Cagliari, 29 novembre 2025 – Dopo quattro giorni di protesta a quaranta metri d’altezza, i quattro operai dell’Eurallumina di Portovesme hanno deciso di scendere dal silo. La loro azione si è conclusa questa mattina, al termine di un’assemblea con i colleghi e i sindacati. La svolta è arrivata dopo la visita della ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone, che ieri si è recata sul posto per ascoltare le ragioni dei lavoratori e portare le prime rassicurazioni.
Quattro giorni sul silo: la protesta e l’arrivo della ministra
Tutto è iniziato all’alba di lunedì 17 novembre. I quattro operai – Giovanni Pinna, Marco Sanna, Paolo Serra e Luigi Melis – si sono arrampicati sul silo dello stabilimento Eurallumina a Portovesme, nel Sulcis Iglesiente. Volevano risposte sul futuro della fabbrica e dei circa 400 dipendenti diretti, senza dimenticare l’indotto. Una scelta difficile, raccontano i colleghi: “Stare lassù non è stato facile, ma non avevamo alternative”, ha detto uno degli operai durante l’assemblea di questa mattina.
Da mesi i lavoratori chiedono una soluzione per far ripartire la produzione. Lo stabilimento è fermo da tempo, bloccato dalla crisi energetica e dall’incertezza sugli investimenti. La visita della ministra Calderone, arrivata ieri pomeriggio, ha segnato un primo segnale di attenzione da parte del governo. “Abbiamo ascoltato le vostre richieste e ci impegniamo a trovare una soluzione concreta”, ha detto la ministra davanti ai sindacati e a una delegazione di operai.
Assemblea decisiva: la protesta si ferma
La scelta di sospendere la protesta è arrivata dopo una lunga assemblea, iniziata alle 8.30 nella sala mensa dello stabilimento. C’erano circa 150 lavoratori, insieme ai rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm. “Abbiamo valutato insieme il senso della nostra lotta e le prospettive nate dall’incontro con il governo”, ha spiegato Francesco Garau, delegato sindacale della Fiom. “Non è una resa – ha aggiunto – ma un gesto di responsabilità verso le nostre famiglie e la comunità”.
I quattro operai sono scesi dal silo poco dopo le 10.30, accolti da abbracci e applausi dei colleghi. Sul posto anche i sanitari del 118, che hanno controllato le condizioni di salute dei lavoratori: nessuno ha riportato problemi seri, anche se la stanchezza e la tensione degli ultimi giorni erano evidenti sui volti.
Le rassicurazioni del governo e il tavolo del 10 dicembre
Durante la visita a Portovesme, la ministra Calderone ha annunciato un tavolo tecnico per il 10 dicembre a Roma. L’obiettivo è trovare un accordo tra azienda, sindacati e istituzioni locali per far ripartire la produzione e proteggere i posti di lavoro. “Il governo sa quanto è importante l’Eurallumina per il territorio”, ha sottolineato Calderone. “Siamo pronti a lavorare insieme per superare questa crisi”.
I sindacati, però, restano cauti. “Aspettiamo fatti concreti”, ha detto Alessandro Manca della Uilm. “Il tavolo del 10 dicembre sarà decisivo: vogliamo impegni chiari su energia, investimenti e tutela del lavoro”.
In fabbrica resta alta la tensione: cosa succede ora
Dopo la fine della protesta, lo stabilimento Eurallumina è rimasto presidiato dai lavoratori. Molti si sono fermati davanti ai cancelli, con bandiere sindacali e striscioni che chiedono “lavoro e dignità”. L’atmosfera è ancora tesa, ma c’è un po’ più di fiducia rispetto a qualche giorno fa. “Abbiamo dimostrato che non molliamo”, ha detto uno degli operai scesi dal silo. “Adesso tocca alla politica fare la sua parte”.
Nei prossimi giorni sono in programma nuove assemblee per preparare la delegazione che parteciperà al tavolo di Roma. Nel Sulcis si aspetta una risposta concreta, che eviti altri gesti estremi. Perché, come ripetono i lavoratori, “qui il lavoro non è solo un diritto, ma una questione di sopravvivenza”.
