Salvini propone un nuovo approccio ai condoni pendenti: il silenzio-assenso come soluzione?

Salvini propone un nuovo approccio ai condoni pendenti: il silenzio-assenso come soluzione?

Salvini propone un nuovo approccio ai condoni pendenti: il silenzio-assenso come soluzione?

Matteo Rigamonti

Novembre 29, 2025

Roma, 29 novembre 2025 – Dal palco dell’assemblea nazionale di Noi Moderati a Roma, il vicepremier Matteo Salvini ha fatto sapere che presto presenterà una proposta di legge per mettere la parola fine al lungo calvario delle pratiche di condono edilizio ancora ferme nei Comuni italiani. L’idea è semplice: dare una scadenza chiara. “Mettiamo un termine, per esempio sei mesi dopo la manovra. E diciamo: entro 30 giorni i Comuni, che hanno milioni di pratiche arretrate, devono decidere se è sì o no. Se non rispondono, vale il silenzio-assenso”.

Condono edilizio, tempi certi e silenzio-assenso per sbloccare le pratiche

Il problema delle pratiche di condono è vecchio come il cucco nel dibattito politico italiano. Secondo il Ministero delle Infrastrutture, sono ancora milioni le domande degli anni passati che i Comuni non hanno mai smaltito. Salvini ha messo in chiaro che questa situazione blocca tutto: cittadini e amministrazioni. “Non possiamo più lasciare famiglie in sospeso per anni, senza mai una risposta”, ha detto il leader della Lega.

La sua proposta è chiara: dopo l’ok alla legge di bilancio, i Comuni avranno sei mesi per mettersi in pari. Poi partiranno 30 giorni per dare una risposta definitiva sulle pratiche arretrate. Se non lo faranno, scatterà il silenzio-assenso: chi non risponde, accetta automaticamente la domanda.

Dal palco di Roma, ironie e scontri

Non sono mancate le frecciate. Salvini ha preso di mira gli avversari: “Non so quanto ci starà dietro Fratoianni e compagnia, che sono sempre contro i condoni”, ha detto con una battuta rivolta al segretario di Sinistra Italiana e alle forze progressiste, da sempre contrarie a queste misure. Qualche sorriso e un applauso contenuto hanno accolto la battuta.

La proposta però rischia di riaprire vecchie polemiche. Nei corridoi, alcuni esponenti centristi hanno mostrato prudenza: “Serve chiarezza su come si applicherà e su quali controlli ci saranno”, ha confidato un deputato di Noi Moderati prima della pausa pranzo. Intanto, i sindaci, soprattutto quelli delle grandi città, temono che questa novità possa scaricare sulle loro spalle un carico di lavoro troppo pesante da gestire in poco tempo.

Pratiche arretrate, un problema enorme per i Comuni

L’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) stima che siano oltre 3 milioni le pratiche di condono ancora in sospeso in tutta Italia. Una montagna di lavoro per uffici spesso sottodimensionati rispetto al numero di richieste. A Milano, per esempio, si contano più di 120 mila domande inevase; a Napoli oltre 200 mila.

“Il rischio è che si scateni una corsa contro il tempo, senza gli strumenti giusti”, spiega un funzionario del Comune di Roma. “Servirebbero più risorse e personale preparato”. E poi c’è il nodo della trasparenza: “Il silenzio-assenso può funzionare solo se ci sono controlli seri”, aggiunge.

Cosa succederà ora?

Salvini ha detto che la proposta arriverà solo dopo l’ok alla legge di bilancio. “Prima chiudiamo la manovra, poi pensiamo a questa battaglia”, ha detto ai giornalisti. Nei prossimi giorni sono in programma incontri tra il Ministero delle Infrastrutture e l’Anci per capire se la misura è davvero realizzabile.

Tra la gente che aspetta da anni una risposta, la notizia ha acceso speranze ma anche qualche dubbio. “Se davvero smaltiscono tutto in sei mesi, sarebbe una svolta”, racconta Marco, che a Ostia aspetta la sanatoria dal 2003. C’è però chi teme che sia solo l’ennesimo annuncio destinato a scontrarsi con la burocrazia.

Il dibattito è appena cominciato. Nei mesi a venire, tra emendamenti e confronti in Parlamento, vedremo se la strada indicata da Salvini porterà davvero a una soluzione per le pratiche di condono ancora bloccate nei Comuni italiani.