura – ha ammesso Agata in trasmissione – ma ora voglio solo trovare mia sorella, vorrei poterla abbracciare. Non è giusto togliere una figlia a una madre e una sorella ai fratelli”.

Secondo le prime ricostruzioni, negli anni Sessanta e Settanta sarebbero decine i casi simili tra Crotone e Catanzaro. Le autorità locali non hanno mai chiuso i fascicoli, ma spesso le indagini si sono fermate per mancanza di prove o testimoni diretti.

Appelli pubblici e speranze che non si spengono

La storia dei neonati scomparsi in Calabria resta un nodo irrisolto della memoria della regione. Le testimonianze raccolte da “Storie Italiane” hanno riportato l’attenzione su questa tragedia, spingendo altre famiglie a farsi avanti con racconti simili. “Speriamo che stavolta qualcuno ci ascolti davvero”, ha detto Filomena Oliverio, una delle protagoniste dell’inchiesta.

Nel frattempo, Agata non smette di cercare: “Vorrei solo poterla vedere, anche solo una volta”, ha detto davanti alle telecamere. Un desiderio semplice, che attraversa il tempo e le generazioni. E che oggi, grazie anche alla forza della denuncia pubblica, chiede risposte concrete alle istituzioni.