Roma, 29 novembre 2025 – Da oggi, gli autovelox non inseriti negli elenchi ufficiali rischiano lo spegnimento in tutta Italia. È il risultato diretto della scadenza fissata dal Ministero dei Trasporti per la comunicazione dei dati sugli apparecchi di rilevazione della velocità. Chi non ha caricato le informazioni sulla piattaforma ufficiale dovrà disattivare i dispositivi, altrimenti le multe emesse saranno considerate nulle. A ricordarlo è il Codacons, che nelle ultime ore ha rilanciato l’allarme dopo la pubblicazione della lista ufficiale degli autovelox attivi sul territorio nazionale.
Autovelox: la scadenza che cambia le regole del gioco
La svolta è arrivata con il Decreto Ministeriale n. 367 del 29 settembre scorso. Da quel momento, enti locali e forze dell’ordine hanno avuto 60 giorni per inviare al Ministero tutti i dati sugli autovelox: posizione precisa, modello, conformità e omologazione. Una procedura pensata, secondo il dicastero guidato da Matteo Salvini, per fare chiarezza e uniformare l’uso degli strumenti di controllo della velocità.
“L’obbligo era chiaro – spiega il Codacons in una nota – e chi non ha rispettato la scadenza dovrà spegnere gli apparecchi”. Il rischio per i Comuni che non hanno inviato i dati è concreto: tutte le multe fatte con dispositivi non censiti saranno considerate invalide. Una doccia fredda per le casse degli enti locali, spesso rimpinguate proprio dalle sanzioni per eccesso di velocità.
Comuni e polizia locale in corsa contro il tempo
Negli ultimi giorni, molti Comuni si sono dati da fare per mettersi in regola. A Milano, per esempio, la Polizia Locale ha lavorato fino a tardi per completare l’inserimento dei dati richiesti. A Napoli, invece, fonti interne al Comune fanno sapere che alcuni autovelox potrebbero restare spenti finché non si concluderanno i controlli sulla documentazione.
Non mancano le polemiche. “Abbiamo avuto poco tempo e risorse limitate”, confida un funzionario della Polizia Municipale di Torino. “Così rischiamo di lasciare scoperte strade dove gli incidenti sono frequenti”. Anche l’Anci, l’associazione dei Comuni italiani, ha chiesto una proroga, ma dal Ministero non sono arrivate aperture.
Omologazione degli autovelox, un nodo ancora tutto da sciogliere
Oltre alla comunicazione, resta aperta la questione dell’omologazione degli autovelox. Il caos, come lo definisce il Codacons, va avanti da aprile 2024, quando una sentenza della Cassazione ha stabilito che le multe fatte con apparecchi approvati ma non omologati sono nulle. Da allora molti automobilisti hanno fatto ricorso, ottenendo spesso ragione.
“Il problema non è solo burocratico”, spiega l’avvocato Marco Gentili, esperto di diritto stradale. “Serve più chiarezza sulle procedure di omologazione e controlli più severi”. Secondo alcune stime, almeno il 15% degli autovelox in Italia sarebbe senza la documentazione necessaria.
Cosa cambia per chi guida e cosa aspettarsi
Per gli automobilisti, questa novità potrebbe tradursi in meno multe nei prossimi mesi. Ma le associazioni dei consumatori avvertono: rispettare i limiti resta fondamentale. “La sicurezza sulle strade non può dipendere solo dagli autovelox”, dice Carlo Rienzi, presidente del Codacons.
Il Ministero dei Trasporti fa sapere che l’elenco degli autovelox censiti è disponibile online sul sito ufficiale. Chi riceverà una multa potrà controllare se il dispositivo era regolarmente registrato. Solo in caso contrario potrà contestare la sanzione.
In attesa di nuove regole sull’omologazione, la situazione resta in bilico. Mentre alcuni Comuni cercano soluzioni per compensare i mancati introiti dalle multe annullate, altri puntano su campagne di prevenzione e controlli mobili. Una cosa è certa: da oggi, sulle strade italiane qualcosa cambia davvero. E non riguarda solo chi guida troppo veloce.
