Trump annuncia una svolta radicale: stop all’immigrazione dai Paesi del Terzo Mondo

Trump annuncia una svolta radicale: stop all'immigrazione dai Paesi del Terzo Mondo

Trump annuncia una svolta radicale: stop all'immigrazione dai Paesi del Terzo Mondo

Matteo Rigamonti

Novembre 28, 2025

Washington, 28 novembre 2025 – Nel tardo pomeriggio di mercoledì, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato con un post su Truth Social la sua intenzione di bloccare per sempre l’immigrazione da tutti i cosiddetti “Paesi del Terzo Mondo”. La notizia arriva in un momento di forte tensione, sia dentro il Paese che all’estero, sul tema dei flussi migratori verso l’America.

Trump chiude le porte ai Paesi del Terzo Mondo

Nel suo messaggio, Trump ha spiegato che questa decisione serve a “permettere al sistema americano di riprendersi del tutto”. Il presidente, che non è nuovo a posizioni dure sull’immigrazione, ha aggiunto: “Solo la migrazione inversa può risolvere questa situazione”. Una frase che molti a Washington interpretano come un segnale chiaro: si pensa anche a rimpatriare chi è già negli Stati Uniti senza permessi regolari.

Reazioni a caldo: il Paese si spacca

La mossa di Trump ha subito acceso il dibattito. Da una parte, alcuni repubblicani hanno applaudito la linea dura. Il senatore Tom Cotton, dell’Arkansas, uno dei più convinti sostenitori di politiche restrittive, ha detto: “È una scelta necessaria per proteggere la sicurezza nazionale e i posti di lavoro degli americani”.

Dall’altra, associazioni per i diritti civili e diversi esponenti democratici hanno bocciato l’annuncio. La deputata Alexandria Ocasio-Cortez ha parlato di una decisione che “rischia solo di alimentare divisioni e discriminazioni”, ricordando che l’immigrazione è parte fondamentale della storia americana. Anche l’American Civil Liberties Union (ACLU) ha definito il provvedimento “in contrasto con i principi costituzionali”.

Come si farà? I nodi ancora da sciogliere

Per ora non sono stati dati dettagli su come funzionerà il blocco. Fonti della Casa Bianca, riportate dalla CNN, dicono che la misura è ancora in fase di definizione e dovrebbe riguardare sia i nuovi ingressi sia le richieste di asilo da Paesi dell’Africa, dell’America Latina e dell’Asia meridionale.

Gli esperti avvertono che una decisione del genere non avrà solo effetti sociali, ma peserà anche sull’economia. Un rapporto del 2024 del Migration Policy Institute ricorda che gli immigrati rappresentano circa il 17% dei lavoratori negli Stati Uniti. Fermare il loro arrivo potrebbe colpire settori chiave come agricoltura, edilizia e servizi.

Il messaggio nel giorno del Ringraziamento fa discutere

Nel post, Trump ha chiuso con un riferimento alla festa del Ringraziamento, che si celebra oggi in America. “Buon Ringraziamento a tutti, tranne a chi odia, ruba, uccide e distrugge ciò che l’America rappresenta: non resterete qui a lungo”, ha scritto il presidente. La frase ha scatenato critiche sui social e tra gli opinionisti tv. Molti l’hanno definita “divisiva” e “fuori luogo” per un discorso presidenziale in un giorno di festa nazionale.

Lo sguardo dall’estero: preoccupazioni e silenzi

La notizia del blocco all’immigrazione dal Terzo Mondo ha fatto rapidamente il giro del mondo. In Europa, la Commissione UE ha scelto di non commentare ufficialmente. Dal Messico, invece, la ministra degli Esteri Alicia Bárcena ha espresso “profonda preoccupazione” per i cittadini messicani che vivono negli Stati Uniti. Anche alcune agenzie delle Nazioni Unite hanno chiesto a Washington di rispettare gli impegni internazionali sulla protezione dei rifugiati.

Cosa succederà ora? Tra leggi e incertezze

Non è chiaro quando e se questa nuova politica entrerà davvero in vigore. Gli esperti legali ricordano che misure simili prese durante il primo mandato di Trump sono state spesso bloccate dai tribunali federali. “La Costituzione americana garantisce diritti fondamentali anche agli stranieri”, ha sottolineato David Cole, direttore legale dell’ACLU, in un’intervista alla NPR.

Il dibattito sull’immigrazione torna così al centro della politica americana, e per ora non sembra destinato a calare di tono. Nei prossimi giorni vedremo come si muoverà la situazione.