Bologna, 29 novembre 2025 – A cento anni dalla sua prima uscita, il capolavoro muto di Charlie Chaplin, “La febbre dell’oro”, torna a vivere con un nuovo restauro in 4K firmato dalla Cineteca di Bologna. Il lavoro, realizzato dal laboratorio L’Immagine Ritrovata, sarà nelle sale italiane dal 1 dicembre, dopo le anteprime al Festival di Cannes e alla rassegna Il Cinema Ritrovato di Bologna. Un ritorno molto atteso che riporta sul grande schermo uno dei film più amati e influenti di sempre.
Il restauro: un viaggio nel tempo
Il restauro ha richiesto mesi di lavoro e la collaborazione di esperti da tutto il mondo. “Quando uscì, nel giugno 1925, ‘La febbre dell’oro’ fece parlare molto la stampa americana”, racconta Cecilia Cenciarelli, responsabile del Progetto Chaplin alla Cineteca di Bologna. “Si dice che per ricostruire l’Alaska in studio usarono tonnellate di gesso, sale e coriandoli. La première al Chinese Theatre di Los Angeles fu un evento sfarzoso, con orchestra e danze a tema artico. In Inghilterra, la BBC trasmise dieci minuti di risate in diretta per il lancio del film”.
Il film fu distribuito in più di duecento paesi e ottenne un successo enorme. Gli incassi furono notevoli, soprattutto per quei tempi, e consolidarono la fama di Chaplin in tutto il mondo. La storia, ambientata durante la corsa all’oro del Klondike, segue le disavventure di Charlot tra paesaggi innevati e gag diventate leggendarie.
Le tante vite di “La febbre dell’oro”
Pochi sanno che “La febbre dell’oro” ha attraversato diverse versioni. Negli anni Quaranta, Chaplin tornò sul film, cambiando il montaggio e sostituendo le didascalie con una voce narrante. “Quando la nuova versione uscì nel maggio 1942”, ricorda Cenciarelli, “non molti capirono il senso di quei cambiamenti. Ma anche i suoi critici riconobbero che la colonna sonora orchestrale scritta da Chaplin era una delle sue migliori creazioni”.
Da allora, la versione con il sonoro fu l’unica disponibile. Gli avvocati di Chaplin fecero pressioni legali contro chi possedeva copie mute, rendendo l’originale sempre più difficile da trovare. Solo agli inizi degli anni Novanta, grazie al lavoro degli storici Kevin Brownlow e David Gill, si riuscì a ricostruire l’edizione muta con i materiali rimasti.
Una leggenda che non invecchia
Il restauro della Cineteca di Bologna offre oggi al pubblico la possibilità di vedere “La febbre dell’oro” come è nato, con una qualità visiva mai vista prima. “È un’occasione per riscoprire non solo il genio comico di Chaplin”, sottolinea Cenciarelli, “ma anche la sua capacità di parlare a chiunque, con un linguaggio universale fatto di gesti, sguardi e trovate visive”.
Le proiezioni saranno accompagnate da eventi speciali e incontri con esperti del cinema muto. A Milano, Torino e altre città si terranno anche esecuzioni dal vivo della colonna sonora originale, suonata da orchestre.
Cento anni e non sentirli
A un secolo di distanza, “La febbre dell’oro” continua a stupire per la sua freschezza narrativa e le idee visive ancora moderne. Il restauro in 4K è un ponte tra passato e presente, un’occasione per le nuove generazioni di scoprire un classico senza tempo. “Chaplin aveva capito che il cinema poteva parlare a tutti”, conclude Cenciarelli. “E questa nuova vita del film lo conferma ancora una volta”.
Dal 1 dicembre, nelle principali sale italiane, il pubblico potrà tornare a ridere – e a riflettere – con uno dei grandi capolavori della settima arte.
