Taranto in protesta: la richiesta di una città libera dall’Ilva

Taranto in protesta: la richiesta di una città libera dall'Ilva

Taranto in protesta: la richiesta di una città libera dall'Ilva

Giada Liguori

Novembre 29, 2025

Taranto, 29 novembre 2025 – Cittadini e associazioni sono tornati a scendere in piazza a Taranto per dire no al salvataggio dell’ex Ilva e chiedere una vera riconversione economica del territorio. La manifestazione, chiamata “L’ora di Taranto”, è partita alle 10 da piazza della Vittoria e ha seguito un percorso che si è snodato fino al varco est del porto, passando per cinque tappe simboliche. Tra striscioni e slogan, si sono alternate le testimonianze di chi – dicono gli organizzatori – “sta già costruendo un futuro diverso per Taranto. Perché il cambiamento non arriva da solo. Ce lo prendiamo insieme”.

“Taranto ferita, ma viva”: parole dal cuore della protesta

Sotto un cielo grigio, con bandiere e cartelli con la scritta “Taranto libera”, la folla si è mossa compatta. “Taranto torna in piazza. È una città ferita, ma viva. E piena di possibilità”, hanno detto i promotori dal palco improvvisato vicino alla fontana di piazza della Vittoria. Il corteo, formato da centinaia di persone – famiglie, studenti, lavoratori – ha attraversato via D’Aquino e corso Umberto I, fermandosi davanti ai luoghi simbolo della città.

Tra i partecipanti, molte le sigle associative: Giustizia per Taranto, Ail, Altamarea, Anpi, Afo6, Codacons, Isde, Lilt, Mare Vivo, Peacelink, Taranto Grand Tour, Taranto Respira, Veraleaks e Wwf. “Taranto è una città splendida, con potenzialità straordinarie ignorate da decenni per far passare fabbriche che inquinano e portano solo dolore”, hanno ribadito i rappresentanti di Giustizia per Taranto.

Governo nel mirino: no al salvataggio dell’ex Ilva

Non sono mancate le critiche al governo. “Ancora una volta si cerca di salvare l’ex Ilva, nonostante nessuno la voglia, e con piani di decarbonizzazione poco credibili”, ha detto al megafono una portavoce di Altamarea. Il riferimento è alle ultime ipotesi di un nuovo intervento pubblico per evitare la chiusura dello stabilimento siderurgico, ora gestito da Acciaierie d’Italia.

Il movimento chiede a gran voce “un accordo per un grande piano di riconversione”, lo stop definitivo alla produzione siderurgica e il no alla fabbrica di Dri (preridotto di ferro per alimentare i forni elettrici). “Non c’è più alcuna contrapposizione tra salute e lavoro, perché mancano entrambi”, ha sottolineato un attivista di Peacelink durante la tappa davanti al municipio.

Ambiente, turismo e lavoro pulito: le proposte dal basso

Durante la manifestazione, diversi cittadini hanno raccontato le loro storie legate all’inquinamento e alle difficoltà sul lavoro. Valentina, giovane madre, ha spiegato: “Mio figlio ha problemi respiratori da quando è nato. Non voglio più dover scegliere tra salute e lavoro”. Accanto a lei, un gruppo di studenti dell’istituto Archita ha distribuito volantini con idee per rilanciare il turismo culturale e il settore dei servizi.

Gli organizzatori hanno voluto sottolineare: “Non è la solita manifestazione. Questa nasce dai cittadini e punta su ambiente, turismo, cultura e lavoro pulito. È davvero l’ora di Taranto”. In tanti hanno ricordato le grandi risorse del territorio: il mare, la storia greca, i tesori archeologici troppo spesso dimenticati.

Taranto aspetta risposte, mentre il futuro resta in bilico

La manifestazione si è chiusa intorno alle 13 al varco est del porto, dove i partecipanti hanno lasciato simbolicamente barchette di carta con parole come “futuro”, “salute”, “dignità”. Nessun incidente segnalato dalla questura, solo qualche momento di tensione quando un gruppo di operai ha chiesto garanzie immediate sul lavoro.

Il dibattito sull’ex Ilva resta aperto. Il governo non ha ancora presentato un piano definitivo per il rilancio o la riconversione dello stabilimento. Intanto, Taranto continua a chiedere di essere ascoltata. E oggi – tra slogan, voci e passi – ha provato a far sentire la sua voce.