Sciopero dei giornalisti: un messaggio potente da non ignorare

Sciopero dei giornalisti: un messaggio potente da non ignorare

Sciopero dei giornalisti: un messaggio potente da non ignorare

Giada Liguori

Novembre 29, 2025

Roma, 29 novembre 2025 – “Bravi per lo sciopero di ieri, avete mandato un messaggio chiaro. Forza e in bocca al lupo”. Così, a margine della manifestazione organizzata dalla Uil stamattina in piazza Santi Apostoli, il segretario generale Pierpaolo Bombardieri ha voluto sostenere i giornalisti che ieri, giovedì 28 novembre, hanno incrociato le braccia in tutta Italia. Un gesto che, secondo lui, “ha funzionato alla grande” e ha portato sotto i riflettori le difficoltà e le richieste della categoria.

Sciopero nazionale, numeri e motivazioni

Ieri la protesta ha coinvolto una moltitudine di giornalisti, con adesioni importanti su tutto il territorio. Fin dalle prime ore, molte redazioni di quotidiani, agenzie, radio e tv hanno registrato assenze significative. Secondo la Fnsi, la partecipazione ha superato il 70% nelle testate nazionali più importanti, toccando punte vicine al 90% in alcune realtà locali.

Le ragioni sono ben note: lavoro precario, tagli al personale, ritardi nei pagamenti e condizioni di lavoro sempre più difficili. Da mesi questi temi animano il confronto tra giornalisti, editori e istituzioni. “Non è solo una questione di posti di lavoro – ha detto ieri il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti – ma di garantire ai cittadini un’informazione libera e indipendente”.

Sindacati uniti e clima nelle redazioni

Il sostegno di Bombardieri non è stato un caso isolato. Diversi esponenti sindacali hanno espresso vicinanza ai giornalisti in sciopero. “Siamo davvero soddisfatti, lo sciopero ha colpito nel segno”, ha ribadito il leader della Uil, sottolineando l’impatto sulla diffusione dell’informazione. Ieri mattina, molte edicole erano senza i principali quotidiani; diversi siti web di testate sono rimasti fermi per ore; i notiziari radiofonici si sono limitati a pochi aggiornamenti essenziali.

Nelle redazioni, l’atmosfera è stata definita “tesa ma determinata”. Alcuni giornalisti hanno raccontato di aver ricevuto messaggi di solidarietà da lettori e colleghi di altri settori. “Non è stata una scelta facile – ha ammesso una cronista di un quotidiano romano – ma era importante far sentire la nostra voce”.

Le richieste dei giornalisti, la risposta degli editori

Al centro della protesta ci sono richieste precise: contratti più stabili, rispetto dei tempi di pagamento, investimenti per mantenere alta la qualità dell’informazione. La Fnsi chiede anche un tavolo urgente con il governo e gli editori per affrontare la crisi del settore. “Serve un piano straordinario per l’editoria – ha avvertito Giulietti – altrimenti rischiamo di perdere non solo posti di lavoro, ma anche pluralismo e democrazia”.

Gli editori, invece, hanno risposto con una nota diffusa ieri sera dall’Associazione Italiana Editori (AIE): “Capiscono le preoccupazioni dei giornalisti – si legge – ma la crisi colpisce tutto il settore. Sono pronti al confronto, ma chiedono anche interventi concreti da parte delle istituzioni”.

Il futuro dopo lo sciopero

Dopo questa giornata di mobilitazione, resta da vedere cosa succederà. La Fnsi ha già annunciato nuove iniziative se entro dicembre non arriveranno risposte chiare. Il governo, per ora, osserva con attenzione: secondo fonti del Ministero del Lavoro, non si esclude la convocazione di un tavolo tecnico nei prossimi giorni.

Intanto, tra i giornalisti c’è un misto di soddisfazione e preoccupazione. “Abbiamo lanciato un segnale forte – ha detto una cronista milanese davanti alla sua redazione – ora aspettiamo che qualcuno ci ascolti davvero”.

Il messaggio di Bombardieri – “forza e in bocca al lupo” – resta così sospeso tra le strade di Roma e le pagine vuote delle edicole. Un invito a non fermarsi qui.