Un centinaio di manifestanti invade la sede della Stampa: caos e tensione in città

Un centinaio di manifestanti invade la sede della Stampa: caos e tensione in città

Un centinaio di manifestanti invade la sede della Stampa: caos e tensione in città

Matteo Rigamonti

Novembre 29, 2025

Torino, 29 novembre 2025 – Ieri, poco dopo le 14, circa cento manifestanti hanno fatto irruzione nella sede torinese di La Stampa in via Lugaro. I giornalisti erano assenti, impegnati in uno sciopero per il rinnovo del contratto nazionale. L’episodio, avvenuto nel cuore del pomeriggio, ha scosso la redazione e acceso il dibattito nel mondo dell’informazione, a livello locale e nazionale.

Irrompono in redazione: tensione a via Lugaro

Dalle prime ricostruzioni, la redazione era quasi vuota quando una parte del corteo dello sciopero generale, staccatasi dal percorso principale, è arrivata davanti all’edificio. Alcuni manifestanti, con il volto coperto, hanno forzato l’ingresso e sono entrati. “Hanno urlato slogan come ‘Free Palestine’ e ‘Giornalisti complici dell’arresto in Cpr di Mohamed Shahin’”, racconta un impiegato amministrativo vicino alla sede. Il riferimento è all’imam torinese recentemente colpito da un decreto di espulsione.

Scritte, danni e minacce: la scena dell’irruzione

Dentro i locali, i manifestanti hanno lasciato il segno: scritte con vernice spray sui muri, giornali e libri rovesciati a terra, letame gettato contro i cancelli. Gli slogan, ripetuti anche sulle pareti, avevano toni minacciosi: “Giornalista terrorista, sei il primo della lista” e “Giornalista ti uccido”. Nessun giornalista era presente al momento dell’irruzione, ma alcuni video girati con i cellulari hanno documentato tutto e sono stati diffusi sui social poco dopo.

La risposta della redazione e delle istituzioni

La direzione de La Stampa ha espresso “profonda preoccupazione per l’attacco alla libertà di stampa”, sottolineando che “la violenza non è mai la soluzione”. Il direttore Massimo Giannini ha dichiarato: “Non ci faremo intimidire. Continueremo a raccontare i fatti con rigore e indipendenza”. Solidarietà è arrivata dal sindacato dei giornalisti piemontesi e dalla Fnsi, che hanno chiesto “un intervento immediato delle autorità per garantire la sicurezza delle redazioni”.

Indagini aperte: caccia ai responsabili

Sul posto sono intervenute le volanti della Polizia di Stato, che hanno raccolto testimonianze e acquisito le immagini delle telecamere. Gli investigatori stanno cercando di identificare i responsabili. Secondo fonti della Questura, si tratterebbe di una ventina di persone già note per proteste legate alla causa palestinese. “Stiamo valutando le ipotesi di reato – spiega un funzionario – tra cui danneggiamento aggravato e minacce”.

Un clima già teso: sciopero e proteste sulla questione palestinese

L’irruzione arriva in una giornata già calda. Lo sciopero generale, indetto dai sindacati per il rinnovo del contratto dei giornalisti, ha visto una forte partecipazione in tutta Italia. A Torino, il corteo ha attraversato il centro senza problemi, fino all’arrivo in via Lugaro. La protesta si è incrociata con la vicenda dell’imam Mohamed Shahin, la cui espulsione ha acceso il dibattito sulla gestione dei Cpr e sulle politiche migratorie.

Il mondo dell’informazione è in allarme

L’episodio ha suscitato reazioni anche oltre il Piemonte. L’Ordine nazionale dei giornalisti ha parlato di “atto grave che colpisce non solo una redazione, ma tutto il sistema dell’informazione”. Molti cronisti hanno espresso solidarietà ai colleghi torinesi sui social. “Non è accettabile che chi racconta i fatti venga minacciato o aggredito”, ha scritto su X (ex Twitter) la presidente Paola Spadari.

Cosa succederà adesso: sicurezza e risposte urgenti

Nei prossimi giorni sono attese mosse da parte delle autorità locali. Il prefetto di Torino, Raffaele Ruberto, ha convocato un tavolo urgente con forze dell’ordine e rappresentanti della stampa per valutare nuove misure a tutela delle redazioni. Intanto, la sede de La Stampa resta sorvegliata dalla polizia. “Non ci fermeremo”, ha ribadito Giannini ai colleghi in assemblea questa mattina. Tra i giornalisti torinesi, però, resta il senso di aver superato un limite. Una ferita aperta tra informazione e piazza che ora chiede risposte concrete.