Washington, 29 novembre – Dopo l’attacco di ieri nella capitale americana, in cui una soldatessa ha perso la vita e un altro militare è rimasto gravemente ferito, il governo degli Stati Uniti ha deciso di bloccare tutte le decisioni sull’asilo politico. Il provvedimento, annunciato mercoledì sera, arriva mentre le autorità indagano sul ruolo di Rahmanullah Lakanwal, un cittadino afgano di 29 anni, arrivato nel 2021 e ora il principale sospettato dell’aggressione.
Stop all’asilo: il governo corre ai ripari dopo l’attacco
A dare la notizia è stato Joseph Edlow, direttore dei Servizi per la cittadinanza e l’immigrazione degli Usa, che su X (ex Twitter) ha scritto: “Abbiamo sospeso tutte le decisioni sull’asilo fino a quando ogni richiedente non sarà passato al setaccio con i controlli più severi”. Una mossa che punta a stringere i controlli su chi entra, proprio mentre la sicurezza nazionale torna a essere un tema caldo.
L’attacco è scattato martedì pomeriggio vicino a un edificio governativo di Washington. Lakanwal, che era arrivato negli Stati Uniti durante le evacuazioni dall’Afghanistan nel 2021, è stato fermato subito dopo. Le autorità annunciano che chiederanno per lui la pena di morte, con l’accusa di omicidio aggravato.
Politica sotto pressione: tra chi vuole regole più dure e chi teme un giro di vite
La decisione del governo ha scatenato un acceso dibattito. Da una parte i repubblicani chiedono controlli più rigidi e regole più severe per chi cerca di entrare. Dall’altra, le associazioni per i diritti civili temono che la sospensione colpisca anche chi scappa da guerre e persecuzioni.
“Non possiamo lasciare che un singolo caso metta a rischio il diritto d’asilo di migliaia di persone disperate”, ha detto Mary Bauer, direttrice del National Immigration Project. Al Congresso la tensione è palpabile: alcuni democratici vogliono sapere come saranno fatti i controlli e quanto durerà davvero questa sospensione.
Chi è Lakanwal: gli accertamenti e il processo che si prepara
Rahmanullah Lakanwal è arrivato negli Stati Uniti nell’agosto 2021, grazie al ponte aereo dopo la caduta di Kabul. Non ha precedenti penali negli Usa, ma ora è al centro di un’inchiesta federale che punta dritto alla pena capitale.
Le fonti vicine alle indagini dicono che avrebbe agito da solo. Ancora da chiarire la dinamica: alcuni testimoni parlano di pochi minuti, intorno alle 16.30 locali. “Abbiamo sentito urla e poi abbiamo visto il personale di sicurezza correre verso l’edificio”, racconta una dipendente del palazzo vicino.
Cosa cambia per chi chiede asilo: migliaia di pratiche in sospeso
Il blocco delle richieste d’asilo colpisce subito migliaia di persone in attesa. Oltre 200mila domande sono ferme negli uffici immigrazione. Edlow ha detto che lo stop durerà “fino a quando ogni richiesta non sarà controllata con la massima attenzione”.
Nel frattempo, le associazioni umanitarie chiedono almeno di non fermare le pratiche più urgenti, come quelle di minori soli o persone fragili. La Casa Bianca, per ora, non ha risposto a queste richieste.
Sicurezza e migranti: un bivio per l’amministrazione Biden
L’attacco a Washington riporta in primo piano la questione della sicurezza nazionale e delle regole per entrare negli Stati Uniti. La sospensione sull’asilo segna un cambio netto nelle politiche di Biden, già sotto pressione per come gestisce i flussi al confine sud.
Resta da vedere se questa misura sarà solo temporanea o se porterà a una revisione più ampia delle regole sull’accoglienza. Intanto, in città l’aria è tesa. “Speriamo solo che non si finisca per criminalizzare tutti i rifugiati”, confida un volontario della comunità afghana. Nei prossimi giorni si capirà davvero l’impatto di questa decisione sulle vite di migliaia di persone in cerca di protezione.
