Roma, 30 novembre 2025 – Papa Francesco ha ribadito ancora una volta la posizione della Santa Sede sulla questione israelo-palestinese, parlando ai giornalisti durante il viaggio di ritorno da Istanbul a Beirut. “Da anni la Santa Sede sostiene pubblicamente la soluzione dei due Stati”, ha detto, sottolineando che questa resta “l’unica via per porre fine al conflitto che da troppo tempo coinvolge” Israele e Palestina. Il Pontefice ha ammesso però che, al momento, “Israele non ha ancora accettato questa strada”, ma ha insistito sull’importanza di trovare un accordo condiviso.
Santa Sede: due Stati, unica soluzione possibile
Durante la conferenza stampa a bordo dell’aereo, Papa Francesco ha voluto chiarire la posizione del Vaticano: “Siamo amici anche di Israele e cerchiamo di fare da ponte tra le due parti, per aiutare a trovare una soluzione giusta per tutti”. Parole ferme, pronunciate mentre il volo sorvolava il Mediterraneo, che testimoniano l’impegno diplomatico del Vaticano. Da tempo, infatti, il Papa sostiene l’idea di due Stati indipendenti e riconosciuti, convinto che solo così si potrà arrivare a una pace duratura in Medio Oriente.
Il Pontefice ha poi raccontato di aver toccato il tema durante il suo incontro con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. “Il presidente Erdogan è d’accordo con questa soluzione”, ha aggiunto Francesco, confermando così l’intesa tra Ankara e Vaticano su uno dei nodi più delicati della regione.
Vaticano mediatore in un conflitto senza tregua
La diplomazia vaticana, che da sempre si muove nei processi di pace internazionali, vuole continuare a fare da “voce mediatrice”. Il Papa lo ha ribadito chiaramente: “Cerchiamo di essere un ponte tra le due parti”. Un ruolo che il Vaticano porta avanti da tempo, sia con canali ufficiali che con incontri riservati. In queste settimane, segnate da nuove tensioni a Gaza e in Cisgiordania, la Santa Sede mantiene contatti continui con le autorità israeliane e palestinesi.
Fonti vaticane raccontano che il dialogo resta complicato. Da una parte, la leadership israeliana esprime ancora forti dubbi sulla nascita di uno Stato palestinese indipendente; dall’altra, la popolazione civile continua a pagare il prezzo più alto di un conflitto che sembra senza fine. “Sappiamo bene che Israele non ha ancora accettato questa soluzione”, ha ammesso il Papa, segnalando le difficoltà che rimangono sul tavolo negoziale.
Francesco ed Erdogan: Gaza e Ucraina al centro
Durante la tappa a Istanbul, Papa Francesco ha avuto un lungo colloquio con Erdogan. Al centro della discussione non c’era solo la questione israelo-palestinese, ma anche la crisi in Ucraina. “Abbiamo parlato sia di Gaza che dell’Ucraina”, ha raccontato il Pontefice ai giornalisti. Negli ultimi mesi, la Turchia si è proposta come interlocutore chiave tra Mosca e Kiev, mantenendo anche un ruolo attivo sul fronte mediorientale.
Secondo quanto riferito dal Papa, Erdogan ha espresso pieno sostegno alla soluzione dei due Stati. Questo rafforza il legame tra Ankara e Vaticano su temi di politica internazionale e potrebbe spianare la strada a nuove iniziative diplomatiche nelle prossime settimane.
Pace lontana: la sfida dei due Stati
Nonostante gli appelli della Santa Sede e il sostegno di alcuni Paesi, come la Turchia, la strada verso i due Stati resta in salita. Il governo israeliano, guidato da Benjamin Netanyahu, mette la sicurezza nazionale al primo posto e impone condizioni rigide a qualsiasi trattativa. Intanto, sul terreno, la situazione è tesa: nelle ultime settimane sono scoppiati nuovi scontri a Gaza e in Cisgiordania, con decine di vittime tra i civili.
Papa Francesco ha più volte lanciato appelli alla pace e al dialogo diretto tra le parti. “Serve una soluzione giusta per tutti”, ha ripetuto anche in questo viaggio. Ma la realtà è ancora segnata da sfiducia e da una spirale di violenza difficile da fermare.
La comunità internazionale tra divisioni e speranze
La posizione della Santa Sede si inserisce in un panorama internazionale complicato, fatto di divisioni e tentativi di mediazione spesso senza esito. L’Unione Europea continua a sostenere la soluzione dei due Stati; gli Stati Uniti adottano un atteggiamento più prudente, mentre diversi Paesi arabi chiedono garanzie per i diritti dei palestinesi.
In questo contesto, la voce del Papa – raccolta durante un viaggio che lo ha portato da Istanbul a Beirut – si aggiunge agli appelli per riaprire il dialogo. Una strada lunga, piena di ostacoli ma anche di piccoli segnali di speranza. Come quello arrivato dal colloquio tra Francesco ed Erdogan: “Siamo amici di Israele”, ha ricordato il Pontefice, “ma vogliamo essere amici della pace”.
