Belgio: il pericolo bancarotta legato ai fondi russi congelati

Belgio: il pericolo bancarotta legato ai fondi russi congelati

Belgio: il pericolo bancarotta legato ai fondi russi congelati

Matteo Rigamonti

Dicembre 1, 2025

Bruxelles, 1 dicembre 2025 – Il Belgio si trova davanti a un bivio complicato: usare gli asset russi congelati potrebbe trasformarsi in un vero boomerang, sia dal punto di vista finanziario che legale. A mettere in guardia è stato il ministro degli Esteri, Maxime Prévot, che ieri mattina, in un’intervista a Rtl, ha spiegato chiaramente i rischi per il Paese. “Se la Russia ci porta in tribunale – ha detto Prévot – ha tutte le carte in regola per vincere, e noi non potremo restituire quei 200 miliardi, che corrispondono a un anno intero di bilancio federale. Sarebbe la bancarotta”.

Asset russi congelati, la spada di Damocle sul bilancio belga

Il nodo sta nei circa 200 miliardi di euro di fondi russi bloccati nelle banche europee, con buona parte proprio a Bruxelles, secondo la Banca centrale europea. Da mesi l’Unione europea discute se usare questi soldi per aiutare l’Ucraina, ma la decisione è tutt’altro che presa. Il Belgio, che ospita la sede centrale di Euroclear – gigante nel settore della custodia titoli – si trova in prima linea. “È una spada di Damocle che pende sulla nostra testa”, ha ammesso Prévot, sottolineando che il rischio non è solo teorico.

Il ministro non nasconde che Mosca potrebbe davvero portare la questione davanti ai tribunali. “Vogliamo evitare di infrangere il diritto internazionale senza una sentenza che lo permetta, non solo basandoci sulla politica”, ha aggiunto. In sostanza, senza una solida base legale, qualsiasi mossa potrebbe esporre il Belgio a cause miliardarie.

Il nodo legale e le pressioni esterne

La questione degli asset russi congelati va avanti da più di un anno. Dopo l’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022, l’Unione europea ha bloccato i fondi legati alla Banca centrale russa e ad altri soggetti vicini al Cremlino. Però il passo successivo – cioè usare davvero quei soldi – è ancora controverso. Gli Stati Uniti e vari Paesi dell’Est europeo spingono per una soluzione veloce, ma i governi più esposti, come quello belga, frenano.

“Non possiamo permetterci errori”, confida un funzionario del ministero delle Finanze belga, raggiunto ieri pomeriggio nella sede di Rue de la Loi. “Se perdiamo in tribunale, i danni sarebbero enormi”. Il riferimento è alle cause che la Russia potrebbe intentare davanti a corti internazionali, chiedendo indietro tutto il denaro, mettendo a rischio i conti pubblici.

Bilancio federale sotto pressione: cosa rischia il Belgio

La cifra che preoccupa di più è proprio quella: 200 miliardi di euro equivalgono a tutto il bilancio federale belga per un anno. Se dovessero condannare il Paese, si aprirebbe una scelta difficile: tagliare pesantemente la spesa pubblica o aumentare il debito. “Sarebbe una situazione impossibile da gestire”, ha ammesso Prévot davanti alle telecamere.

Il rischio non è solo economico. Anche la reputazione del Belgio potrebbe subirne un colpo duro. “Siamo visti come un centro finanziario affidabile”, ricorda un analista della Vrije Universiteit Brussel. “Un errore su questo dossier potrebbe compromettere anni di fiducia costruita”.

Ue divisa, Bruxelles cerca una via d’uscita

La discussione in Europa è ancora aperta. La Commissione europea sta studiando varie opzioni: dal creare un fondo speciale a trovare un modo per avere una copertura legale più forte. Ma i tempi si allungano e le pressioni aumentano. “Serve una soluzione condivisa”, ha detto ieri sera un portavoce della presidente Ursula von der Leyen.

Il Belgio, nel frattempo, resta prudente. “Non possiamo muoverci solo sulla base della politica”, ha ribadito Prévot. “Serve una sentenza chiara”. Solo allora il governo potrà pensare di usare gli asset russi congelati senza correre rischi devastanti.

La partita resta aperta, in attesa di sviluppi concreti. Una sfida delicata che mette in gioco non solo i rapporti con Mosca, ma anche la stabilità finanziaria del Belgio e di tutta l’Unione europea.