Chiesa in Nigeria sotto attacco: rapiti un pastore e 11 membri della comunità

Chiesa in Nigeria sotto attacco: rapiti un pastore e 11 membri della comunità

Chiesa in Nigeria sotto attacco: rapiti un pastore e 11 membri della comunità

Matteo Rigamonti

Novembre 30, 2025

Abuja, 30 novembre 2025 – Almeno dodici persone, tra cui il pastore della comunità, sono state rapite questa mattina durante la funzione religiosa in una piccola chiesa del villaggio di Ejiba, nello Stato di Kogi, nel cuore della Nigeria centrale. L’attacco è avvenuto intorno alle 9.30, ora locale, ed è l’ennesimo episodio di una lunga serie di sequestri di massa che, da settimane, stanno mettendo in ginocchio il Paese e seminando paura tra la gente.

Rapiti durante la messa: come è successo

Secondo quanto riferito da Kingsley Femi Fanwo, commissario per l’informazione dello Stato di Kogi, un gruppo armato ha fatto irruzione nella chiesa proprio mentre si svolgeva la funzione domenicale. “La chiesa nel villaggio di Ejiba è stata attaccata oggi dai banditi. Dodici persone sono scomparse”, ha detto Fanwo in una nota diffusa nel primo pomeriggio. Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine, che hanno avviato le ricerche anche con l’ausilio di un elicottero. “La polizia sta continuando le operazioni per trovare i rapiti”, ha aggiunto il commissario, senza fornire altri dettagli sulle vittime.

Rapimenti in aumento: centinaia di persone prese in poche settimane

La Nigeria da anni è alle prese con i sequestri di massa, una piaga che si è diffusa in modo sistematico dal 2014, dopo il rapimento di quasi 300 studentesse a Chibok da parte del gruppo jihadista Boko Haram. Ma nelle ultime settimane la situazione è peggiorata: solo negli ultimi quindici giorni, dicono fonti locali, sono state prese diverse centinaia di persone in varie zone del Paese. Tra i casi più gravi, il rapimento di oltre 300 studenti da una scuola cattolica nello Stato del Niger e quello di 38 fedeli di una chiesa nello Stato di Kwara, poi liberati dopo alcuni giorni.

Emergenza sicurezza: la risposta del governo

Di fronte a questa escalation, il presidente nigeriano Bola Tinubu ha dichiarato mercoledì scorso lo “stato di emergenza per la sicurezza nazionale”. Una mossa pensata per rafforzare la presenza militare nelle zone più colpite e per coordinare meglio le operazioni contro i gruppi armati. “Non possiamo accettare che i cittadini vivano nel terrore”, ha detto Tinubu durante una conferenza stampa ad Abuja. Il governo ha promesso nuovi fondi per la sicurezza e l’invio di rinforzi nelle aree rurali, dove spesso le comunità restano senza protezione.

Tensioni religiose e riflessi internazionali

L’ondata di rapimenti arriva in un momento già segnato da tensioni religiose e sociali. Nei giorni scorsi, l’ex presidente americano Donald Trump ha detto che i cristiani in Nigeria vengono “massacrati” da “terroristi”, alimentando il dibattito internazionale sulla sicurezza delle minoranze religiose nel Paese. Le autorità nigeriane hanno risposto invitando a non strumentalizzare i fatti e sottolineando che le vittime appartengono a diverse fedi e comunità.

Paura e sgomento nelle comunità rurali

Nel villaggio di Ejiba la notizia si è diffusa in fretta. Alcuni testimoni parlano di scene di panico: “Abbiamo sentito degli spari e poi urla. Hanno portato via il pastore e altre persone”, ha raccontato al telefono una donna che si trovava vicino alla chiesa durante l’attacco. Le famiglie delle vittime si sono radunate davanti all’edificio, in attesa di notizie. “Non sappiamo dove li abbiano portati né cosa vogliano”, ha detto un parente di uno dei rapiti.

Le indagini e le difficoltà delle forze dell’ordine

La polizia sta cercando di identificare i responsabili. Le prime ricostruzioni parlano di una banda locale specializzata in sequestri a scopo di riscatto, un business criminale che negli ultimi anni è cresciuto molto. Al momento, la polizia dello Stato di Kogi non ha ricevuto richieste ufficiali di riscatto, ma – come spesso succede – i contatti con i rapitori potrebbero arrivare nelle prossime ore.

Intanto, la paura resta alta. La sensazione è che nessun posto sia davvero sicuro. In Nigeria, oggi più che mai, la messa della domenica può trasformarsi in un incubo.