Termoli, 29 novembre 2025 – Questa mattina, oltre mille persone hanno invaso il centro di Termoli per difendere lo stabilimento Stellantis, ora in una crisi che rischia di mettere a repentaglio centinaia di posti di lavoro. Il corteo è partito poco dopo le 10 da via Martiri della Resistenza e ha sfilato lungo le vie principali della città molisana, fino a raggiungere Piazza Monumento. Qui si sono alternati i discorsi dei sindacati. In piazza, insieme agli operai e alle loro famiglie, c’erano anche i lavoratori dell’indotto, i sindaci del Basso Molise e il presidente del consiglio regionale, Quintino Pallante.
Sindacati in prima fila: “Vogliamo risposte vere”
A guidare la manifestazione, in testa al corteo, i segretari nazionali dei sindacati metalmeccanici: Rocco Palombella (Uilm), Samuele Lodi (Fiom), Antonio Spera (Uglm), Sarà Rinaudo (Fismic) e Stefano Boschini (Fim-Cisl). I leader sindacali hanno chiesto a gran voce “certezze sul futuro” al Governo e alla dirigenza Stellantis. “Non si tratta solo di salvare una fabbrica, ma di difendere la dignità di un’intera comunità”, ha detto Palombella dal palco. Lodi ha aggiunto: “Vogliamo investimenti concreti, non promesse. I lavoratori hanno bisogno di risposte chiare”.
La crisi a Stellantis: i numeri che preoccupano
Secondo i sindacati, lo stabilimento di Termoli conta oggi circa 2.300 addetti, tra diretti e indiretti. Ma negli ultimi mesi la produzione è crollata: si parla di un calo del 30% rispetto allo stesso periodo del 2023. L’incertezza pesa come un macigno sugli operai. “Ogni giorno ci chiediamo se domani avremo ancora un lavoro”, racconta Marco, in fabbrica da oltre vent’anni. La crisi non tocca solo i dipendenti diretti: nell’indotto ci sono almeno altre 500 persone, tra fornitori e servizi collegati.
Il territorio non molla: sindaci e istituzioni al fianco dei lavoratori
I sindaci del Basso Molise – quelli di Campomarino, Guglionesi e Larino – hanno scelto di esserci, mostrando unità. “Salvare lo stabilimento vuol dire proteggere il tessuto sociale ed economico della zona”, sottolinea il sindaco di Termoli, Francesco Roberti. Al suo fianco, il presidente del consiglio regionale Pallante ha ribadito: “Non lasceremo soli i lavoratori. Serve un tavolo urgente con Governo e Stellantis per trovare soluzioni concrete”.
La piazza parla chiaro: “Vogliamo lavoro e futuro”
Gli slogan lanciati dai manifestanti hanno riempito le strade: “Vogliamo il lavoro”, “Vogliamo il futuro”, “Difendiamo il territorio”. Cartelli scritti a mano, bandiere sindacali e striscioni colorati hanno accompagnato il corteo fino a Piazza Monumento. Tra la folla, anche tanti giovani e famiglie con bambini. “Siamo qui per i nostri figli”, dice Anna, moglie di un operaio. “Non possiamo permettere che questa città perda la sua principale fonte di reddito”.
Le richieste a Governo e Stellantis: investimenti e garanzie
Al centro delle richieste dei sindacati c’è un piano chiaro per lo stabilimento di Termoli. “Chiediamo investimenti per riconvertire l’attività e formare i lavoratori”, spiega Boschini della Fim-Cisl. Per Spera (Uglm), “la transizione verso l’elettrico non può pesare solo sui lavoratori: serve un impegno condiviso”. I sindacati chiedono subito un tavolo di confronto con il Ministero delle Imprese e Stellantis.
E adesso? Attesa per le risposte
Dopo gli interventi in piazza, i sindacati hanno avvertito: la mobilitazione continuerà nelle prossime settimane se non arriveranno risposte concrete. “Non ci fermiamo qui”, ha detto Rinaudo (Fismic). La città resta in attesa, con lo sguardo fisso su Roma e sulla dirigenza Stellantis, sperando che dalle parole si passi ai fatti. Intanto a Termoli si respira una tensione forte, fatta di rabbia e paura, ma anche di una determinazione che oggi ha riempito le strade.
