Milano, 30 novembre 2025 – Da pochi giorni, nelle sale italiane, è arrivato “Orfeo” di Virgilio Villoresi, un film che mescola sperimentazione visiva, artigianato cinematografico, live action e animazione in stop-motion. Distribuito da Double Line, il lungometraggio prende spunto dalla graphic novel “Poema a fumetti” di Dino Buzzati, pubblicata nel 1969, e ripropone il mito di Orfeo ed Euridice in chiave moderna. La storia si svolge in una Milano sospesa tra sogno e realtà, dove il protagonista – interpretato da Luca Vergoni – si muove fra mondi paralleli alla ricerca della donna amata.
Orfeo tra sogno e realtà
Nel film, Orfeo è un pianista solitario che suona al “Polypus”, un locale notturno dal sapore retrò. Una sera, tra il fumo e le luci soffuse, incrocia lo sguardo di Eura Storm (Giulia Maenza), figura enigmatica e sfuggente. Tra loro nasce un legame intenso, quasi magnetico. Ma lei sparisce all’improvviso, lasciando Orfeo in uno stato di sospensione. Da qui, la storia si trasforma in un viaggio visionario: inseguendo le tracce di Eura, Orfeo varca una porta che lo porta in un mondo oscuro e surreale, popolato da personaggi misteriosi e dominato dall’Uomo Verde.
Villoresi costruisce così una dimensione sospesa tra vita e aldilà, dove la ricerca dell’amata si confonde con l’esplorazione delle proprie paure e desideri. Il regista ha raccontato: “Volevo narrare un viaggio dentro di sé, dove la realtà si scioglie e lascia spazio all’immaginazione. Il mito di Orfeo è perfetto per parlare di perdita e speranza”.
Un debutto all’avanguardia
Virgilio Villoresi, nato nel 1979, è uno dei nomi più originali nel panorama italiano dell’animazione sperimentale. Dopo gli studi d’arte, ha approfondito le tecniche dello stop-motion e la costruzione artigianale di dispositivi ottici. Nel tempo ha firmato cortometraggi, videoclip musicali (con collaborazioni, tra gli altri, con Vinicio Capossela), installazioni e lavori per la moda. “Orfeo” è il suo primo lungometraggio, dopo anni di esperienza nel cinema breve.
Il film è stato presentato Fuori Concorso alla 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove ha colpito per l’uso innovativo di tecniche miste: pellicola, materiali d’archivio, animazione digitale e set costruiti a mano. “Ho sempre amato lavorare con le mani”, ha detto Villoresi durante una proiezione a Milano. “Credo che il cinema resti un luogo dove si può sperimentare”.
Buzzati, Milano e mito reinventati
Adattare la graphic novel di Buzzati significava già riscrivere il mito in modo moderno. Nel libro, Orfeo si muove in una Milano onirica e distopica, tra grattacieli e nebbia. Villoresi riprende quell’atmosfera sospesa e la trasforma in uno spettacolo visivo che alterna sogno e incubo. La città diventa così uno spazio mentale, abitato da figure che sembrano uscite da un quadro surrealista.
Il regista ha spiegato: “Milano cambia continuamente volto. Nel film diventa quasi un personaggio, con i suoi silenzi e i suoi misteri”. La scelta di mescolare live action e animazione serve a mostrare ciò che non si vede: il dolore della perdita, la fatica della memoria.
Riconoscimenti e prime impressioni
“Orfeo” ha già ricevuto la segnalazione come Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI). Nella motivazione si legge: “Libera reinterpretazione del primo graphic novel italiano, ‘Orfeo’ è l’esordio di Virgilio Villoresi, giovane talento del cinema animato mondiale. Un viaggio nelle tenebre della psiche di un uomo in cerca dell’amata perduta”.
Il pubblico ha reagito con curiosità e sorpresa. Al cinema Anteo di Milano, durante la proiezione delle 21:15, alcuni spettatori hanno commentato sottovoce la scelta delle immagini: “Sembra di stare dentro un sogno”, ha detto una ragazza all’uscita. Altri hanno apprezzato la colonna sonora originale e la cura per i dettagli artigianali.
“Orfeo” si inserisce così nel panorama dei film d’arte italiani che cercano nuove strade narrative e visive. Un’opera che invita a lasciarsi trasportare oltre il reale, tra memoria e desiderio.
