Madre di Mark Samson condannata: due anni per aver aiutato a nascondere il corpo di Ilaria Sula

Madre di Mark Samson condannata: due anni per aver aiutato a nascondere il corpo di Ilaria Sula

Madre di Mark Samson condannata: due anni per aver aiutato a nascondere il corpo di Ilaria Sula

Matteo Rigamonti

Novembre 30, 2025

Roma, 30 novembre 2025 – Due anni di reclusione, con pena sospesa, per la madre di Mark Samson, il giovane accusato dell’omicidio di Ilaria Sula. È questa la sentenza emessa giovedì mattina dal gip del Tribunale di Roma, al termine di un’udienza carica di tensione, dove per la prima volta i genitori della vittima e Nors Manlapaz, madre dell’imputato, si sono trovati nella stessa aula. Secondo l’accusa, la donna avrebbe aiutato il figlio a nascondere il corpo di Ilaria e a ripulire l’appartamento in via Homs, nel quartiere Africano, dopo il delitto del 26 marzo scorso.

Dopo il delitto: il ruolo della madre

Gli investigatori non hanno dubbi: quando Mark Samson, 23 anni, ha ucciso l’ex fidanzata con un coltello da pane, la madre è intervenuta subito per cancellare ogni traccia. Armata di stracci, ha ripulito il sangue che aveva invaso la stanza, cercando di far sparire le prove. Non si è fermata qui: avrebbe nascosto anche il cellulare di Ilaria e gli stessi stracci usati per pulire. Un comportamento che, per il giudice, configura il reato di occultamento di cadavere, aggravato dal fatto che è stato fatto insieme al figlio.

La pena decisa – due anni con la sospensione – tiene conto della collaborazione della donna e del suo legame di sangue con l’imputato. Nors Manlapaz, originaria delle Filippine, non dovrà andare in carcere. Una decisione che ha lasciato senza parole i genitori di Ilaria.

Lo choc dei genitori di Ilaria Sula

Giovedì mattina, nell’aula di piazzale Clodio, gli sguardi tra le due famiglie sono stati pochi e carichi di tensione. Ma la distanza emotiva è sembrata enorme. «Li avevo preparati a ogni possibile esito – ha detto l’avvocato Giuseppe Sforza, legale dei Sula – ma i miei assistiti mi hanno chiesto: “Davvero finisce qui?”». Il dolore dei genitori di Ilaria, studentessa di Terni trasferitasi a Roma per studiare, resta immutato. «Hanno fatto uno sforzo enorme per non dire nulla», ha aggiunto il legale.

L’udienza è stata un colpo durissimo. «Peggio di quando hanno visto Mark Samson sul banco degli imputati», ha spiegato Sforza, riferendosi all’udienza del 12 novembre, quando è iniziato il processo.

Perché è stata presa questa decisione

Per la famiglia di Ilaria la sentenza è difficile da mandare giù. «Non riescono a capire come questa donna non abbia chiamato il 112 dopo aver visto Ilaria a terra, senza vita», ha sottolineato ancora l’avvocato. Il ruolo attivo della madre – dalla pulizia delle tracce al nascondere il telefono – è stato riconosciuto dal tribunale. Però, la legge prevede attenuanti per chi agisce per un parente stretto.

«È chiaro che ha favorito il figlio», ha ribadito Sforza. «Ma i pm non hanno potuto accusarla formalmente perché legata da vincolo familiare». La sospensione della pena e l’assenza di carcere sono norme previste dal codice penale in casi come questo. «La valutazione giuridica non coincide con quella morale», ha ammesso l’avvocato. «Ma come operatori del diritto dobbiamo rispettarla».

La preoccupazione di una madre per il figlio

Secondo l’avvocato Paolo Foti, difensore di Nors Manlapaz, ora la donna teme per il futuro di Mark. «È molto preoccupata: sa che, dopo aver confessato l’omicidio, sarà difficile per lui evitare la condanna», ha spiegato il legale. Il processo principale contro Mark prosegue a parte: il giovane ha ammesso le sue responsabilità davanti al giudice.

Intanto, la famiglia Sula resta in attesa di una giustizia che non sembra ancora arrivare. Il dolore per la perdita di Ilaria si mescola all’incredulità per una sentenza che lascia aperti molti dubbi. Giovedì mattina, in tribunale, si è sentito tutto il peso di una vicenda che per i genitori della ragazza non è affatto chiusa.