ProPal invade la redazione della Stampa: il messaggio choc contro il genocidio e la risposta di Giorgia Meloni

ProPal invade la redazione della Stampa: il messaggio choc contro il genocidio e la risposta di Giorgia Meloni

ProPal invade la redazione della Stampa: il messaggio choc contro il genocidio e la risposta di Giorgia Meloni

Matteo Rigamonti

Novembre 29, 2025

Torino, 29 novembre 2025 – Ieri pomeriggio, decine di manifestanti pro Palestina hanno fatto irruzione nella sede centrale de La Stampa, in via Lugaro a Torino. Hanno occupato e vandalizzato la redazione del quotidiano, approfittando di una situazione particolare: la redazione era quasi deserta a causa dello sciopero dei giornalisti. L’azione è avvenuta intorno alle 16. I manifestanti hanno accusato il giornale di essere “complice del genocidio a Gaza” e hanno chiesto la liberazione dell’imam Mohamed Shahin, trattenuto nel Cpr di Torino in attesa di rimpatrio.

Redazione presa d’assalto: scritte sui muri e scrivanie ribaltate

Dalle prime ricostruzioni, il gruppo – una ventina di persone con il volto coperto da sciarpe e cappucci – si sarebbe staccato dal corteo organizzato dai sindacati di base per lo sciopero generale. Una volta dentro la sede de La Stampa, hanno imbrattato vetri e pilastri con bombolette spray, lasciando scritte come “Fuck Stampa” e “Free Shahin”. Hanno rovesciato cestini, spostato scrivanie e percorso i corridoi sfilando come in un corteo improvvisato. In quel momento nessun giornalista era presente: la redazione era vuota, come confermato dalla direzione del quotidiano.

I manifestanti hanno spiegato di voler protestare contro la narrazione che, a loro avviso, il giornale avrebbe fatto dell’imam Shahin, “dipinto come uno spaventoso terrorista”. L’uomo, guida spirituale della moschea torinese, si trova ora nel Centro di permanenza per il rimpatrio dopo la revoca del permesso di soggiorno di lunga durata. La loro richiesta è stata chiara e netta: “Vogliamo la liberazione di Shahin”, si leggeva sui muri della redazione.

Istituzioni all’unisono: condanna senza appello

La notizia dell’irruzione si è diffusa in fretta. Nel giro di poche ore sono arrivate reazioni da parte delle istituzioni piemontesi e nazionali. Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha detto: “Ancora una volta c’è chi confonde il diritto al dissenso con la violenza e la devastazione. Atti particolarmente odiosi quando colpiscono l’informazione, baluardo di libertà e democrazia”. Sulla stessa linea il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, che ha parlato di “intrusione e danneggiamenti inaccettabili” e ha auspicato che “i responsabili vengano individuati e perseguiti”.

Nel tardo pomeriggio è arrivata anche la solidarietà della premier Giorgia Meloni, che ha telefonato direttamente al direttore de La Stampa, Andrea Malaguti. In un comunicato di Palazzo Chigi si legge: “L’irruzione nella redazione centrale del quotidiano da parte di un gruppo di manifestanti dei centri sociali e dell’area propal rappresenta un fatto gravissimo che merita la più assoluta condanna. Il Presidente auspica una condanna unanime e ribadisce che la libertà di stampa è un bene prezioso da difendere ogni giorno”.

Il mondo politico e giornalistico si stringe attorno a La Stampa

Anche la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha voluto esprimere la sua vicinanza al giornale torinese. In serata ha chiamato Malaguti per manifestare solidarietà a tutta la redazione: “Ho voluto mostrare vicinanza a lui, alle giornaliste e ai giornalisti e a tutti i dipendenti per questo episodio inaccettabile dell’irruzione. Ogni redazione è un presidio di libertà e democrazia”, ha detto Schlein.

Dalla Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) è arrivata una nota che definisce “inaccettabile ogni forma di intimidazione contro i giornalisti”. Il sindacato ha chiesto alle autorità di “garantire la sicurezza delle redazioni e il diritto all’informazione”.

Indagini aperte, solidarietà da tutta la stampa

Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine per i rilievi. La questura ha confermato che sono in corso le indagini per identificare i responsabili dell’occupazione e dei danni. Al momento non ci sono fermi né denunce formali da parte della direzione del quotidiano.

Intanto, tanti direttori di testate nazionali hanno espresso solidarietà a La Stampa. Questa mattina, in via Lugaro, alcuni dipendenti hanno trovato ancora le scritte sui muri. “Un gesto che non ci spaventa”, ha raccontato un cronista storico del giornale, “ma che lascia l’amaro in bocca”.

Il caso riporta al centro il tema della sicurezza nelle redazioni e il confine sottile tra protesta e violenza. Mentre le indagini vanno avanti, resta alta l’attenzione su possibili nuove azioni contro i media italiani.