Garlasco: le nuove rivelazioni sul movente di Sempio e i misteri dell’omicidio

Garlasco: le nuove rivelazioni sul movente di Sempio e i misteri dell'omicidio

Garlasco: le nuove rivelazioni sul movente di Sempio e i misteri dell'omicidio

Matteo Rigamonti

Novembre 30, 2025

Garlasco, 30 novembre 2025 – Mancano sei giorni alla scadenza fissata dalla gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, per la consegna della relazione finale sulle analisi del Dna nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli. La genetista Denise Albani, nominata perito dal tribunale, dovrà mettere nero su bianco se il cromosoma Y trovato sotto le unghie della vittima corrisponde a quello di Andrea Sempio, l’unico uomo della famiglia Sempio che frequentava abitualmente la casa dei Poggi. Un passaggio cruciale, atteso da mesi, che potrebbe cambiare la direzione delle indagini e il corso del processo.

Il Dna che infiamma la battaglia tra accusa e difesa

Al centro della disputa tra le parti c’è proprio quel Dna recuperato da due unghie di Chiara Poggi. Gli avvocati della famiglia Poggi, Gianluigi Tizzoni e Francesco Compagna, hanno già messo in dubbio la validità delle analisi di Albani, bollandole come “nulle” e basate su metodi statistici che, a loro avviso, non si possono applicare a un campione genetico così deteriorato. “Per noi valgono ancora le conclusioni di Francesco De Stefano”, ha spiegato Tizzoni, riferendosi al genetista che nel 2014 aveva definito inutilizzabile quel materiale.

Diversa la linea dei difensori di Sempio, Liborio Cataliotti e Angela Taccia, che sostengono come quel Dna possa essere stato trasferito indirettamente. Nelle ultime settimane hanno ricostruito un elenco di oggetti che Sempio avrebbe potuto toccare nella villetta – bicchieri, maniglie, telecomandi – e che poi Chiara avrebbe maneggiato. Per la procura, invece, il trasferimento sarebbe diretto: l’assenza di tracce genetiche dei familiari e dell’allora fidanzato Alberto Stasi sulle mani della vittima escluderebbe una contaminazione accidentale.

Le nuove piste: impronte e dinamica dell’aggressione

Oltre al Dna, gli investigatori guardano a nuovi elementi. L’impronta numero 33 – una traccia di palmo sul muro sopra le scale che portano alla taverna – è stata attribuita dalla procura proprio ad Andrea Sempio. I consulenti difensivi di Stasi sostengono che quell’impronta contenga anche tracce di sangue, nonostante le analisi fatte nel 2007 avessero escluso materiale ematico e oggi non sia più possibile ripetere gli esami sull’intonaco originale.

Sul tavolo anche la consulenza dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo, che ha riletto da capo i rilievi autoptici fatti all’epoca su Chiara Poggi. Un altro pezzo importante arriva dalla Blood pattern analysis dei Ris di Cagliari: la disposizione degli schizzi di sangue avrebbe permesso di ricostruire con più precisione come si è svolta l’aggressione. “Abbiamo nuovi elementi che ci aiutano a chiarire aspetti rimasti finora oscuri”, ha confidato una fonte vicina all’inchiesta.

Il movente e gli indizi contro Sempio

Ancora da capire il movente. Secondo quanto filtra dalla procura di Pavia, i magistrati avrebbero già ricostruito in dettaglio le ragioni che avrebbero spinto Sempio ad agire, basandosi su “molti indizi” raccolti negli ultimi mesi. Tra questi, le verifiche sull’alibi fornito dall’indagato – uno scontrino del parcheggio di Vigevano – e gli interrogatori dei suoi ex difensori. Non solo: sono stati sentiti anche i magistrati che, secondo l’ipotesi della procura di Brescia, avrebbero archiviato le accuse contro il 37enne dietro il pagamento di una presunta tangente.

Il prossimo appuntamento decisivo è fissato per il 18 dicembre: in quell’udienza si chiuderà l’incidente probatorio e le parti si confronteranno sulle perizie raccolte finora. Solo allora, forse, la procura comincerà a scoprire alcune delle carte finora nascoste. Nel frattempo, a Garlasco si respira un clima di attesa e tensione: la famiglia Poggi aspetta risposte definitive dopo diciotto anni di attesa e processi. “Vogliamo solo la verità”, ripetono da sempre i genitori di Chiara. Ma anche questa volta, il caso sembra destinato a riservare nuovi colpi di scena.