Paola Cortellesi riceve la laurea honoris causa in Giurisprudenza: un riconoscimento straordinario

Paola Cortellesi riceve la laurea honoris causa in Giurisprudenza: un riconoscimento straordinario

Paola Cortellesi riceve la laurea honoris causa in Giurisprudenza: un riconoscimento straordinario

Giada Liguori

Novembre 29, 2025

Messina, 29 novembre 2025 – L’Università di Messina ha consegnato oggi la laurea magistrale honoris causa in Giurisprudenza a Paola Cortellesi, attrice e regista romana, per il suo impegno nel raccontare l’emancipazione femminile attraverso il film “C’è ancora domani”. La cerimonia si è svolta nel cortile del Rettorato, in una mattinata densa di emozione e memoria, alla presenza della rettrice Giovanna Spatari e delle famiglie di Lorena Quaranta e Sara Campanella, studentesse dell’ateneo vittime di femminicidio.

Paola Cortellesi, un premio per la sua voce sulle donne

L’Università di Messina ha deciso di premiare Cortellesi per il valore sociale e civile del suo lavoro, capace di raccontare – con uno sguardo diretto e personale – la condizione delle donne nell’Italia del dopoguerra. “Ringrazio la rettrice Giovanna Spatari e tutta l’Università di Messina”, ha detto l’attrice, visibilmente commossa davanti a una platea di studenti, docenti e cittadini. “Sono molto emozionata. In passato avevo già ricevuto un riconoscimento simile, che aveva suscitato anche un po’ d’indignazione. Adesso sono plurititolata, senza aver mai discusso una tesi”.

Il film “C’è ancora domani”, uscito nel 2023, ha ottenuto un grande successo di pubblico e critica, diventando uno dei titoli più visti dell’anno. Ambientato nella Roma degli anni Quaranta, affronta il tema della violenza domestica e la lotta delle donne per conquistare la propria autonomia. Un racconto che, per la commissione dell’Università, “ha parlato a generazioni diverse, offrendo spunti di riflessione su diritti e dignità”.

Un appello all’arte e alla società

Nel suo discorso, Cortellesi ha dedicato il riconoscimento “a tutte le donne e al mondo dell’arte, oggi in grande difficoltà per i continui tagli”. Un passaggio che ha colpito chi era in sala. “L’arte – ha spiegato – è uno spazio fragile, spesso dimenticato dalle istituzioni. Eppure, nei momenti più duri, può aiutarci a capire la realtà e a cambiarla”.

La rettrice Spatari, aprendo la cerimonia, ha ricordato che la scelta della laurea honoris causa è stata approvata all’unanimità dal senato accademico. “Abbiamo voluto premiare non solo il talento artistico, ma anche l’impegno civile”, ha detto. “Il film di Paola Cortellesi ha riacceso il dibattito sulla condizione femminile in Italia. È un contributo che va ben oltre il grande schermo”.

Ricordare Lorena Quaranta e Sara Campanella

A chiudere la cerimonia, il cortile del Rettorato è stato intitolato a Lorena Quaranta e Sara Campanella, due giovani studentesse dell’ateneo uccise in episodi separati di femminicidio. La decisione, voluta con forza dalla rettrice Spatari, è stata accompagnata da parole semplici ma profonde: “Non possiamo dimenticare. Lorena e Sara facevano parte della nostra comunità. Dedicare loro questo spazio significa impegnarsi ogni giorno contro la violenza sulle donne”.

I genitori delle vittime erano presenti in silenzio, con una rosa bianca in mano. Alcuni studenti si sono avvicinati per un abbraccio o una parola di conforto. Un momento raccolto, senza fronzoli.

Un segnale forte dalla Sicilia

La giornata di oggi rappresenta un passaggio simbolico per l’Università di Messina e per la città stessa. Da un lato, il riconoscimento a una figura pubblica che ha saputo raccontare la forza delle donne; dall’altro, la memoria viva di chi quella forza non ha potuto esprimerla fino in fondo. “Solo così – ha concluso la rettrice – potremo dire di aver fatto davvero qualcosa”.

La cerimonia si è chiusa poco dopo mezzogiorno. Nel cortile appena intitolato a Lorena e Sara, alcuni studenti sono rimasti a parlare sottovoce. La targa con i loro nomi è stata scoperta tra gli applausi. Un gesto semplice, ma carico di significato per tutta la comunità accademica e la città.