Tragedia tra le Guardie Nazionali: una vittima dopo l’attacco a Trump

Tragedia tra le Guardie Nazionali: una vittima dopo l'attacco a Trump

Tragedia tra le Guardie Nazionali: una vittima dopo l'attacco a Trump

Matteo Rigamonti

Novembre 28, 2025

Washington, 28 novembre 2025 – Donald Trump ha annunciato la morte della soldatessa americana Sarah Beckstrom, ferita mercoledì scorso in una sparatoria a Washington. La notizia è arrivata durante una telefonata del presidente con alcuni militari, nel giorno del Ringraziamento, una ricorrenza che negli Stati Uniti spesso diventa anche un momento di vicinanza alle forze armate.

Sparatoria a Washington: le condizioni di Sarah Beckstrom

La Casa Bianca ha riferito che la sparatoria è avvenuta mercoledì sera, intorno alle 22, vicino a un posto di blocco temporaneo della Guardia Nazionale nel quartiere di Capitol Hill. Sarah Beckstrom, 24 anni e originaria del Minnesota, era in servizio dal giugno 2023. Secondo la polizia, un uomo armato ha aperto il fuoco contro i militari impegnati nei controlli. Beckstrom è stata colpita al torace e portata d’urgenza al MedStar Washington Hospital Center, dove le sue condizioni sono apparse subito molto gravi.

Nella notte tra mercoledì e giovedì, fonti ospedaliere avevano parlato di “prognosi riservata”. Solo questa mattina è arrivata la conferma della sua morte. “Sarah Beckstrom, una giovane donna splendida e molto rispettata, che aveva iniziato il servizio solo lo scorso giugno, è morta”, ha detto Trump durante la chiamata con i militari. “Non è più con noi. Ci guarda dall’alto in questo momento”, ha aggiunto il presidente, visibilmente commosso secondo chi ha assistito alla conversazione.

Indagini in corso e prime reazioni

La polizia metropolitana di Washington ha aperto un’inchiesta per ricostruire la dinamica della sparatoria. Il portavoce del Dipartimento di Polizia ha riferito che l’aggressore è stato fermato pochi minuti dopo l’attacco e si trova ora in stato di fermo nella centrale di Anacostia. Non sono ancora chiari i motivi dell’assalto né l’identità dell’uomo arrestato. “Stiamo cercando di mettere insieme tutti i pezzi”, ha detto il capo della polizia Robert Contee durante un breve punto stampa davanti alla sede del Dipartimento.

Il Pentagono, poco dopo l’annuncio di Trump, ha diffuso un comunicato ufficiale per esprimere “profondo cordoglio” per la perdita di Beckstrom. “La sua dedizione e il suo coraggio resteranno un esempio per tutti noi”, si legge nella nota firmata dal segretario alla Difesa Lloyd Austin.

Il cordoglio delle istituzioni e della comunità

La notizia ha subito scosso anche il Minnesota, lo Stato dove Sarah Beckstrom è cresciuta. Il governatore Tim Walz ha commentato: “Sarah era un punto di riferimento per la sua comunità, una giovane donna che aveva scelto di servire il Paese con onore”. Sui social network, tanti cittadini hanno espresso vicinanza alla famiglia. A Duluth, la sua città natale, è stato organizzato un momento di raccoglimento davanti alla sede locale della Guardia Nazionale.

Durante la telefonata con i militari, Trump ha voluto sottolineare il valore del sacrificio di Beckstrom: “È stata selvaggiamente aggredita, ora è morta”, ha detto il presidente, ricordando che la sicurezza dei soldati è “una priorità assoluta” per il suo governo.

Un episodio che riapre il dibattito sulla sicurezza dei militari

Questa tragedia ha riacceso il dibattito sulla sicurezza dei militari impegnati in operazioni sul territorio americano. Secondo il Dipartimento della Difesa, nel 2025 si sono già registrati almeno 12 episodi di aggressione contro membri della Guardia Nazionale durante servizi di controllo pubblico. Organizzazioni come Veterans of Foreign Wars chiedono “più attenzione e risorse” per proteggere chi indossa l’uniforme.

Al momento non sono previsti funerali pubblici. La famiglia Beckstrom, contattata dai media locali, ha chiesto rispetto per la privacy. Il Pentagono sta valutando una cerimonia commemorativa nei prossimi giorni a Washington.

Mentre le indagini vanno avanti, la morte di Sarah Beckstrom resta una ferita aperta per la comunità militare e per tutti quelli che ogni giorno lavorano in prima linea anche dentro i confini nazionali.